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PISTOLE, ARMA CORTA

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›ßo$$‹_ßl4k_ÊýêÐ
view post Posted on 5/2/2011, 18:48 by: ›ßo$$‹_ßl4k_ÊýêÐ     +1   -1




Heckler & Koch VP70



La Heckler & Koch VP70 (abbreviazione di Vollautomatische Pistole, letteralmente "pistola completamente automatica") è una pistola semiautomatica prodotta dall'azienda tedesca Heckler & Koch. Progettata nel 1968, è rimasta in produzione fino al 1989. Il numero 70 nel nome indica l'anno di entrata in produzione.
La pistola VP70 è esclusivamente ad azione doppia, con modalità di fuoco semiautomatica o in raffica da tre colpi. Utilizza cartucce 9 mm Parabellum in un caricatore da ben 18 colpi.
L'arma è realizzata in acciaio rivestita in polimeri; si tratta della prima pistola ad utilizzare tale processo di plastificazione
La pistola (VP70M) è dotata di un braccio applicabile all'impugnatura, che la rende simile ad una pistola mitragliatrice. Quando non utilizzato, il braccio può essere utilizzato come fondina.
Il braccio è dotato inoltre del selettore di modalità di fuoco.
La Heckler & Koch VP70 è stata realizzata in due varianti:

VP70Z (Zivilian, civile), dotata di modalità unicamente semiautomatica
VP70M (Militär, militare), dotata invece di modalità a raffica da 3 colpi
Un'ulteriore variante, prodotta in 400 esemplari per il mercato italiano, utilizzava proiettili 9 × 21 mm IMI al posto delle cartucce 9 mm Parabellum, non utilizzabili per armi civili secondo la vigente normativa.

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Lahti L-35



La Lahti L-35 era una pistola designata dal finlandese Aimo Lahti che fu prodotta tra il 1935 e il 1952. Circa 9000 pistole vennero create in quattro produzioni di serie.
L'arma aveva un acceleratore a bullone per aumentare l'affidabilità in situazioni di freddo. Questo tipo di sistema è raro sulle pistole.
L'esercito finnico utilizzò la L-35 nella guerra d'inverno e nella guerra di continuazione, e fu la pistola ufficiale fino al 1980 dove venne sostituita dalla pistola FN HP-DA.
Una versione semplificata e in qualche modo inferiore della L-35 venne costruita sotto licenza in Svezia e venne adottata dalle Forza Armate svedesi nel 1940. Il nome ufficiale militare svedese era Pistol m/40 ma è anche conosciuta come Husqvarna m/40 dal nome del manufattore, Husqvarna che produsse almeno 100.000 di queste armi tra il 1940 e il 1946.
A causa della poca qualità dell'acciaio usato nella fabbricazione della cartuccia da 9 mm adottata nel 1960, l'otturatore della canna iniziò a disgregarsi nel 1980. Come temporaneo rimpiazzo del Browning N°2 le pistole vennero rimandate in servizio fino al completo rimpiazzo negli anni novanta con le pistole 88 Glock che vennero adottate dal Esercito svedese, e Glock 19 dalla Forza aerea svedese.

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Mauser C96



La Mauser C96 è una pistola semiautomatica. È la prima delle 3 "tedesche" (le altre sono la Luger P08 e la Walther P38). Si distingue immediatamente per il grilletto sistemato in un castello praticamente rotondo, e il caricatore anteriore invece che essere presente nel calcio, corto e piccolo rispetto alla dimensione della pistola.

Oggetto di interesse straordinario tra i collezionisti delle armi d'epoca, in realtà quest'arma, che pure risale al tardo '800, è stata impiegata, spesso come simbolo di prestigio personale, sia in ambienti militari che civili. Addirittura, in Cina, dove essa ebbe un immenso successo nei primi decenni del XX secolo, venne realizzata anche come pistola totalmente automatica, ovvero 'mitra'.

Le prime armi di questo tipo vennero realizzata dai tre fratelli Feederle, che nel 1896 completarono la progettazione e la Mauser di Obendorf le mise in produzione. Dopo che le prime armi vennero poste in produzione apparvero una serie di appoggi a spalla ed altri accessori complicati. La versione militare arrivò solo nel 1912.

Il modello scelto dai militari tedeschi era camerato in calibro 9mm Parabellum, ma altri modelli cameravano una cartuccia da 7,1000mm col bossolo a bottiglia, per evitare confusioni sulle pistole d'ordinanza era inciso un grosso "9" dipinto in rosso sulle guancette in legno. La canna era da 140mm. Il funzionamento era complesso: al momento dello sparo la canna, l' otturatore e il castello/impugnatura venivano mantenuti solidali da un apposito elemento mobile di bloccaggio che si trovava incernierato nel castello e che ingranava al di sotto dell'otturatore, che si muoveva avanti e indietro contenuto dentro l' estensione posteriore della canna. Dopo lo sparo l'elemento mobile ritardava l'apertura per un tempuscolo fino a quando la pressione non fosse diminuita ad un valore accettabile, poi l'elemento ruotava, avendo l'impulso dello sparo vinto la sua inerzia, svincolando l'otturatore e la canna dal castello. La canna, va detto, retrocedeva di poco, per poi essere bloccata e tornare in avanti spinta da una sua molla di recupero. L'otturatore invece retrocedeva di molto, espellendo il bossolo spento, poi tornava in posizione spinto dalla sua molla di recupero e avanzando camerava un'altra nuova cartuccia. Ovviamente si trattava di un meccanismo molto complesso e che richiedeva accurata lavorazione. Il caricatore da 10 colpi, questi ultimi inseriti in clips per il caricamento rapido, era parte integrante del castello.

Nonostante il costo, quest'arma era richiesta in grandi quantità subito dopo la sua apparizione; e questo sia da civili che da militari. Uno dei motivi principali era certo l'aspetto esteriore, che attraeva moltissimo nonostante il nomignolo 'Broomhandle' ('Manico di scopa'), o 'coscia di pollo' affibbiato a tali armi per via del calcio. Sembra che esse dessero a chi le portava un senso di grande importanza e prestigio. Ma chi ne subiva le conseguenze era ancora più impressionato, perché nonostante la canna non fosse tanto lunga, la C/96 sparava un proiettile ad alta velocità letale anche a lunghe distanze, tanto che tra gli accessori extra vi era un alzo da ben 1000 metri. Altri oggetti erano un calcio-custodia in legno che conteneva anche gli attrezzi per la manutenzione.

Molti ufficiali al tempo della Prima guerra mondiale erano armati con tale pistola, anche perché all'epoca dovevano in genere armarsi a loro spese. Churchill, durante il periodo trascorso nell'esercito inglese come ufficiale di cavalleria ne aveva una, che, come racconta lui stesso nelle sue memorie, gli salvò la vita durante la battaglia di Omdurman contro i dervisci del Mahdi.

Tra le prime versioni, vi fu il cambiamento di proiettile, con un modello camerato per il 9mm Mauser Export, più potente della Parabellum. Nel 1916 i tedeschi introdussero invece la Parabellum da 9mm per le loro armi. Queste non si dimostrarono molto inclini a funzionare bene nelle condizioni del fango delle trincee, e così vennero studiate per altri ruoli, come quelli di impiego aria-aria, ai primordi dei combattimenti aerei, cosa che ebbe un certo successo date le caratteristiche dell'arma. Poi arrivarono le mitragliatrici e il tempo del 'bricolage' nelle armi di bordo aeronautiche finì presto.
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Dopo la guerra, quest'arma continuò ad attrarre molti clienti civili, militati, paramilitari. In Spagna e Cina nacquero versioni a fuoco automatico, anche con caricatori da 20 colpi. Anche in Persia queste armi vennero prodotte. La Mauser si ritrovò moltissimi 'cloni' sul mercato e rispose con la Mauser Modello 712, che permetteva il fuoco automatico in condizioni di elevata sicurezza rispetto alle copie realizzate da altri Paesi. Una di queste armi uccise Alessandro I di Jugoslavia. Le Mauser erano micidiali quasi quanto un fucile ma molto più facili da occultare e puntare.

Durante la Seconda guerra mondiale vennero ancora usate, sebbene in quantità molto inferiori. Il suo maggior impiego era quello in azioni contro i partigiani, lontano dalla prima linea. Nel frattempo, in Cina ed altri paesi la produzione continuava, e addirittura decenni dopo è apparso l'ultimo derivato: il mitra Tipo 80, che somiglia alla Mauser in maniera molto marcata, ed è non solo automatico, ma persino munito di attacco per baionetta.


Norinco 1911 A1



L'arma ricalca fedelmente le linee del modello al quale si ispira e come nell' originale il calibro è il .45 ACP

La pistola viene venduta attualmente in Italia ad un prezzo che va dai 350,00 euro per la versione comune sino ai 450,00 per la versione sportiva. Entrambe si dimostrano armi affidabili, costruite con buoni materiali, anche se i metodi di costruzione, di finitura delle parti e di assemblaggio appaiono un po' grossolani rispetto al modello della Colt. Tuttavia le caratteristiche e la precisione dell'arma nel tiro rappresentano un ottimo rapporto fra il prezzo di acquisto e la funzionalità offerta da questa pistola.

I limiti dell'arma sono rappresentati dalla capacità del serbatoio (7 colpi nella versione comune e 8 in quella sportiva) e nel peso che supera il chilogrammo. Esiste tuttavia il modello "P-15" nel quale la capienza del caricatore è stata aumentata a 15 colpi anche se ciò ha comportato la riduzione del calibro al 9 mm Parabellum (calibro peraltro vietato ai civili in Italia).

Il calibro .45 ACP, che assicura un notevole potere d'arresto, può fare di questa pistola una valida alternativa per le esigenze di difesa personale.

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Pistola Nambu Type 94



La pistola Type 94 da 8 mm (pistola Type 94, dal giapponese 九四式拳銃 Kyuuyon-Shiki Kenjuu) era una pistola semi-automatica piccola e leggera (1 libbra e 11 once), prodotta in gran numero in Giappone prima e durante la seconda guerra mondiale.

Progettata da Kijiro Nambu, la pistola entrò in produzione nel 1934 alla Nambu Rifle Manufacturing Company. Originariamente assegnata al libero commercio, si dice che fu sviluppata per i piloti, gli equipaggi dei bombardieri e carri armati perché la pistola Nambu Type 14 era troppo grande. Infatti, la Type 14 era più lunga della Colt 1911 .45 ACP. La pistola, aveva il griletto in plastica invece del grilletto in corno o legno del Type 14, fu progettata per la produzione in massa, ma le modifiche ne incrementarono i costi.

Il Type 94 usava le stesse munizioni 8x22mm Nambu (.315 pollici) del Type 14 ed era facile da caricare, avendo un più potente meccanismo di fuoco per ridurre le accensioni irregolari. L'arma divenne famosa per un errore di progettazione che permetteva di alimentare premendo un tasto sul lato sinisro della camera. Alcuni ufficiali hanno raccontato che a volte mentre scivolavano e cadevano nel fango azionavano per sbaglio il grilleto e ferivano loro stessi. Quanto spesso la scarica accidentale sia successa è una questione di dibattito, ma l'arma fu un fallimento commerciale ed è frequentemente descritta come la "peggiore pistola di servizio mai rilasciata" da autori di conoscenza come Ian V. Hogg.

Grandi numeri della Type 94 vennero prodotti per uso militare. I rapporti vennero persi durante la seconda guerra mondiale, ma si crede che siano state fabbricate più di 72.000 esemplari. Le qualità diminuirono grandemente durante la guerra.

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SIG P210



La SIG P210 è una pistola semiautomatica ad azione singola disegnata da Charles Petter e costruita presso lo stabilimento di Neuhausen am Rheinfall (Canton Sciaffusa, Svizzera) dalla Swiss Arms AG ex SIG (distribuita negli Stati Uniti dalla SIGARMS).

Definita la Rolls Royce delle semi-automatiche per la sua precisione e qualità costruttiva, è rimasta in servizio fino al 1975 presso l'Esercito svizzero e la polizia elvetica. Fu adottata anche dall'esercito reale danese e nel 1951 dalla polizia tedesca Bundespolizei.

Oggi è stata rimpiazzata dalla SIG Sauer P220, ma la P210 rimane comunque una pistola altamente ricercata da collezionisti ed amatori. La P210 è considerata un investimento e spesso il suo prezzo supera i 2000 USD nel mercato dell'usato fino ad arrivare ai 3000 USD per la versione P210-5.

Nel 1937 SIG acquisisce la licenza Petter per sviluppare un nuovo tipo di pistola. Soltanto dopo la Seconda guerra mondiale, su iniziativa del comando dell'esercito svizzero, che voleva rimpiazzare l'obsoleta Ordonnanzpistole Luger P08, lo studio fu terminato. Dopo aver testato svariati modelli, la P210 come modello standard fu consegnata per la prima volta nel 1949 all'esercito elvetico.

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Sauer 38H



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La Sauer sviluppò la 38H prendendo spunto dalle sue pistole precedentemente realizzate per poter contrastare commercialmente i prodotti di altre aziende come la Mauser e la Walther. Tuttavia, con lo scoppio della guerra, molte 38H furono assegnate a vari agenti di polizia ed anche alla Luftwaffe e tali armi furono marchiate con gli stemmi dei vari dipartimenti. Le 38H assegnate ad ufficiali nazisti furono spesso personalizzate con incisioni, impugnature in avorio e intarsi in oro. Tali pistole così personalizzate sono articoli molto ricercati dai collezionisti; per esempio, nel settembre 2004, la casa d'aste Rock Island Auction Company ha venduto una Sauer 38H appartenuta a Josef Dietrich per ben 43.125,00 dollari americani.

La Sauer 38H fu realizzata in tre modelli base. Generalmente la prima versione riporta la dicitura JP Sauer und Sohn sul lato sinistro, mentre la seconda ha impresso solo CAL 7.65 e la terza versione omette del tutto il meccanismo di sicurezza per l'armamento/abbattimento del cane unito ad una realizzazione più rozza; infatti verso la fine della guerra le armi furono molto semplificate per abbattere i costi e tempi di produzione mantenendo però sempre un perfetto funzionamento.

Lo spirito della Sauer 38H tutt'oggi vive in moderne produzioni come la SIG Sauer P232 e la sua versione precedente, la SIG Sauer P230.

La lettera H presente nel nome indica che la pistola utilizza un cane interno, piuttosto che visibilmente esterno come i precedenti modelli. Altre caratteristiche sono: un grilletto tradizionale a doppia azione, un caricatore ad una colonna e la molla di ricarica che avvolge la canna fissa. Una caratteristica rivoluzionaria per l'epoca fu l'utilizzo di un sistema che permetteva di armare o disarmare il cane in completa sicurezza per un trasporto più sicuro. Per capire se l'arma era armata o meno bastava guardare il grilletto, uno spazio vuoto maggiore indicava un cane armato mentre un piccolo perno posizionato sulla parte posteriore della slitta indicava che vi era una cartuccia in canna. Altra caratteristica degna di nota fu la capacità dell'arma di disattivare il grilletto se il caricatore non era inserito nella propria sede.

L'impugnatura della pistola era ricoperta con bachelite sagomata ed incisa in modo tale da aumentare la presa. Su tutte le impugnature originali si può leggere, da entrambi i lati la sigla, SUS che significa naturalmente Sauer und Sohn.

La Sauer 38H fu realizzata per utilizzare munizioni del tipo .32 ACP, ma esistono rari esemplari che utilizzano il calibro .380 ACP e il .22 LR.

Tokarev TT-33



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La Tokarev TT-33 è una pistola semiautomatica russa ideata da Fedor Tokarev come sostituta del revolver Nagant M1895 in uso dall'inizio del XX secolo.

La sigla "TT" significa Tula-Tokarev, dove Tula è la città russa dove si trova la fabbrica Tul'skij Oružejnyj Zavod nella quale l'arma veniva prodotta.

Evoluzione della TT-30, era basata sostanzialmente sul sistema Colt-Browning, semplificato per permetterne una produzione a basso costo ed in grande serie a partire dal 1934. Entrò in servizio nel 1935 come arma standard dell'esercito dell'Unione Sovietica. Quando i tedeschi attaccarono era già in corso la progettazione di un'altra arma, ma a quel punto fu sospesa, e il revolver Nagant insieme alla TT-33 restarono le pistole in servizio.

La Tokarev è giustamente, insieme alla più modesta Beretta 34, una della migliori e più affidabili pistole, quasi del tutto immune da inceppamenti, della Seconda Guerra Mondiale. Grazie ad una soluzione interna al carrello, i proiettili sono 'costretti' ad essere inviati in canna durante il tiro semiautomatico: ciò, unito alle ben note tolleranze dei macchinari di fabbricazione sovietici, impedisce l'inceppamento quasi in maniera. La precisione è relativa, ma il rinculo rimane modesto nonostante la fortissima potenza di penetrazione del proiettile usato (7,62x25 Tokarev), che è lo stesso usato dal mitra sovietico PPSH41. Tali armi, grazie alle alte velocità sviluppate dal calibro possono perforare corazzature solidissime.

Queste caratteristiche fanno della Tokarev un'arma valida ancora oggi, per quanto il progetto risenta della visione armiera dell'epoca e degli inizi del Novecento.

Come molte armi sovietiche è affidabile, molto robusta, tollerante alla sporcizia e a condizioni climatiche avverse.

Conquistò una solida fama nell'Armata Rossa, e già durante la Guerra di Spagna venne apprezzata fra le file degli ufficiali dell'esercito repubblicano e delle Brigate Internazionali.


Walther P22


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La P22 è una pistola semi-automatica prodotta dalla Carl Walther GmbH Sportwaffen.

La P22 è disponibile in due versioni:

Standard: Presenta una canna di 87 mm e una linea di mira di 130 mm per una lunghezza complessiva di 159 mm, essa è stata catalogata in Italia come arma comune, le sue dimensioni sono: 159 mm di lunghezza, 114 mm di altezza, 29 mm di larghezza.
Target: Presenta una canna di 127 mm e una linea di mira di 170 mm per una lunghezza complessiva di 199 mm, è dotata di un contrappeso ed è classificata come arma sportiva, le sue dimensioni sono 199 mm di lunghezza, 114 mm di altezza 29 mm di larghezza.
Pistola semiautomatica a doppia azione con cane esterno, assomiglia molto alla P99 ma presenta dimensioni più contenute e alcune differenze strutturali come ad esempio il cane esterno. Il fusto è realizzato in polimero. È camerata in calibro 22 l.r. ed è prodotta in due versioni: quella standard è dotata di canna da 87 mm, mentre quella denominata "Target" ne presenta una da 127 mm. La Walther ha messo a disposizione un Kit per convertire la P22 Standard in Target e viceversa ma in Italia non è possibile eseguire questa operazione a seguito della differenza di catalogazione dei due modelli. Tra le caratteristiche principali va citata l'affidabilità, soprattutto per quanto riguarda il fuoco rapido. Sotto questo aspetto viene infatti paragonata da molti a un'arma da difesa. Essa è alimentata da un caricatore monofilare da 10 colpi, il suo comando di sgancio è costituito da 2 leve sincronizzate ed è posto sulla parte posteriore del ponte del grilletto. Nella parte anteriore del fusto, sotto la volata c'è un adattatore per l'aggiunta di eventuali accessori quali una torcia o un puntatore laser. L'arma è dotata di due differenti impugnature intercambiabili, per far sì che sia adatta sia a mani piccole che grandi, è inoltre equipaggiata di un indicatore che fa capire se nella camera di scoppio è presente o meno una cartuccia, esso consiste in una piccola fessura situata nella parte superiore dell'otturatore.

La P22 presenta ben 4 tipi di sicure:

Sicura ambidestra: Nella parte posteriore del carrello sono posizionate due leve sincronizzate che se azionate interpongono una barriera tra il cane e il percussore impedendo così che il cane finisca la sua corsa.
Sicura al caricatore: In questo caso il sistema di sicurezza è sincronizzato con l'alimentazione, infatti nel momento in cui viene sfilato il caricatore dalla sua sede il grilletto si scollega dal cane e non lo aziona più, quindi un eventuale cartuccia situata nell'area di scoppio se l'arma è priva di caricatore non può essere sparata.
Chiave: Mediante l'utilizzo di un'apposita chiave fornita insieme alla pistola è possibile rendere l'arma inutilizzabile, infatti essa consente di bloccare il meccanismo di scatto.
Sicura interna sul percussore: Questo tipo di sicura non è visibile ed è automatica, essa mantiene bloccato il percussore, lo sblocca solo in caso che il grilletto venga premuto fino in fondo, così da impedire uno sparo accidentale dovuto per esempio ad un urto.

Astra Constable II


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La Constable II è l'aggiornamento dell'inizio degli anni Ottanta della Astra Mod. 5000 Constable, una pistola semiautomatica da difesa personale, di disegno simile a quello della Walther PPK, apparsa nel 1969. La Constable II, dal 1986 disponibile anche in versione Constable II Inox, riprende totalmente la linea della Mod. 5000, con diversificazioni minime relative a pochi particolari esterni e alcune maggiori alla meccanica interna, volte non a migliorare il prodotto, già buono, ma esclusivamente il ciclo di lavorazione e il processo produttivo.

La Constable II è disponibile sia in calibro 7,65 mm Browning sia in calibro 9 mm Corto e, pur essendo interamente costruita in acciaio al carbonio o in acciaio inox, data la compattezza della forma e le ridotte dimensioni, ha un peso di soli 650 g con caricatore vuoto. La forma elegante della PPK è ancora migliorata nel raccordo tra il ponticello del grilletto e le partianteriori di fusto e carrello in modo da dar vita, con il disegno dell'elsa, accentuata ma non troppo sottile, la cresta del cane ad anello e i congegni di mira particolarmente lisci e sfuggenti, a un'arma dall'ottima portabilità ed estrazione anche da sotto gli abiti. L'impugnatura ha la parte anteriore diritta mentre il disegno di quella posteriore è molto arcuato e consente una presa naturale anche per la presenza delle guancette semiawol-genti in plastica nera interamente zigrinate. Anche il grilletto, largo e di buon disegno, consente un ottimo impiego, facilitato anche dalla presenza di uno svaso all'impugnatura appena sopra il bottone di sgancio del caricatore collocato all'attacco del ponticello. I congegni di mira sono costituiti da un mirino fisso a sezione quadrata e con disegno a doppia mezzaluna, e da una tacca di mira regolabile in derivazione tramite una vite posta sul lato destro. la ;anna, lunga 89 mm e fissata al castello nell'apposita sede, fa anche da guidamolla per la molla di recupero e presenta sei rigature destrorse. Esternamente molto liscia, la Constable II presenta sui due lati del fusto, all'interno del ponticello, il blocchetto di smontaggio; il pulsante di svincolo del carrello è solo sul lato sinistro e la robusta leva della scura manuale si trova nella parte terminale del carrello,sullo stesso lato, all'interno della parte fresata di presa. Il caricatore, di tipo prismatico, monofilare, amovibile, contiene 8 cartucce per l'arma in calibro 7,65 mm e 7 per quella in calibro 9 mm Corto
La Constable II è una pistola con chiusura a massa, sistema di scatto ad azione singola e doppia a congegno di percussione indiretto a mezzo cane esterno su percussore a lancio inerziale. Rispetto alla Mod. 5000 il dispositivo di sicura manuale è di maggiori dimensioni ed è passante da una parte all'altra del carrello ma non reversibile. L'estrattore ha l'unghia più robusta, è scomparsa la rampa di alimentazione della canna sostituita da una svasatura della camera di cartuccia e qualche modifica è stata apportata anche al caricatore. La finitura per le armi in acciaio al carbonio è una bella brunitura opaca, mentre per quelle in acciaio inox è spazzolata e sabbiata con la sola eccezione della tacca di mira che è brunita. L'arma dispone di una sottile bindella su tutto il carrello che unisce i congegni di mira e ha finitura antiriflesso.

Baikal MCM


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La Baikal MCM (Margolin) è una pistola semiautomatica progettata da Mikhail Margolin nel 1948 e costruite dalla Baikal Russia. La MCM, anche conosciuta come Margolin, è una pistola realizzata per partecipare alle gare di tiro a segno sui 25 metri con arma corta.

La MCM fece il suo debutto internazionale ai Campionati del Mondo del 1954 a Caracas, risultando subito molto precisa al punto che la nazionale sovietica la utilizzò per partecipare a competizioni internazionali fino al finire degli anni '70.

Oggi la MCM è ancora in produzione ma alla tradizionale standard è stata affiancata la "Margo", una versione da difesa con canna accorciata a 98 mm.

Tipo Pistola semiautomatica
Nazione Russia
Impiego
Epoca Moderna
Produzione
Progettista Mikhail Margolin
Date di produzione 1950 - oggi
Varianti Margo (canna corta)
Descrizione
Peso 910 g
810 g (Margo)

Lunghezza 245 mm
120 mm (Margo)

Lunghezza canna 130 mm
98 mm (Margo)

Calibro .22 LR
Tipo di munizioni .22 LR
Azionamento Massa battente
Velocità alla volata 302 m/s
Tiro utile utile 30-50m
Alimentazione Caricatori da
5 colpi
7 colpi (Margo)


Boberg XR9



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La Boberg XR9 é una pistola semiautomatica da tasca che entrera in produzione nel 2011
L'arma è unica nel suo genere grazie al suo sistema di funzionamento che aggancia la cartuccia, la porta indietro durante lo scarrellamento e la inserisce nella camera di scoppio, che è proprio sopra il caricatore, risparmiando cosí fino a 3.5 centimetri (dipende dalla cartuccia) di spazio e permettendo l'uso di una canna di maggior lunghezza senza aumentare quella totale dell'arma. La Boberg XR9 usa il sistema della canna rototraslante che permette una riduzione del rinculo.

La pubblicitá che prevedeva il suo arrivo sul mercato diceva a chiare lettere "The most powerful 9 mm pistol in the world" ("La più potente pistola 9 mm al mondo"), frase che sembra un po' azzardata contando che altre pistole da tasca usano la cartuccia 9 x 19, in veritá questa affermazione non è sbagliata, perché la canna da 9.5 cm della Boberg permette un maggior sfruttamento del volume di gas generato dall’esplosione della carica conferendo maggior energia al proiettile.

XR9-μ -(Micro):_____Lunghezza: 130mm; Altezza: 99mm___; Canna: 85mm
XR9-S -(shorty):____Lunghezza: 130mm; Altezza: 106.5mm; Canna: 85mm
XR9-M -(Mid-Size):__Lunghezza: 140mm; Altezza: 106.5mm; Canna: 95mm
XR9-L -(Long):______Lunghezza: 150mm; Altezza: 106.5mm; Canna: 106.5mm
XR9-XL (Extra Long):Lunghezza: 162mm; Altezza: 106.5mm; Canna: 118mm
Attualmente la prima e unica uscita in produzione è la XR9-Shorty al prezzo di 849 dollari statunitensi, equivalenti a 607€, prezzo relativamente alto per una pistola da taschino, che in media costa 300-500€.

Tipo Pistola da taschino
Nazione America
Impiego
Epoca Moderna
Produzione
Progettista Arne Boberg
Date di produzione non ancora in produzione
Varianti XR9-μ; XR9-U; XR9-M; XR9-L; XR9-XL
Descrizione
Peso 0.510 kg carico
Lunghezza 130mm
Lunghezza canna 85mm
Altezza 106.5 mm
Altezza 106.5 mm
Calibro 9 X 19 mm/+P
Alimentazione 7+1

Glock 17



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La Glock 17, (chiamata così poiché si trattava del 17° brevetto per l'azienda) è stata realizzata per sostituire la Walther P38 in dotazione all'esercito austriaco; nata come pistola con cartucce 9 mm Parabellum, è stata in seguito prodotta in numerose varianti.

Prodotta per la prima volta nel 1983, possiede una caratteristica speciale, quella di avere il fusto costruito con uno speciale polimero che la rende estremamente leggera in rapporto alla potenza di fuoco. Inoltre questo materiale è resistente alla corrosione e agli urti; prove di resistenza a temperature estreme, di immersione in acqua e di caduta fino da 120 metri sono state effettuate e superate per soddisfare le richieste dell'esercito austriaco, norvegese e svedese. L'arma in questione è inoltre costituita solamente da 33 parti, ciò comporta una manutenzione più facile da effettuare.

L'unica sicura esterna della Glock 17 è una levetta accoppiata al grilletto, tirando entrambi con una breve corsa viene tolta la prima sicura e continuando nella trazione si arma il percussore e vengono tolte due sicure interne; questo primo movimento è simile ad una doppia azione dopodiché continuando a tirare il grilletto scatta solo il percussore già armato, mentre rilasciando completamente il doppio grilletto si riazionano automaticamente le sicure.
Varianti [modifica]
Glock 17: modello standard, utilizza cartucce 9 mm Parabellum o 9x21 in Italia.
Glock 17C: versione compensata con due fessure sulla canna e due corrispondenti sul carrello che fanno uscire parte dei gas di sparo prima che la palla esca compensando il rilevamento verso l'alto.
Glock 17L: versione con canna da 153 mm e grilletto perfezionato.
Glock 17A: versione con canna da 120 mm e caricatore da 10 colpi.
Glock 17S: versione con sicura.
Glock 17T: versione d'addestramento, in dotazione alle forze armate, utilizza proiettili di vernice o di gomma; realizzata con telaio di colore blu, per essere identificata come arma non letale, è disponibile in due varianti, Glock 17T 9mm FX e Glock 17T 7.8x21 AC.
Glock 17P: versione d'addestramento, utilizzata per il combattimento a mani nude; con telaio di colore rosso, non può incamerare cartucce.
Glock 17Pro: versione per il mercato finlandese, è dotata di alcuni accorgimenti: mirino notturno con tracciante al trizio, canna più lunga e filettata, caricatore più capiente.
Glock 17DK: versione per il mercato danese, ha dimensioni maggiori: è dotata di canna da 122,5 mm e raggiunge una lunghezza totale di 210 mm.
Glock 17MB: versione con sistema ambidestro per il rilascio del caricatore.
Glock 18: alla Glock 17, seguì la versione a raffica con selettore di sparo Glock 18, che aveva una capacità di fuoco pari a 1200 colpi al minuto ed era destinata alle forze speciali.
Modelli [modifica]
Calibro 9x19 Parabellum (9x21 IMI in Italia)

17 standard
17C (compact) compensata
17L canna da 153 mm, lunghezza 228 mm, altezza 131 mm, spessore 30 mm, lunghezza linea di mira 204 mm, 17/19 colpi (9 mm Para), 17/19 colpi (9 x 21 mm IMI), 15 in Italia, peso scarica 720 gr (17 colpi) e 723 gr (19 colpi), peso carica 931 gr (17 colpi) e 974 gr (19 colpi), realizzata per le gare di tiro plastico, creata tra l'88 e l'89
17T per addestramento, spara proiettili di vernice
18 pistola automatica, in dotazione solo a forze militari, lunghezza 224 mm, altezza 131 mm (con caricatore da 17 colpi, spessore 30 mm, lunghezza canna 134 mm, lunghezza linea di mira 165 mm, 17/19/33 colpi, peso scarica 636 gr, peso carica 899 gr (17 colpi)
19 compatta, canna da 102 mm.
19C (compact) Pistola semiautomatica, creata nell'87, lunghezza 174 mm, altezza 124 mm, spessore 30 mm, lunghezza canna 102 mm, lunghezza linea di mira 152 mm, 15/17 colpi, peso scarica 650 gr (15 colpi) e 836 gr carica (15 colpi), 653 gr scarica (17 colpi) e 864 gr carica (17 colpi), utilizzata da ufficiali di polizia investigativa e agenti in borghese
26 subcompatta
34 sportiva
Calibro .380 Auto

25 compatta
28 ultracompatta
Calibro .357 SIG

31
32 compatta
33 subcompatta
Calibro .40 SW

22 15 colpi, lunghezza 185 mm, altezza 136 mm, spessore 30 mm, lunghezza canna 114 mm, lunghezza linea di mira 165 mm, 698 gr scarica e 918 gr carica
22C compensata
23 Pistola semiautomatica, lunghezza 174 mm, altezza 124 mm, spessore 30 mm, lunghezza canna 102 mm, lunghezza linea di mira 152 mm, 15/17 colpi, peso scarica 650 gr (15 colpi) e 836 gr carica (15 colpi), 653 gr scarica (17 colpi) e 864 gr carica (17 colpi)
23C compatta, compensata
24 canna da 153mm
27 subcompatta
35 sportiva
Calibro 10 mm Auto

20 Pistola semiautomatica, lunghezza 193 mm, altezza 139 mm, spessore 32,5 mm, lunghezza canna 117 mm, lunghezza linea di mira 172 mm, 15 colpi, peso scarica 849 gr, carica 1090 gr circa, usata dai reparti speciali dell'US Army
20C compensata
29 compatta
Calibro .45 GAP

37
38 compatta
39 ultracompatta
Calibro .45 ACP

21 pistola semiautomatica, lunghezza 193 mm, altezza 139 mm, spessore 32,5 mm, lunghezza canna 117 mm, lunghezza linea di mira 172 mm, 13 colpi, peso scarica 810 gr, carica 1010 gr circa, creata nell'90
21C compensata
30 compatta
36 compatta, spessore 28,5 mm



 
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