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PISTOLE, ARMA CORTA

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_Bl4K_Eagle
view post Posted on 12/12/2010, 13:40     +1   -1




PISTOLE-ARMA CORTA



COSA SONO??


Il termine pistola indica comunemente un'arma da fuoco di tipo convenzionale, detta anche "arma corta", da usare con una sola mano, costituita da una canna di dimensione ridotte, un'impugnatura, un grilletto con cui fare fuoco tramite un percussore, il quale colpisce l'innesco provocandone lo scoppio. La maggior parte di queste armi è dotata anche di una sicura. La pistola è probabilmente l'arma da fuoco più diffusa nel mondo. Può essere di vari tipi, dalla semplice scaccia-cani a salve, alla pistola semiautomatica.
Pistole nella percezione comune

Le pistole sono in dotazione alle polizie e agli eserciti di tutto il mondo e, oltre che come armi da difesa, sono utilizzate anche come attrezzi sportivi, ad esempio nel tiro a segno.

Le pistole sono state uno dei simboli dell'epoca del Far West, nella quale venivano definite anche "sputafuoco". La più famosa ditta produttrice di pistole è la statunitense Colt, nata nel 1836. I revolver di Samuel Colt furono tra i più comuni nell'Ovest americano.
In Italia la più grande produttrice di pistole, e altre armi, è la Beretta.
È da sottolineare che sia in Italia che nel resto d' Europa, Austria, Germania e Svizzera in particolare, si è sviluppata l'evoluzione e la produzione delle pistole semiautomatiche, fino a livelli di eccellenza tale da essere adottate dagli stessi Americani per il loro esercito (Beretta 92FS) o dall' FBI e dalla DEA (SIG Sauer, Glock). È comunque l'arma da fuoco più conosciuta e più utilizzata.

Le prime pistole (distinte dal precedente archibugio) comparvero verso la metà del '500, secondo alcuni in Toscana, a Pistoia, ove fiorivano botteghe di valenti armaioli e il termine deriverebbe proprio dal nome di quella città. L'etimologia ufficiale lo fa invece derivare dal ceco píšťala ("tubo, canna"), mentre secondo altri trarrebbe origine da pistoles, moneta spagnola di diametro uguale al calibro degli schioppi d’allora.

Le prime pistole sfruttavano il sistema di accensione a ruota: sul fianco destro dell'arma era imperniato un dischetto di acciaio dal bordo zigrinato, caricato a molla e vincolato al grilletto. Premendo quest'ultimo il dischetto girava, sfregando contro una barretta di pirite, tenuta in posizione fra le ganasce di una morsa del cane, da cui si sprigionavano scintille, che incendiavano la polvere d'innesco.

Il sistema a ruota, costoso e delicato, non offriva ampie garanzie di affidabilità, per cui gli artigiani dell'epoca sostituirono al dischetto ruotante il cane stesso, dotato di una pietra focaia stretta fra due ganasce. Arretrandolo, si comprimeva una molla e lo si agganciava al dente di scatto. Premendo il grilletto, il cane si abbatteva su una piastrina d'acciaio (batteria), sfregandovi contro con la pietra e producendo le scintille, che incendiavano la polvere d'innesco.

Ai primi dell'800 si scoprì che alcuni composti chimici esplodevano se sottoposti a percussione: un piccolo involucro (capsula), contenente fulminato di mercurio, clorato di potassio e solfuro di antimonio, prese il posto dell'acciarino. La nascita del sistema a percussione, tuttora universalmente adottato, segna il definitivo ingresso nell'era moderna delle armi da fuoco: consente di ridurre enormemente le dimensioni fisiche dell'arma ed offre un'affidabilità di funzionamento pressoché totale.

Per anni però il numero di colpi di un'arma coincise con quello delle canne di cui essa era dotata: generalmente una, spesso due, al massimo tre, salve alcune esagerazioni poco diffuse, come le così dette "pistole a piede d'anitra" con quattro o più canne disposte a ventaglio su di un piano orizzontale che sparavano contemporaneamente o il fucile a sette canne dell'inglese Manton. Nel 1836 Samuel Colt, ispirandosi alle rivoltelle dette "pepperbox" (dotate di varie canne che sparavano una per volta venendo ruotate dall'azionamento del grilletto), depositò il brevetto relativo alla pistola a rotazione ad avancarica del tamburo, in cui il fascio di canne delle "pepperbox" era ridotto ad un corto cilindro (il tamburo, appunto) che, ruotando intorno al suo asse (dietro ad un'unica canna), presentava alla battuta del cane un colpo alla volta: era nato il revolver. Con l’invenzione della cartuccia metallica attribuita a Casimir Lefaucheux (che depositò nel 1836 a Parigi un brevetto per una cartuccia con innesco laterale a spillo), il principio della retrocarica conobbe la sua definitiva affermazione, venendo universalmente esteso a tutte le armi corte.

Le prime pistole di Colt sparavano in "singola azione" (si doveva cioè armare il cane con il pollice prima di ogni colpo), ed avevano cinque o sei colpi. Con l'affermarsi della "doppia azione" il revolver raggiunse il punto massimo della sua evoluzione, rimanendo sostanzialmente inalterato fino ai nostri giorni. Il nuovo sistema consentiva infatti di sparare senza armare manualmente il cane ad ogni tiro, essendo sufficiente una decisa pressione sul grilletto per alzare il cane, far ruotare il tamburo ed esplodere il colpo. Nel 1880 la diffusione delle polveri senza fumo (smokeless), a base di nitrocellulose come cordite e balistite, oltre a ridurre drasticamente i problemi derivanti dall'accumulo di depositi carboniosi, consentì di fabbricare cartucce molto più potenti e generò la tendenza alla progressiva riduzione dei calibri in uso (un calibro più piccolo consente infatti una maggior velocità del proiettile e la velocità è la prima responsabile dell' energia cinetica).

La retrocarica permise inoltre lo sviluppo dell'ultima grande innovazione nel mondo delle armi da fuoco portatili: il sistema di ripetizione semiautomatica, in cui l'energia cinetica del rinculo derivante dallo sparo viene utilizzata per far arretrare il carrello-otturatore, che espelle il bossolo vuoto, riarma il cane o il percussore, preleva una nuova cartuccia dal caricatore e la introduce in camera, aumentando significativamente la celerità di tiro. Un sistema simile era stato adottato per la prima volta nel 1884 da Hiram Maxim, inventore dell'omonima mitragliatrice.

Successivi miglioramenti vennero applicati alle armi corte da Hugo Borchardt, a cui si deve la nascita della prima pistola semiautomatica, la Borchardt-Luger, realizzata dal fabbricante austriaco Georg Luger. Da questa, nel 1897, derivò la famosa Luger Parabellum, poi mod. P. 08 (da: "Pistole 1908"), adottata da varie forze armate europee. Agli inizi del secolo Peter Paul Mauser brevettò un'altra rivoluzionaria pistola semiautomatica, con la sede del caricatore posta anteriormente al grilletto. In America invece gli studi di John Moses Browning diedero origine alla Colt Government 1911 in calibro .45 ACP, fino a pochi anni fa pistola d'ordinanza dell'U.S.Army e di molti corpi di Polizia, tuttora in produzione. Nel 1939 in Germania Karl Walther realizzò la famosa P.38 (da: "Pistole 1938") in calibro 9 mm Parabellum, prima semiautomatica a sfruttare il principio della doppia azione, permettendo di tenere la cartuccia in canna e far fuoco alla semplice pressione del grilletto, senza arretrare preventivamente il carrello ed evitando così l'impiego di entrambe le mani.
Principali tipi
Manuali
Pistole che devono essere ricaricate o armate dopo ogni colpo.
Colpo singolo

Queste pistole sono in teoria le più semplici, dove la carica veniva introdotta e poi sparata con il medesimo sistema dei cannoni e come tali, essi sono stati sostanzialmente nulla più di cannoni in miniatura, piccole abbastanza per essere maneggiati.

Miglioramenti nei secoli successivi, come vari tipi di serrature (dispositivi d'accensione) sono stati inventati e usati sul Matchlock, poi il wheellock. Nel XVII secolo si utilizza la pietra focaia, nel XIX secolo, sono state sviluppate le capsule a percussione, seguita di lì a poco integrato moderni di cartucce e martelli, quindi andando a sostituire le pietre focaie.
Colpi multipli

Sono pistole munite di un tamburo o tubo, dove i colpi possono essere gestiti in vari modi:

* Colpi simultanei, i colpi presenti nel tamburo vengono sparati in contemporanea
* Colpi singoli, i colpi nel tamburo vengono sparati singolarmente, ma il tamburo deve essere ruotato manualmente dopo ogni colpo per poter armare la pistola

A ripetizione
Pistole che non devono essere ricaricate a ogni colpo e che possono quindi esplodere una serie di colpi semplicemente premendo il grilletto (in alcuni casi previo armamento manuale del cane)
A tamburo (Revolver)
Il revolver o rivoltella è l'arma da fuoco semiautomatica costruttivamente più semplice; si compone di un telaio chiuso che ospita un tamburo, rotante intorno al proprio asse e basculante sul lato sinistro, al cui interno sono ricavate le camere cilindriche che alloggiano le cartucce. La pressione del grilletto determina la rotazione del tamburo e contemporaneamente (doppia azione) l'inarcamento del cane che, giunto alla sua massima estensione (punto morto), si abbatte sull'innesco della cartuccia o sul percussore. Per sparare di nuovo occorre ripetere l'operazione. Per un tiro più preciso, è quasi sempre possibile armare manualmente il cane, riducendo così drasticamente la corsa del grilletto e lo sforzo sul medesimo. Al riguardo, la maggior parte dei revolver dispone di doppia azione selettiva, consente cioè di sparare sia in doppia sia in singola azione; ve ne sono poi alcuni solo a singola azione (modelli prettamente sportivi o repliche dei vecchi Colt S.A.A.) ed altri solo a doppia azione (modelli compatti tipicamente da difesa a cane interno o carenato).
Pregi

Pregi essenziali del revolver, rispetto ad una semiautomatica, sono:

* l’estrema facilità d'utilizzo, anche con una sola mano, non essendoci carrelli da arretrare;
* la sicurezza di porto e custodia (quasi tutti sono privi di sicura manuale, inutile, perché per sparare occorre una trazione del grilletto decisa e quindi intenzionale);
* l'immediata possibilità di verificare se è carico o meno, basta guardare il tamburo di profilo o anteriormente prestando attenzione;
* la possibilità di utilizzare, a parità di calibro (ed entro certi limiti) munizioni di varia potenza, essendo quest’ultima ininfluente sul ciclo di sparo;
* la possibilità, in caso di difettoso funzionamento della cartuccia, di esplodere subito un altro colpo, premendo nuovamente il grilletto, in quanto le cartucce sono già inserite in altrettante camere di scoppio indipendenti;
* il minor numero di parti in movimento e, conseguentemente, le minori probabilità di guasti e rotture e le minori esigenze di manutenzione e lubrificazione;
* una maggior precisione teorica, stante l’assenza di parti in movimento durante lo sparo che possono ingenerare vibrazioni parassite;
* la totale insensibilità alle variazioni atmosferiche e climatiche;
* abbinando un calcio, si può ridurre il forte rinculo dato dalle munizioni magnum calibro .45, fino all'80%;

Difetti

Principali difetti, invece, sono:

* un minor numero di colpi, generalmente sei, ma spesso cinque, sette e talvolta otto, in stretta relazione al calibro;
* l’elevato ingombro laterale, a causa del tamburo, necessariamente cilindrico;
* il secco rinculo dei calibri più potenti, che si scarica interamente sul polso, non venendo neppure parzialmente assorbito da meccanismi di riarmo;
* la propensione a sporcarsi dopo ogni seduta di tiro, a causa dello sfiato di gas combusti tra tamburo e canna;
* le operazioni di espulsione dei bossoli e di rifornimento del tamburo sono lente e macchinose, specialmente in momenti di concitazione.

Pistola semiautomatica

Questa pistola è esclusivamente del tipo semiautomatico (o automatico, vedi sezione "Pistole Automatiche") ed è bene precisare che con il termine "pistola semiautomatica" si indica un'arma che funziona con il sistema di seguito descritto. La "pistola automatica" nella sua definizione corretta è invece un'arma che spara a raffica: ovvero che continua a sparare finché si tiene premuto il grilletto. Tale è il caso dei "mitra" (detti anche, appunto, "pistole mitragliatrici") o di pochissime armi corte (ad esempio alcune vecchie Mauser o alcune Glock).

Il principio di funzionamento della "pistola scarrellante" è concettualmente semplice: il primo colpo va introdotto manualmente nella camera di scoppio, arretrando il carrello per prelevare una cartuccia dal caricatore ed armare il cane; al momento dello sparo l'energia cinetica prodotta dall’espansione dei gas, causati dalla rapidissima combustione della carica di lancio, spinge la pallottola attraverso la via che offre minore resistenza, cioè la canna; parte di tale energia (rinculo) viene utilizzata per far arretrare nuovamente il carrello, espellere il bossolo sparato e riarmare il cane. Sotto l'azione della molla di recupero il carrello ritorna in sede, prelevando una nuova cartuccia dal caricatore ed introducendola nella camera di scoppio. Per esplodere i colpi successivi basterà tirare ogni volta il grilletto, sparando in singola azione (cane già armato).
Pregi

Pregi essenziali dell'automatica, rispetto al revolver, sono:

* maggior capacità di fuoco, generalmente da 7 a 17 colpi, secondo il calibro, con caricatore bifilare;
* maggior celerità teorica di tiro, sia perché la velocità del moto rettilineo del carrello è superiore a quella di rotazione del tamburo, sia perché i colpi successivi al primo vengono sparati in singola azione, con minore sforzo;
* possibilità di sostituire rapidamente il caricatore esaurito con un altro di riserva; generalmente quando un caricatore è esaurito l'arma rimane aperta col carrello arretrato, basta introdurre un altro caricatore, sganciare il carrello e la cartuccia è già camerata;
* minor spessore e quindi, a parità delle altre dimensioni e di peso, maggior occultabilità e comodità di porto;
* minore sensazione di rinculo, a parità di calibro, per l’azione ammortizzante della molla di recupero;
* possibilità di silenziare l'arma tramite l'applicazione di un silenziatore sulla volata, cosa impossibile per quasi tutti i revolver dato che lo sfogo dei gas avviene, oltre che dalla canna, anche nel castello nella zona che ospita il tamburo.

Difetti

I principali difetti, invece, sono:

* la maggior complessità costruttiva, che comporta una maggiore usura delle parti e, nei modelli più economici, può dar luogo a malfunzionamenti, guasti e rotture;
* la necessità di servirsi di entrambe le mani per arretrare il carrello e camerare la prima cartuccia del primo caricatore, a meno che non la si porti con il colpo in canna, cosa consigliabile solo se l’arma dispone di adeguati sistemi di sicurezza che bloccano il percussore oltre che il cane e il grilletto;
* l'impossibilità di sapere subito se il caricatore è pieno o no;
* la difficoltà di sapere se la camera di cartuccia è vuota o meno;
* la rumorosità di armamento;
* l'elevato grado di addestramento necessario per padroneggiarla con sicurezza (probabilità di ferirsi durante lo scarrellamento dell'arma) ed efficienza;
* la complessità delle operazioni di smontaggio e pulizia;
* la necessità di utilizzare cartucce di una determinata potenza, sulla quale è stato tarato il cinematismo di sparo: variazioni in meno possono causare inceppamenti o mancato riarmo, variazioni in aumento possono risultare pericolose per l'integrità degli organi meccanici e per il tiratore;
* i possibili problemi di alimentazione con palle non blindate (a punta molle, dette a piombo nudo) ovvero di forma diversa dall'ogiva tradizionale;
* la necessità, in caso di inceppamento, di liberare l'unica camera di cartuccia scarrellando nuovamente;

# la sensibilità alle variazioni climatiche (il freddo intenso può gelare l’olio di lubrificazione) e alle infiltrazioni di sporco;
# la possibilità di malfunzionamenti se il caricatore viene lasciato a lungo pieno di munizioni, a causa dell'anomala compressione cui viene sottoposta la molla del caricatore stesso: essa si deforma e non è più in grado di fornire la necessaria spinta verso l'alto alle cartucce, che non vengono incamerate correttamente.
Pistola automatica o mitragliatrice

Anche se con il termine pistola mitragliatrice si indicano comunemente i mitra, il termine può essere usato, e forse più correttamente, per indicare un'arma da pugno automatica nel senso proprio del termine, che non necessita cioè della ripetuta pressione sul grilletto per poter sparare più colpi, sparando quindi a raffica e risultando una via di mezzo tra una pistola semiautomatica ed un mitra vero e proprio. Tipici esempi in questo senso sono la Beretta 93R e la Glock 18.

Nelle versioni a tamburo la spinta del rinculo è sfruttata per far ruotare il tamburo ed arretrare il cane, si tratta quindi di un revolver che fa fuoco in singola azione ma con la stessa rapidità di una pistola semiautomatica. Tipici esempi sono il Webley-Fosbery del 1895 che può funzionare sia come pistola semiautomatica sia come automatica e la moderna Mateba "autorevolver" del 1997

Edited by _Bl4K_Eagle - 12/12/2010, 14:13
 
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_Bl4K_Eagle
view post Posted on 12/12/2010, 14:21     +1   +1   -1




COLT PYTHON

La Colt Python è una rivoltella calibro .357 Magnum statunitense costruita dalla Colt's Manufacturing Company di Hartford nel Connecticut. Appartiene al segmento commerciale dei revolver di pregio. Alcuni tra gli scrittori e collezionisti famosi di armi da fuoco hanno descritto il Python come uno dei più bei revolver di sempre.

La Colt Python è una pistola ad azione mista che utilizza la potente cartuccia .357 Magnum. Essa presenta caratteristiche innovative, come la bindella (la parte superiore della canna) forata, che svolge la doppia funzione di raffreddamento della canna in caso di uso prolungato e di contenimento del peso dell'arma. Tuttavia le soluzioni tecniche che distinguono maggiormente la Python rispetto ai revolver del periodo sono la rotazione del tamburo, in senso orario rispetto al tiratore, e il perno del tamburo stesso, situato nel castello anziché sulla dentiera; ne consegue che il pulsante di svincolo del tamburo deve essere tiranto all'indietro anziché spinto in avanti, e questo ne spiega la caratteristica forma ad invaso.

Le Python hanno una confermata reputazione di precisione, linearità nel funzionamento del grilletto e tenuta del tamburo; doti che ne hanno sancito un notevole successo commerciale.

Eccovi una foto per farvi capire la grandezza, confrontato con altri calibri e il 9mm :D
ammo

Colt Python







DESERT EAGLE CAL50


Date le sue grosse dimensioni, l'arma non risulta facilmente occultabile nella maggior parte delle situazioni di autodifesa. La grandezza del caricatore per i proiettili .50 AE richiede poi una grossa presa, il che rende difficile o impossibile ad un operatore con mani piccole il suo maneggiamento.
La versione .50 AE per Desert Eagle è un proiettile potente, ma il forte rinculo è difficilmente controllabile se comparato a pistole più piccole con camere di scoppio per munizioni più comuni. Inoltre le munizioni .50 AE sono ritenute da molti inutilmente potenti per l'autodifesa o per scopi militari. Il suo primo scopo di mercato -caccia alla selvaggina di grossa taglia- è ripreso da prodotti simili come la S&W 500 tra le altre pistole di grossa misura. Pertanto l'arma, nel calibro .50 AE, non riscontra molta popolarità tra i tiratori. La versione .357 Magnum e la .44 Magnum sono molto più popolari tra i tiratori australiani, in particolar modo con il profilo metallico. Questo perché le legge sulle pistole ne vieta l'utilizzo sportivo con calibri superiori al .45. Nonostante i difetti, la Desert Eagle presenta qualche vantaggio sulle altre pistole di grosso calibro (solitamente revolvers) mantenendo tuttavia un grosso seguito.La Desert Eagle è abbastanza pesante con i suoi oltre 2Kg di peso e di poco più leggera quando non è carica. L'arma risulta bilanciata al meglio con il caricatore completamente pieno ed il colpo in canna. Anche se può essere usata con una mano sola, è generalmente considerata una pistola da utilizzare con due mani.Il prezzo della Desert Eagle scoraggia all'acquisto molti tiratori, specialmente se comparato con pistole automatiche o semi-automatiche meno costose con la possibilità di utilizzare un simile tipo di proiettili. Il costo tipico per il modello nero è di circa $1.050-$1.200 USD a seconda della zona dell'acquisto. Le rifiniture personalizzate aggiungono un costo di $200-$500 USD. È poi chiaro che le Eagles adatte all'utilizzo di proiettili .357 e .44 sono molto più costose di quelle per proiettili .50 AE visto che è molto più semplice e meno costoso utilizzare questo tipo di proiettili.Un'accurata pulizia va rigorosamente effettuata dopo ogni sessione di tiro, visibili detriti delle palle espulse (anche se blindate) aderiscono con forza al pistone e all'alloggiamento a causa dell'alta temperatura e pressione. Inaccurate pulizie portano immediatamente questo delicato sistema all'inceppamento. L'arretramento del pistone avviene "all'aperto" e il gas, ad elevata pressione, si scarica all'esterno in direzione del tiratore aumentando notevolmente la rumorosità percepita rendendo spesso insufficienti le sole cuffie di protezione.

Questo è quello che potrebbe capitare se non si impugna bene l'arma :D


Foto Desert Eagle
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COLT 1911

La Colt M1911 è una pistola semi-automatica ad azione singola calibro .45ACP. Progettata da John Browning, è stata la pistola d'ordinanza dello United States Army dal 1911 al 1985. Venne largamente usata nella prima e nella seconda guerra mondiale, in Corea e in Vietnam. In totale, nelle versioni M1911 e M1911A1, ne sono state prodotte 2.700.000 di esemplari.
Verso la fine del 1899, lo United States Army eseguì dei test su alcune pistole a canna rinculante per sostituire i vecchi revolver .38 in dotazione sul finire del secolo. Le sperimentazioni, condotte su modelli presentati dalla Mauser (il C96), dalla Mannlicher (lo Steyr Mannlicher M1894) e dalla Colt (Colt M1900), non furono soddisfacenti, così l'attenzione si spostò sulle pistole Luger. Si ritenne, però, che il calibro 9 mm non avesse abbastanza potere di arresto, così nel 1904 si decise di adottare il calibro 45. Nel 1906 venne indetta una gara, a cui parteciparono alcune delle più importanti case produttrici di armi dell'epoca. Dopo alcuni test preliminari, la scelta si ridusse tra i modelli presentati dalla Savage Arms Company e dalla Colt, che furono sottoposti, tra il 1907 e il 1910, ad una lunga serie di sperimentazioni, che vide nettamente vincitore il progetto di John Browning.
L'arma venne ufficialmente adottata dall'esercito nel 1911, con la designazione di M1911, che muterà nel 1940 in Automatic Pistol, Caliber .45, M1911.Inizialmente la produzione di quest'arma fu affidata esclusivamente alla Colt, ma prima del 1914 anche l'arsenale di Springfield fu attrezzato a questo scopo.Al momento dell'intervento americano nella prima guerra mondiale erano disponibili solo 55.553 pistole di questo tipo che nel corso del conflitto vennero fabbricate anche dalla Remington, oltre che dalla Colt, mentre l'arsenale di Springfield si occupò esclusivamente alla produzione dei fucili Modello 1903; complessivamente durante la prima guerra mondiale furono prodotte circa 450.000 Modello 1911, prevalentemente dalla Colt, visto che la Remington alla fine del dicembre 1918 aveva consegnato solamente 21.265 pistole. L'esperienza maturata sul campo durante il conflitto portò, nel 1924, a piccole modifiche esteriori e il nuovo modello venne denominato M1911A1 (che muterà poi nel 1940 in Automatic Pistol, Caliber .45, M1911A1 e successivamente in Pistol, Caliber .45, Automatic, M1911A1).Quest'arma si distingueva dal modello precedente per i seguenti dettagli:

* La sede sella molla del cane che costituisce la parte inferiore del dorso dell'impugnatura sulla M1911 era dritta e liscia, mentre sulla M1911A1 è arcuata e zigrinata.
* Il grilletto della M1911 è liscio e leggermente più lungo rispetto a quello scanalato della M1911A1.
* Lo sperone posteriore dell'impugnatura, facente parte della sicura automatica dorsale, nella M1911A1 è più lungo.
* Il mirino della M1911A1 è più largo.
* Sul castello della M1911A1,subito dietro il grilletto, sono stati praticati due sgusci che agevolano l'azione dell'indice sul grilletto stesso.
* Nella M1911A1 furono apportate lievi variazioni nella foratura e nella rigatura della canna.

Con la seconda guerra mondiale la richiesta legata all'arma crebbe notevolmente tanto che, sul finire del 1945, ne erano stati prodotti 1,8 milioni di esemplari, in diversi stabilimenti (Springfield, Ithaca, Singer, Auto-Ordenance). Da quel momento in poi, non ne furono più ordinati nuovi esemplari, ma vennero usati parti inventariate per sostituire il parco attivo. Dopo il 1945, l'arma rimase in dotazione come pistola d'ordinanza ed attraversò la guerra di Corea e quella in Vietnam, fino ad essere utilizzata, solo da alcuni reparti, anche nell'operazione Tempesta nel deserto del 1991. Difatti, nel 1985, una commissione dell'aviazione statunitense aveva decretato l'adozione di un nuovo modello Beretta, la 92FS calibro 9 mm parabellum, e, quindi, la dismissione del M1911A1, nonostante il ricorso, successivamente perso, dell'esercito. Ancora oggi il modello M1911A1 è usato dalle forze di polizia (LAPD-SWAT, HRTteam dell'FBI ed altre), dal Marine Expedicionary Unit dell'USMC nella versione modificata MEU(SOC) e dai Navy SEAL

SCHEDA TECNICA
Calibro: 11.43 mm (.45)
Munizioni: .45 ACP
Azionamento: a corto rinculo tipo Browning
Velocità alla volata: 244 m/s
Gittata:70 m
Lunghezza: 210 mm
Lunghezza della canna:127 mm
Peso: 1,105 kg (scarica)
Alimentazione: caricatore da 7 colpi + 1
Organi di mira: fisse

colt1911

VIDEO DEL MECCANISMO DI UNA COLT






BERETTA 92



La Beretta 92 (conosciuta anche nelle varianti Beretta 96, Beretta 98 e Beretta M9) è una pistola semi-automatica a chiusura geometrica con blocco oscillante progettata e costruita dalla Fabbrica d'armi Beretta. Studiata nel 1972 e prodotta negli anni in molte varianti è ancora oggi un'arma di riferimento nel settore difesa civile e militare (essa rimane tuttavia poco apprezzata nel settore del tiro sportivo, per i dispositivi contro lo sparo accidentale, che ne rendono poco agevole l'uso in poligono: lo scatto troppo lungo, la sicura sul carrello). È divenuta universalmente conosciuta dopo essere stata adottata dall'esercito USA per sostituire la pistola Colt M1911 come arma da fianco per i soldati degli Stati Uniti, assumendo la denominazione di Beretta M9.
In Italia, nel mercato civile, è commercializzata come Modello 98FS ed è in un calibro differente rispetto al modello 92 disponibile invece esclusivamente per le forze dell'ordine e le forze armate.Circa 5000 copie del primo modello furono costruite nel biennio dal 1975 al 1976. Come arma era una evoluzione del precedente modello assegnato alle forze di polizia Beretta Mod. 51. Impiegava un caricatore bifilare a presentazione monofilare da 15 cartucce, ma del precedente modello conservava la sicura che consisteva in un alberino che bloccava il cane nella sola posizione di armato. Su specifiche, il modello 92 non venne adottato e venne modificata nel modello S (sicura) che presentava una sicura a levetta svolgente una triplice funzione (disassava il perno del percussore dal percussore, abbatteva il cane in completa sicurezza, abbassava la leva di collegamento disconnettendo il grilletto dal gruppo scatto).

beretta2

Edited by _Bl4K_Eagle - 30/9/2011, 15:54
 
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_Bl4K_Eagle
view post Posted on 13/12/2010, 01:02     +1   +1   -1




GLOCK17



La Glock 17 è una pistola semiautomatica prodotta dall'azienda austriaca Glock a partire dal 1980.

La Glock 17, (chiamata così poiché si trattava del 17° brevetto per l'azienda) è stata realizzata per sostituire la Walther P38 in dotazione all'esercito austriaco; nata come pistola con cartucce 9 mm Parabellum, è stata in seguito prodotta in numerose varianti.

Prodotta per la prima volta nel 1983, possiede una caratteristica speciale, quella di avere il fusto costruito con uno speciale polimero che la rende estremamente leggera in rapporto alla potenza di fuoco. Inoltre questo materiale è resistente alla corrosione e agli urti; prove di resistenza a temperature estreme, di immersione in acqua e di caduta fino da 120 metri sono state effettuate e superate per soddisfare le richieste dell'esercito austriaco, norvegese e svedese. L'arma in questione è inoltre costituita solamente da 33 parti, ciò comporta una manutenzione più facile da effettuare.

L'unica sicura esterna della Glock 17 è una levetta accoppiata al grilletto, tirando entrambi con una breve corsa viene tolta la prima sicura e continuando nella trazione si arma il percussore e vengono tolte due sicure interne; questo primo movimento è simile ad una doppia azione dopodiché continuando a tirare il grilletto scatta solo il percussore già armato, mentre rilasciando completamente il doppio grilletto si riazionano automaticamente le sicure.
Varianti

* Glock 17: modello standard, utilizza cartucce 9 mm Parabellum o 9x21 in Italia.
o Glock 17C: versione compensata con due fessure sulla canna e due corrispondenti sul carrello che fanno uscire parte dei gas di sparo prima che la palla esca compensando il rilevamento verso l'alto.
o Glock 17L: versione con canna da 153 mm e grilletto perfezionato.
o Glock 17A: versione con canna da 120 mm e caricatore da 10 colpi.
o Glock 17S: versione con sicura.
o Glock 17T: versione d'addestramento, in dotazione alle forze armate, utilizza proiettili di vernice o di gomma; realizzata con telaio di colore blu, per essere identificata come arma non letale, è disponibile in due varianti, Glock 17T 9mm FX e Glock 17T 7.8x21 AC.
o Glock 17P: versione d'addestramento, utilizzata per il combattimento a mani nude; con telaio di colore rosso, non può incamerare cartucce.
o Glock 17Pro: versione per il mercato finlandese, è dotata di alcuni accorgimenti: mirino notturno con tracciante al trizio, canna più lunga e filettata, caricatore più capiente.
o Glock 17DK: versione per il mercato danese, ha dimensioni maggiori: è dotata di canna da 122,5 mm e raggiunge una lunghezza totale di 210 mm.
o Glock 17MB: versione con sistema ambidestro per il rilascio del caricatore.
* Glock 18: alla Glock 17, seguì la versione a raffica con selettore di sparo Glock 18, che aveva una capacità di fuoco pari a 1200 colpi al minuto ed era destinata alle forze speciali.


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PFEIFER ZELISKA .600 NITRO EXPRESS REVOLVER



Il revolver a singola azione Zeliska in .600 Nitro Express viene prodotto dalla Austriaca Pfeifer Waffen. Parliamo del revolver più grosso e potente al mondo, pesante 6.001 chilogrammi (13.230 lb) ed una lunghezza complessiva di 55 centimetri (22 in). Il tamburo da solo pesa 2.041 chilogrammi (4.500 lb)!. Lo Zeliska grazie alle sue camerature è di fatto il revolver più potente al mondo e genera in volata un'energia di oltre 6 kilojoule (4,400 ft·lbf). La struttura ed il peso dell'arma mitigano il devastante rinculo rendendo il revolver gestibile senza troppi patemi d'animo...

La capacità del revolver è di 5 colpi ed è camerato in calibro .600 Nitro Express o .458 Win Magnum.


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Notare le munizioni
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FONTE:http://kaboomandy.blogspot.com/2010/03/pfeifer-zeliska-600-nitro-express_1394.html
 
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_Bl4K_Eagle
view post Posted on 13/12/2010, 14:13     +1   +1   -1




TASER

Tengo a precisare che il taser non è catalogato come pistola, ma lo inserisco ugualmente in questa categoria per il semplice fatto che molti la definiscono pistola ( E una arma di difesa non mortale )


Il Taser è un'arma da difesa nata all'inizio degli anni 1970 dal miglioramento dei manganelli elettrici; l'idea nuova di un certo John Cover fu di consentire la scarica elettrica a distanza mediante due freccette collegate al generatore di scarica ciascuna da un sottile filo elettrico isolato e sparato fino ad una distanza di 5 o 6 metri. Il nome è una abbreviazione per "Thomas A. Swift's Electronic Rifle" dove Thomas A. Swift è l'eroe di un fumetto popolare all'epoca!
La scarica prodotta è, come avviene usualmente in questi apparecchi (tra cui anche la "frusta elettrica" per il bestiame) una scarica ad alto voltaggio (circa 50.000 volt) e a basso amperaggio (6 milliampère), partendo da una normale batteria a 7,2 volt.Un amperaggio così basso sarebbe però insufficiente a produrre gli effetti voluti e perciò la carica viene concentrata in un condensatore da cui viene rilasciata ad impulsi di 4-5 microsecondi (milionesimi di secondi), con picchi di 5-6 Amp. e con un ritmo di una quindicina di impulsi al secondo che si scaricano ogni volta che attraverso il corpo si chiude il circuito tra le due freccette. Non è necessario che le freccette tocchino la cute, ma è sufficienti che si piantino negli abiti in qualsiasi punto del corpo. Quindi la superficie vitale da colpire è molto ampia (uno spray agisce solo sul volto, una pistola solo sul tronco).
Le frecce agiscono tanto più efficacmente quanto maggiore è la distanza fra di esse.Siccome esse viaggaino con un angolo di 8 gradi, ad un metro saranno distanti 15 cm. e a 5 metri 65 cm. Se si colpisce con una sola freccia non si ha alcun effetto ed allora conviene correre contro l'avversario per usare l'arma a contatto (se una freccia ha colpito il bersaglio,. meglio toccare il corpo in un punto lontano dalla freccia). La scaricsa agisce meglio sul muscolo che su altri tessuti. Se si colpisce il ventre può accadere che l'avversario abbia ancora la capacità di aggredire e ferire.
Nei manganelli elettrici (stun weapons) che lavorano senza impulsi e nell'ambito dei 7-14 Watt, la scarica è molto molesta ma non sufficiente a far crollare a terra il soggetto colpito, che talvolta può presentare una particolare resistenza. Il sistema a pulsazioni agisce direttamente sui muscoli facendo cadere a terra la persona per le conseguenti contrazioni che lo riducono in posizione fetale (Electro-Muscular Disruption, EMD).I prodotturi attestano una incapacitazione totale nel 99,5% dei casiUna scarica di questo tipo riesce ad inabilitare una persona nel giro di due secondi.

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›ßo$$‹_ßl4k_ÊýêÐ
view post Posted on 5/2/2011, 18:48     +1   -1




Heckler & Koch VP70



La Heckler & Koch VP70 (abbreviazione di Vollautomatische Pistole, letteralmente "pistola completamente automatica") è una pistola semiautomatica prodotta dall'azienda tedesca Heckler & Koch. Progettata nel 1968, è rimasta in produzione fino al 1989. Il numero 70 nel nome indica l'anno di entrata in produzione.
La pistola VP70 è esclusivamente ad azione doppia, con modalità di fuoco semiautomatica o in raffica da tre colpi. Utilizza cartucce 9 mm Parabellum in un caricatore da ben 18 colpi.
L'arma è realizzata in acciaio rivestita in polimeri; si tratta della prima pistola ad utilizzare tale processo di plastificazione
La pistola (VP70M) è dotata di un braccio applicabile all'impugnatura, che la rende simile ad una pistola mitragliatrice. Quando non utilizzato, il braccio può essere utilizzato come fondina.
Il braccio è dotato inoltre del selettore di modalità di fuoco.
La Heckler & Koch VP70 è stata realizzata in due varianti:

VP70Z (Zivilian, civile), dotata di modalità unicamente semiautomatica
VP70M (Militär, militare), dotata invece di modalità a raffica da 3 colpi
Un'ulteriore variante, prodotta in 400 esemplari per il mercato italiano, utilizzava proiettili 9 × 21 mm IMI al posto delle cartucce 9 mm Parabellum, non utilizzabili per armi civili secondo la vigente normativa.

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Lahti L-35



La Lahti L-35 era una pistola designata dal finlandese Aimo Lahti che fu prodotta tra il 1935 e il 1952. Circa 9000 pistole vennero create in quattro produzioni di serie.
L'arma aveva un acceleratore a bullone per aumentare l'affidabilità in situazioni di freddo. Questo tipo di sistema è raro sulle pistole.
L'esercito finnico utilizzò la L-35 nella guerra d'inverno e nella guerra di continuazione, e fu la pistola ufficiale fino al 1980 dove venne sostituita dalla pistola FN HP-DA.
Una versione semplificata e in qualche modo inferiore della L-35 venne costruita sotto licenza in Svezia e venne adottata dalle Forza Armate svedesi nel 1940. Il nome ufficiale militare svedese era Pistol m/40 ma è anche conosciuta come Husqvarna m/40 dal nome del manufattore, Husqvarna che produsse almeno 100.000 di queste armi tra il 1940 e il 1946.
A causa della poca qualità dell'acciaio usato nella fabbricazione della cartuccia da 9 mm adottata nel 1960, l'otturatore della canna iniziò a disgregarsi nel 1980. Come temporaneo rimpiazzo del Browning N°2 le pistole vennero rimandate in servizio fino al completo rimpiazzo negli anni novanta con le pistole 88 Glock che vennero adottate dal Esercito svedese, e Glock 19 dalla Forza aerea svedese.

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Mauser C96



La Mauser C96 è una pistola semiautomatica. È la prima delle 3 "tedesche" (le altre sono la Luger P08 e la Walther P38). Si distingue immediatamente per il grilletto sistemato in un castello praticamente rotondo, e il caricatore anteriore invece che essere presente nel calcio, corto e piccolo rispetto alla dimensione della pistola.

Oggetto di interesse straordinario tra i collezionisti delle armi d'epoca, in realtà quest'arma, che pure risale al tardo '800, è stata impiegata, spesso come simbolo di prestigio personale, sia in ambienti militari che civili. Addirittura, in Cina, dove essa ebbe un immenso successo nei primi decenni del XX secolo, venne realizzata anche come pistola totalmente automatica, ovvero 'mitra'.

Le prime armi di questo tipo vennero realizzata dai tre fratelli Feederle, che nel 1896 completarono la progettazione e la Mauser di Obendorf le mise in produzione. Dopo che le prime armi vennero poste in produzione apparvero una serie di appoggi a spalla ed altri accessori complicati. La versione militare arrivò solo nel 1912.

Il modello scelto dai militari tedeschi era camerato in calibro 9mm Parabellum, ma altri modelli cameravano una cartuccia da 7,1000mm col bossolo a bottiglia, per evitare confusioni sulle pistole d'ordinanza era inciso un grosso "9" dipinto in rosso sulle guancette in legno. La canna era da 140mm. Il funzionamento era complesso: al momento dello sparo la canna, l' otturatore e il castello/impugnatura venivano mantenuti solidali da un apposito elemento mobile di bloccaggio che si trovava incernierato nel castello e che ingranava al di sotto dell'otturatore, che si muoveva avanti e indietro contenuto dentro l' estensione posteriore della canna. Dopo lo sparo l'elemento mobile ritardava l'apertura per un tempuscolo fino a quando la pressione non fosse diminuita ad un valore accettabile, poi l'elemento ruotava, avendo l'impulso dello sparo vinto la sua inerzia, svincolando l'otturatore e la canna dal castello. La canna, va detto, retrocedeva di poco, per poi essere bloccata e tornare in avanti spinta da una sua molla di recupero. L'otturatore invece retrocedeva di molto, espellendo il bossolo spento, poi tornava in posizione spinto dalla sua molla di recupero e avanzando camerava un'altra nuova cartuccia. Ovviamente si trattava di un meccanismo molto complesso e che richiedeva accurata lavorazione. Il caricatore da 10 colpi, questi ultimi inseriti in clips per il caricamento rapido, era parte integrante del castello.

Nonostante il costo, quest'arma era richiesta in grandi quantità subito dopo la sua apparizione; e questo sia da civili che da militari. Uno dei motivi principali era certo l'aspetto esteriore, che attraeva moltissimo nonostante il nomignolo 'Broomhandle' ('Manico di scopa'), o 'coscia di pollo' affibbiato a tali armi per via del calcio. Sembra che esse dessero a chi le portava un senso di grande importanza e prestigio. Ma chi ne subiva le conseguenze era ancora più impressionato, perché nonostante la canna non fosse tanto lunga, la C/96 sparava un proiettile ad alta velocità letale anche a lunghe distanze, tanto che tra gli accessori extra vi era un alzo da ben 1000 metri. Altri oggetti erano un calcio-custodia in legno che conteneva anche gli attrezzi per la manutenzione.

Molti ufficiali al tempo della Prima guerra mondiale erano armati con tale pistola, anche perché all'epoca dovevano in genere armarsi a loro spese. Churchill, durante il periodo trascorso nell'esercito inglese come ufficiale di cavalleria ne aveva una, che, come racconta lui stesso nelle sue memorie, gli salvò la vita durante la battaglia di Omdurman contro i dervisci del Mahdi.

Tra le prime versioni, vi fu il cambiamento di proiettile, con un modello camerato per il 9mm Mauser Export, più potente della Parabellum. Nel 1916 i tedeschi introdussero invece la Parabellum da 9mm per le loro armi. Queste non si dimostrarono molto inclini a funzionare bene nelle condizioni del fango delle trincee, e così vennero studiate per altri ruoli, come quelli di impiego aria-aria, ai primordi dei combattimenti aerei, cosa che ebbe un certo successo date le caratteristiche dell'arma. Poi arrivarono le mitragliatrici e il tempo del 'bricolage' nelle armi di bordo aeronautiche finì presto.
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Dopo la guerra, quest'arma continuò ad attrarre molti clienti civili, militati, paramilitari. In Spagna e Cina nacquero versioni a fuoco automatico, anche con caricatori da 20 colpi. Anche in Persia queste armi vennero prodotte. La Mauser si ritrovò moltissimi 'cloni' sul mercato e rispose con la Mauser Modello 712, che permetteva il fuoco automatico in condizioni di elevata sicurezza rispetto alle copie realizzate da altri Paesi. Una di queste armi uccise Alessandro I di Jugoslavia. Le Mauser erano micidiali quasi quanto un fucile ma molto più facili da occultare e puntare.

Durante la Seconda guerra mondiale vennero ancora usate, sebbene in quantità molto inferiori. Il suo maggior impiego era quello in azioni contro i partigiani, lontano dalla prima linea. Nel frattempo, in Cina ed altri paesi la produzione continuava, e addirittura decenni dopo è apparso l'ultimo derivato: il mitra Tipo 80, che somiglia alla Mauser in maniera molto marcata, ed è non solo automatico, ma persino munito di attacco per baionetta.


Norinco 1911 A1



L'arma ricalca fedelmente le linee del modello al quale si ispira e come nell' originale il calibro è il .45 ACP

La pistola viene venduta attualmente in Italia ad un prezzo che va dai 350,00 euro per la versione comune sino ai 450,00 per la versione sportiva. Entrambe si dimostrano armi affidabili, costruite con buoni materiali, anche se i metodi di costruzione, di finitura delle parti e di assemblaggio appaiono un po' grossolani rispetto al modello della Colt. Tuttavia le caratteristiche e la precisione dell'arma nel tiro rappresentano un ottimo rapporto fra il prezzo di acquisto e la funzionalità offerta da questa pistola.

I limiti dell'arma sono rappresentati dalla capacità del serbatoio (7 colpi nella versione comune e 8 in quella sportiva) e nel peso che supera il chilogrammo. Esiste tuttavia il modello "P-15" nel quale la capienza del caricatore è stata aumentata a 15 colpi anche se ciò ha comportato la riduzione del calibro al 9 mm Parabellum (calibro peraltro vietato ai civili in Italia).

Il calibro .45 ACP, che assicura un notevole potere d'arresto, può fare di questa pistola una valida alternativa per le esigenze di difesa personale.

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Pistola Nambu Type 94



La pistola Type 94 da 8 mm (pistola Type 94, dal giapponese 九四式拳銃 Kyuuyon-Shiki Kenjuu) era una pistola semi-automatica piccola e leggera (1 libbra e 11 once), prodotta in gran numero in Giappone prima e durante la seconda guerra mondiale.

Progettata da Kijiro Nambu, la pistola entrò in produzione nel 1934 alla Nambu Rifle Manufacturing Company. Originariamente assegnata al libero commercio, si dice che fu sviluppata per i piloti, gli equipaggi dei bombardieri e carri armati perché la pistola Nambu Type 14 era troppo grande. Infatti, la Type 14 era più lunga della Colt 1911 .45 ACP. La pistola, aveva il griletto in plastica invece del grilletto in corno o legno del Type 14, fu progettata per la produzione in massa, ma le modifiche ne incrementarono i costi.

Il Type 94 usava le stesse munizioni 8x22mm Nambu (.315 pollici) del Type 14 ed era facile da caricare, avendo un più potente meccanismo di fuoco per ridurre le accensioni irregolari. L'arma divenne famosa per un errore di progettazione che permetteva di alimentare premendo un tasto sul lato sinisro della camera. Alcuni ufficiali hanno raccontato che a volte mentre scivolavano e cadevano nel fango azionavano per sbaglio il grilleto e ferivano loro stessi. Quanto spesso la scarica accidentale sia successa è una questione di dibattito, ma l'arma fu un fallimento commerciale ed è frequentemente descritta come la "peggiore pistola di servizio mai rilasciata" da autori di conoscenza come Ian V. Hogg.

Grandi numeri della Type 94 vennero prodotti per uso militare. I rapporti vennero persi durante la seconda guerra mondiale, ma si crede che siano state fabbricate più di 72.000 esemplari. Le qualità diminuirono grandemente durante la guerra.

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SIG P210



La SIG P210 è una pistola semiautomatica ad azione singola disegnata da Charles Petter e costruita presso lo stabilimento di Neuhausen am Rheinfall (Canton Sciaffusa, Svizzera) dalla Swiss Arms AG ex SIG (distribuita negli Stati Uniti dalla SIGARMS).

Definita la Rolls Royce delle semi-automatiche per la sua precisione e qualità costruttiva, è rimasta in servizio fino al 1975 presso l'Esercito svizzero e la polizia elvetica. Fu adottata anche dall'esercito reale danese e nel 1951 dalla polizia tedesca Bundespolizei.

Oggi è stata rimpiazzata dalla SIG Sauer P220, ma la P210 rimane comunque una pistola altamente ricercata da collezionisti ed amatori. La P210 è considerata un investimento e spesso il suo prezzo supera i 2000 USD nel mercato dell'usato fino ad arrivare ai 3000 USD per la versione P210-5.

Nel 1937 SIG acquisisce la licenza Petter per sviluppare un nuovo tipo di pistola. Soltanto dopo la Seconda guerra mondiale, su iniziativa del comando dell'esercito svizzero, che voleva rimpiazzare l'obsoleta Ordonnanzpistole Luger P08, lo studio fu terminato. Dopo aver testato svariati modelli, la P210 come modello standard fu consegnata per la prima volta nel 1949 all'esercito elvetico.

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Sauer 38H



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La Sauer sviluppò la 38H prendendo spunto dalle sue pistole precedentemente realizzate per poter contrastare commercialmente i prodotti di altre aziende come la Mauser e la Walther. Tuttavia, con lo scoppio della guerra, molte 38H furono assegnate a vari agenti di polizia ed anche alla Luftwaffe e tali armi furono marchiate con gli stemmi dei vari dipartimenti. Le 38H assegnate ad ufficiali nazisti furono spesso personalizzate con incisioni, impugnature in avorio e intarsi in oro. Tali pistole così personalizzate sono articoli molto ricercati dai collezionisti; per esempio, nel settembre 2004, la casa d'aste Rock Island Auction Company ha venduto una Sauer 38H appartenuta a Josef Dietrich per ben 43.125,00 dollari americani.

La Sauer 38H fu realizzata in tre modelli base. Generalmente la prima versione riporta la dicitura JP Sauer und Sohn sul lato sinistro, mentre la seconda ha impresso solo CAL 7.65 e la terza versione omette del tutto il meccanismo di sicurezza per l'armamento/abbattimento del cane unito ad una realizzazione più rozza; infatti verso la fine della guerra le armi furono molto semplificate per abbattere i costi e tempi di produzione mantenendo però sempre un perfetto funzionamento.

Lo spirito della Sauer 38H tutt'oggi vive in moderne produzioni come la SIG Sauer P232 e la sua versione precedente, la SIG Sauer P230.

La lettera H presente nel nome indica che la pistola utilizza un cane interno, piuttosto che visibilmente esterno come i precedenti modelli. Altre caratteristiche sono: un grilletto tradizionale a doppia azione, un caricatore ad una colonna e la molla di ricarica che avvolge la canna fissa. Una caratteristica rivoluzionaria per l'epoca fu l'utilizzo di un sistema che permetteva di armare o disarmare il cane in completa sicurezza per un trasporto più sicuro. Per capire se l'arma era armata o meno bastava guardare il grilletto, uno spazio vuoto maggiore indicava un cane armato mentre un piccolo perno posizionato sulla parte posteriore della slitta indicava che vi era una cartuccia in canna. Altra caratteristica degna di nota fu la capacità dell'arma di disattivare il grilletto se il caricatore non era inserito nella propria sede.

L'impugnatura della pistola era ricoperta con bachelite sagomata ed incisa in modo tale da aumentare la presa. Su tutte le impugnature originali si può leggere, da entrambi i lati la sigla, SUS che significa naturalmente Sauer und Sohn.

La Sauer 38H fu realizzata per utilizzare munizioni del tipo .32 ACP, ma esistono rari esemplari che utilizzano il calibro .380 ACP e il .22 LR.

Tokarev TT-33



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La Tokarev TT-33 è una pistola semiautomatica russa ideata da Fedor Tokarev come sostituta del revolver Nagant M1895 in uso dall'inizio del XX secolo.

La sigla "TT" significa Tula-Tokarev, dove Tula è la città russa dove si trova la fabbrica Tul'skij Oružejnyj Zavod nella quale l'arma veniva prodotta.

Evoluzione della TT-30, era basata sostanzialmente sul sistema Colt-Browning, semplificato per permetterne una produzione a basso costo ed in grande serie a partire dal 1934. Entrò in servizio nel 1935 come arma standard dell'esercito dell'Unione Sovietica. Quando i tedeschi attaccarono era già in corso la progettazione di un'altra arma, ma a quel punto fu sospesa, e il revolver Nagant insieme alla TT-33 restarono le pistole in servizio.

La Tokarev è giustamente, insieme alla più modesta Beretta 34, una della migliori e più affidabili pistole, quasi del tutto immune da inceppamenti, della Seconda Guerra Mondiale. Grazie ad una soluzione interna al carrello, i proiettili sono 'costretti' ad essere inviati in canna durante il tiro semiautomatico: ciò, unito alle ben note tolleranze dei macchinari di fabbricazione sovietici, impedisce l'inceppamento quasi in maniera. La precisione è relativa, ma il rinculo rimane modesto nonostante la fortissima potenza di penetrazione del proiettile usato (7,62x25 Tokarev), che è lo stesso usato dal mitra sovietico PPSH41. Tali armi, grazie alle alte velocità sviluppate dal calibro possono perforare corazzature solidissime.

Queste caratteristiche fanno della Tokarev un'arma valida ancora oggi, per quanto il progetto risenta della visione armiera dell'epoca e degli inizi del Novecento.

Come molte armi sovietiche è affidabile, molto robusta, tollerante alla sporcizia e a condizioni climatiche avverse.

Conquistò una solida fama nell'Armata Rossa, e già durante la Guerra di Spagna venne apprezzata fra le file degli ufficiali dell'esercito repubblicano e delle Brigate Internazionali.


Walther P22


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La P22 è una pistola semi-automatica prodotta dalla Carl Walther GmbH Sportwaffen.

La P22 è disponibile in due versioni:

Standard: Presenta una canna di 87 mm e una linea di mira di 130 mm per una lunghezza complessiva di 159 mm, essa è stata catalogata in Italia come arma comune, le sue dimensioni sono: 159 mm di lunghezza, 114 mm di altezza, 29 mm di larghezza.
Target: Presenta una canna di 127 mm e una linea di mira di 170 mm per una lunghezza complessiva di 199 mm, è dotata di un contrappeso ed è classificata come arma sportiva, le sue dimensioni sono 199 mm di lunghezza, 114 mm di altezza 29 mm di larghezza.
Pistola semiautomatica a doppia azione con cane esterno, assomiglia molto alla P99 ma presenta dimensioni più contenute e alcune differenze strutturali come ad esempio il cane esterno. Il fusto è realizzato in polimero. È camerata in calibro 22 l.r. ed è prodotta in due versioni: quella standard è dotata di canna da 87 mm, mentre quella denominata "Target" ne presenta una da 127 mm. La Walther ha messo a disposizione un Kit per convertire la P22 Standard in Target e viceversa ma in Italia non è possibile eseguire questa operazione a seguito della differenza di catalogazione dei due modelli. Tra le caratteristiche principali va citata l'affidabilità, soprattutto per quanto riguarda il fuoco rapido. Sotto questo aspetto viene infatti paragonata da molti a un'arma da difesa. Essa è alimentata da un caricatore monofilare da 10 colpi, il suo comando di sgancio è costituito da 2 leve sincronizzate ed è posto sulla parte posteriore del ponte del grilletto. Nella parte anteriore del fusto, sotto la volata c'è un adattatore per l'aggiunta di eventuali accessori quali una torcia o un puntatore laser. L'arma è dotata di due differenti impugnature intercambiabili, per far sì che sia adatta sia a mani piccole che grandi, è inoltre equipaggiata di un indicatore che fa capire se nella camera di scoppio è presente o meno una cartuccia, esso consiste in una piccola fessura situata nella parte superiore dell'otturatore.

La P22 presenta ben 4 tipi di sicure:

Sicura ambidestra: Nella parte posteriore del carrello sono posizionate due leve sincronizzate che se azionate interpongono una barriera tra il cane e il percussore impedendo così che il cane finisca la sua corsa.
Sicura al caricatore: In questo caso il sistema di sicurezza è sincronizzato con l'alimentazione, infatti nel momento in cui viene sfilato il caricatore dalla sua sede il grilletto si scollega dal cane e non lo aziona più, quindi un eventuale cartuccia situata nell'area di scoppio se l'arma è priva di caricatore non può essere sparata.
Chiave: Mediante l'utilizzo di un'apposita chiave fornita insieme alla pistola è possibile rendere l'arma inutilizzabile, infatti essa consente di bloccare il meccanismo di scatto.
Sicura interna sul percussore: Questo tipo di sicura non è visibile ed è automatica, essa mantiene bloccato il percussore, lo sblocca solo in caso che il grilletto venga premuto fino in fondo, così da impedire uno sparo accidentale dovuto per esempio ad un urto.

Astra Constable II


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La Constable II è l'aggiornamento dell'inizio degli anni Ottanta della Astra Mod. 5000 Constable, una pistola semiautomatica da difesa personale, di disegno simile a quello della Walther PPK, apparsa nel 1969. La Constable II, dal 1986 disponibile anche in versione Constable II Inox, riprende totalmente la linea della Mod. 5000, con diversificazioni minime relative a pochi particolari esterni e alcune maggiori alla meccanica interna, volte non a migliorare il prodotto, già buono, ma esclusivamente il ciclo di lavorazione e il processo produttivo.

La Constable II è disponibile sia in calibro 7,65 mm Browning sia in calibro 9 mm Corto e, pur essendo interamente costruita in acciaio al carbonio o in acciaio inox, data la compattezza della forma e le ridotte dimensioni, ha un peso di soli 650 g con caricatore vuoto. La forma elegante della PPK è ancora migliorata nel raccordo tra il ponticello del grilletto e le partianteriori di fusto e carrello in modo da dar vita, con il disegno dell'elsa, accentuata ma non troppo sottile, la cresta del cane ad anello e i congegni di mira particolarmente lisci e sfuggenti, a un'arma dall'ottima portabilità ed estrazione anche da sotto gli abiti. L'impugnatura ha la parte anteriore diritta mentre il disegno di quella posteriore è molto arcuato e consente una presa naturale anche per la presenza delle guancette semiawol-genti in plastica nera interamente zigrinate. Anche il grilletto, largo e di buon disegno, consente un ottimo impiego, facilitato anche dalla presenza di uno svaso all'impugnatura appena sopra il bottone di sgancio del caricatore collocato all'attacco del ponticello. I congegni di mira sono costituiti da un mirino fisso a sezione quadrata e con disegno a doppia mezzaluna, e da una tacca di mira regolabile in derivazione tramite una vite posta sul lato destro. la ;anna, lunga 89 mm e fissata al castello nell'apposita sede, fa anche da guidamolla per la molla di recupero e presenta sei rigature destrorse. Esternamente molto liscia, la Constable II presenta sui due lati del fusto, all'interno del ponticello, il blocchetto di smontaggio; il pulsante di svincolo del carrello è solo sul lato sinistro e la robusta leva della scura manuale si trova nella parte terminale del carrello,sullo stesso lato, all'interno della parte fresata di presa. Il caricatore, di tipo prismatico, monofilare, amovibile, contiene 8 cartucce per l'arma in calibro 7,65 mm e 7 per quella in calibro 9 mm Corto
La Constable II è una pistola con chiusura a massa, sistema di scatto ad azione singola e doppia a congegno di percussione indiretto a mezzo cane esterno su percussore a lancio inerziale. Rispetto alla Mod. 5000 il dispositivo di sicura manuale è di maggiori dimensioni ed è passante da una parte all'altra del carrello ma non reversibile. L'estrattore ha l'unghia più robusta, è scomparsa la rampa di alimentazione della canna sostituita da una svasatura della camera di cartuccia e qualche modifica è stata apportata anche al caricatore. La finitura per le armi in acciaio al carbonio è una bella brunitura opaca, mentre per quelle in acciaio inox è spazzolata e sabbiata con la sola eccezione della tacca di mira che è brunita. L'arma dispone di una sottile bindella su tutto il carrello che unisce i congegni di mira e ha finitura antiriflesso.

Baikal MCM


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La Baikal MCM (Margolin) è una pistola semiautomatica progettata da Mikhail Margolin nel 1948 e costruite dalla Baikal Russia. La MCM, anche conosciuta come Margolin, è una pistola realizzata per partecipare alle gare di tiro a segno sui 25 metri con arma corta.

La MCM fece il suo debutto internazionale ai Campionati del Mondo del 1954 a Caracas, risultando subito molto precisa al punto che la nazionale sovietica la utilizzò per partecipare a competizioni internazionali fino al finire degli anni '70.

Oggi la MCM è ancora in produzione ma alla tradizionale standard è stata affiancata la "Margo", una versione da difesa con canna accorciata a 98 mm.

Tipo Pistola semiautomatica
Nazione Russia
Impiego
Epoca Moderna
Produzione
Progettista Mikhail Margolin
Date di produzione 1950 - oggi
Varianti Margo (canna corta)
Descrizione
Peso 910 g
810 g (Margo)

Lunghezza 245 mm
120 mm (Margo)

Lunghezza canna 130 mm
98 mm (Margo)

Calibro .22 LR
Tipo di munizioni .22 LR
Azionamento Massa battente
Velocità alla volata 302 m/s
Tiro utile utile 30-50m
Alimentazione Caricatori da
5 colpi
7 colpi (Margo)


Boberg XR9



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La Boberg XR9 é una pistola semiautomatica da tasca che entrera in produzione nel 2011
L'arma è unica nel suo genere grazie al suo sistema di funzionamento che aggancia la cartuccia, la porta indietro durante lo scarrellamento e la inserisce nella camera di scoppio, che è proprio sopra il caricatore, risparmiando cosí fino a 3.5 centimetri (dipende dalla cartuccia) di spazio e permettendo l'uso di una canna di maggior lunghezza senza aumentare quella totale dell'arma. La Boberg XR9 usa il sistema della canna rototraslante che permette una riduzione del rinculo.

La pubblicitá che prevedeva il suo arrivo sul mercato diceva a chiare lettere "The most powerful 9 mm pistol in the world" ("La più potente pistola 9 mm al mondo"), frase che sembra un po' azzardata contando che altre pistole da tasca usano la cartuccia 9 x 19, in veritá questa affermazione non è sbagliata, perché la canna da 9.5 cm della Boberg permette un maggior sfruttamento del volume di gas generato dall’esplosione della carica conferendo maggior energia al proiettile.

XR9-μ -(Micro):_____Lunghezza: 130mm; Altezza: 99mm___; Canna: 85mm
XR9-S -(shorty):____Lunghezza: 130mm; Altezza: 106.5mm; Canna: 85mm
XR9-M -(Mid-Size):__Lunghezza: 140mm; Altezza: 106.5mm; Canna: 95mm
XR9-L -(Long):______Lunghezza: 150mm; Altezza: 106.5mm; Canna: 106.5mm
XR9-XL (Extra Long):Lunghezza: 162mm; Altezza: 106.5mm; Canna: 118mm
Attualmente la prima e unica uscita in produzione è la XR9-Shorty al prezzo di 849 dollari statunitensi, equivalenti a 607€, prezzo relativamente alto per una pistola da taschino, che in media costa 300-500€.

Tipo Pistola da taschino
Nazione America
Impiego
Epoca Moderna
Produzione
Progettista Arne Boberg
Date di produzione non ancora in produzione
Varianti XR9-μ; XR9-U; XR9-M; XR9-L; XR9-XL
Descrizione
Peso 0.510 kg carico
Lunghezza 130mm
Lunghezza canna 85mm
Altezza 106.5 mm
Altezza 106.5 mm
Calibro 9 X 19 mm/+P
Alimentazione 7+1

Glock 17



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La Glock 17, (chiamata così poiché si trattava del 17° brevetto per l'azienda) è stata realizzata per sostituire la Walther P38 in dotazione all'esercito austriaco; nata come pistola con cartucce 9 mm Parabellum, è stata in seguito prodotta in numerose varianti.

Prodotta per la prima volta nel 1983, possiede una caratteristica speciale, quella di avere il fusto costruito con uno speciale polimero che la rende estremamente leggera in rapporto alla potenza di fuoco. Inoltre questo materiale è resistente alla corrosione e agli urti; prove di resistenza a temperature estreme, di immersione in acqua e di caduta fino da 120 metri sono state effettuate e superate per soddisfare le richieste dell'esercito austriaco, norvegese e svedese. L'arma in questione è inoltre costituita solamente da 33 parti, ciò comporta una manutenzione più facile da effettuare.

L'unica sicura esterna della Glock 17 è una levetta accoppiata al grilletto, tirando entrambi con una breve corsa viene tolta la prima sicura e continuando nella trazione si arma il percussore e vengono tolte due sicure interne; questo primo movimento è simile ad una doppia azione dopodiché continuando a tirare il grilletto scatta solo il percussore già armato, mentre rilasciando completamente il doppio grilletto si riazionano automaticamente le sicure.
Varianti [modifica]
Glock 17: modello standard, utilizza cartucce 9 mm Parabellum o 9x21 in Italia.
Glock 17C: versione compensata con due fessure sulla canna e due corrispondenti sul carrello che fanno uscire parte dei gas di sparo prima che la palla esca compensando il rilevamento verso l'alto.
Glock 17L: versione con canna da 153 mm e grilletto perfezionato.
Glock 17A: versione con canna da 120 mm e caricatore da 10 colpi.
Glock 17S: versione con sicura.
Glock 17T: versione d'addestramento, in dotazione alle forze armate, utilizza proiettili di vernice o di gomma; realizzata con telaio di colore blu, per essere identificata come arma non letale, è disponibile in due varianti, Glock 17T 9mm FX e Glock 17T 7.8x21 AC.
Glock 17P: versione d'addestramento, utilizzata per il combattimento a mani nude; con telaio di colore rosso, non può incamerare cartucce.
Glock 17Pro: versione per il mercato finlandese, è dotata di alcuni accorgimenti: mirino notturno con tracciante al trizio, canna più lunga e filettata, caricatore più capiente.
Glock 17DK: versione per il mercato danese, ha dimensioni maggiori: è dotata di canna da 122,5 mm e raggiunge una lunghezza totale di 210 mm.
Glock 17MB: versione con sistema ambidestro per il rilascio del caricatore.
Glock 18: alla Glock 17, seguì la versione a raffica con selettore di sparo Glock 18, che aveva una capacità di fuoco pari a 1200 colpi al minuto ed era destinata alle forze speciali.
Modelli [modifica]
Calibro 9x19 Parabellum (9x21 IMI in Italia)

17 standard
17C (compact) compensata
17L canna da 153 mm, lunghezza 228 mm, altezza 131 mm, spessore 30 mm, lunghezza linea di mira 204 mm, 17/19 colpi (9 mm Para), 17/19 colpi (9 x 21 mm IMI), 15 in Italia, peso scarica 720 gr (17 colpi) e 723 gr (19 colpi), peso carica 931 gr (17 colpi) e 974 gr (19 colpi), realizzata per le gare di tiro plastico, creata tra l'88 e l'89
17T per addestramento, spara proiettili di vernice
18 pistola automatica, in dotazione solo a forze militari, lunghezza 224 mm, altezza 131 mm (con caricatore da 17 colpi, spessore 30 mm, lunghezza canna 134 mm, lunghezza linea di mira 165 mm, 17/19/33 colpi, peso scarica 636 gr, peso carica 899 gr (17 colpi)
19 compatta, canna da 102 mm.
19C (compact) Pistola semiautomatica, creata nell'87, lunghezza 174 mm, altezza 124 mm, spessore 30 mm, lunghezza canna 102 mm, lunghezza linea di mira 152 mm, 15/17 colpi, peso scarica 650 gr (15 colpi) e 836 gr carica (15 colpi), 653 gr scarica (17 colpi) e 864 gr carica (17 colpi), utilizzata da ufficiali di polizia investigativa e agenti in borghese
26 subcompatta
34 sportiva
Calibro .380 Auto

25 compatta
28 ultracompatta
Calibro .357 SIG

31
32 compatta
33 subcompatta
Calibro .40 SW

22 15 colpi, lunghezza 185 mm, altezza 136 mm, spessore 30 mm, lunghezza canna 114 mm, lunghezza linea di mira 165 mm, 698 gr scarica e 918 gr carica
22C compensata
23 Pistola semiautomatica, lunghezza 174 mm, altezza 124 mm, spessore 30 mm, lunghezza canna 102 mm, lunghezza linea di mira 152 mm, 15/17 colpi, peso scarica 650 gr (15 colpi) e 836 gr carica (15 colpi), 653 gr scarica (17 colpi) e 864 gr carica (17 colpi)
23C compatta, compensata
24 canna da 153mm
27 subcompatta
35 sportiva
Calibro 10 mm Auto

20 Pistola semiautomatica, lunghezza 193 mm, altezza 139 mm, spessore 32,5 mm, lunghezza canna 117 mm, lunghezza linea di mira 172 mm, 15 colpi, peso scarica 849 gr, carica 1090 gr circa, usata dai reparti speciali dell'US Army
20C compensata
29 compatta
Calibro .45 GAP

37
38 compatta
39 ultracompatta
Calibro .45 ACP

21 pistola semiautomatica, lunghezza 193 mm, altezza 139 mm, spessore 32,5 mm, lunghezza canna 117 mm, lunghezza linea di mira 172 mm, 13 colpi, peso scarica 810 gr, carica 1010 gr circa, creata nell'90
21C compensata
30 compatta
36 compatta, spessore 28,5 mm



 
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›ßo$$‹_ßl4k_ÊýêÐ
view post Posted on 20/2/2011, 12:24     +1   -1




Smith & Wesson


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La Smith & Wesson 686 chiamata anche "Distinguished Combat Magnum" nasce nel 1980 con un telaio del tutto innovativo, battezzato "L", molto più resistente del suo predecessore "K" usato nei modelli 19 (Combat Magnum) e 66, il nuovo telaio è una via di mezzo tra "K" e "N" quest'ultimo usato per il 44 Magnum. La 686 è nata principalmente per sparare il .357 Magnum in quanto tutte le pistole precedenti quindi con telaio "K" non erano sufficientemente resistenti per sparare abitualmente cariche così grosse ma erano progettare per sparare nella maggior parte dei casi il 38 Special. Nel corso degli anni dello stesso modello sono state prodotte diverse varianti, è possibile riconoscerle in quanto la sigla delle varianti è scritta all'interno del sistema basculante del tamburo e segue il modello dell'arma, ad esempio se c'è scritto "686-1" significa che è il primo tipo, se è "686-2" significa che è il secondo e così via.

La 686 è un revolver calibro 357 Magnum, presenta un telaio resistentissimo, tale da non temere neanche le ricariche di munizioni più violente, è la sorella gemella del modello 586, infatti l'unica variazione da quest'ultima è che la 686 è fatta in acciaio inox mentre la 586 è fatta con acciaio al carbonio. La sua meccanica è semplice e impeccabile, la molla del grilletto è a spirale mentre quella del cane è una molla a lamina molto robusta, il tamburo è basculante verso sinistra e presenta una capienza di 6 colpi nel modello standard e 7 nel modello plus. Fino ad alcuni anni fa il cane aveva incorporato su di sé il percussore tipico degli antichi revolver, nei nuovi modelli invece il percussore è situato all'interno del fusto.

La 686 presenta una tacca di mira regolabile in altezza e derivazione e contornata da una riga di colore bianco per permettere di prendere la mira in modo più semplice. Il mirino è fisso e ha inserito una striscia rossa al centro sempre per facilitare la collimazione.

La 686 presenta diversi sistemi di sicurezza. Innanzitutto è dotata di una leva (Hammer Lock) che è situata tra il fusto e il cane e impedisce al cane di battere sul percussore se il grilletto non è totalmente premuto. Poi il cane in posizione di riposo non è a contatto col percussore ma presenta una rientranza in modo da evitare che un urto possa far partire accidentalmente il colpo. Infine è dotata di una chiave di sicurezza che se usata rende il revolver praticamente inutilizzabile in quanto va a paralizzare il cane.



Tipo Revolver
Nazione Stati Uniti d'America
Impiego
Epoca Moderna
Produzione
Varianti 686P, 686PP, 686SSR
Descrizione
Peso 1.250 g
Lunghezza 303 mm
Lunghezza canna 8 pollici (203 mm), 6 pollici (152 mm), 4 pollici (102 mm), 2,5 pollici (64 mm)
Altezza 39,5 mm
Altezza 39,5 mm
Specifiche Tiro a segno
Calibro .357 Mag
Tipo di munizioni .357 Magnum, .38 Special
Azionamento Singola e doppia
Alimentazione Tamburo a 6 colpi
Organi di mira Mirino fisso, tacca di mira regolabile lateralmente e verticalmente

 
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›ßo$$‹_ßl4k_ÊýêÐ
view post Posted on 5/3/2011, 18:43     +1   -1




Walther PPK



La Walther PPK è una pistola di fabbricazione tedesca, resa famosa per lo più dai film di James Bond, l'agente 007.

Prodotta in numero significativo dal 1929 al 1945 assieme alla Walther PP, che era simile ma più grande, questa pistola era ampiamente usata nella Germania hitleriana da polizia ed esercito.

Il nome dei due modelli viene normalmente considerato l'acronimo di Polizei Pistole e Polizei Pistole Kurz o Polizei Pistole Kriminal.

Dopo la guerra la produzione di queste due pistole fu ripresa in Francia sotto licenza tedesca dalle fabbriche Manurhin. Più tardi la produzione della PP, della PPK e della PPK\S tornò in Germania alle industrie Walther a Ulma (prima della guerra le fabbriche avevano sede a Zella-Mehlis) e queste pistole ebbero largo uso fra la popolazione civile, la polizia e fra molti ufficiali di diversi eserciti europei come arma di difesa personale. Copie molto simili della PP, della PPK e della PPK\S furono costruite dopo la guerra dalla Germania Est, dall'Ungheria, dalla Romania, dalla Turchia e dagli Stati Uniti.

Attualmente queste pistole sono prodotte dalla Smith & Wesson sotto licenza di Walther.

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Tipo pistola semiautomatica
Nazione Germania- Stati Uniti d'America
Impiego
Epoca moderna
Conflitti Seconda guerra mondiale, guerra fredda
Produzione
Progettista Walther
Date di produzione 1929- presente
Varianti PPK\S
Descrizione
Peso 682g (PP), 568 g (PPK)
Lunghezza 173 mm (PP), 154 mm (PPK)
Lunghezza canna 99 mm (PP), 84 mm (PPK)
Calibro 9x17(9Corto), 7,65x17(7,65Browning), .22LR
Azionamento semiautomatica
Alimentazione 8 colpi (PP), 7 colpi (PPK) in 7, 65 - 7 colpi (PP), 6 colpi (PPK) in 9x17 - 10 colpi (PP), 9 colpi (PPK) in .22LR
Organi di mira mire metalliche



Tokarev TT-33



La Tokarev TT-33 è una pistola semiautomatica russa ideata da Fedor Tokarev come sostituta del revolver Nagant M1895 in uso dall'inizio del XX secolo.

La sigla "TT" significa Tula-Tokarev, dove Tula è la città russa dove si trova la fabbrica Tul'skij Oružejnyj Zavod nella quale l'arma veniva prodotta.

Evoluzione della TT-30, era basata sostanzialmente sul sistema Colt-Browning, semplificato per permetterne una produzione a basso costo ed in grande serie a partire dal 1934. Entrò in servizio nel 1935 come arma standard dell'esercito dell'Unione Sovietica. Quando i tedeschi attaccarono era già in corso la progettazione di un'altra arma, ma a quel punto fu sospesa, e il revolver Nagant insieme alla TT-33 restarono le pistole in servizio.

La Tokarev è giustamente, insieme alla più modesta Beretta 34, una della migliori e più affidabili pistole, quasi del tutto immune da inceppamenti, della Seconda Guerra Mondiale. Grazie ad una soluzione interna al carrello, i proiettili sono 'costretti' ad essere inviati in canna durante il tiro semiautomatico: ciò, unito alle ben note tolleranze dei macchinari di fabbricazione sovietici, impedisce l'inceppamento quasi in maniera. La precisione è relativa, ma il rinculo rimane modesto nonostante la fortissima potenza di penetrazione del proiettile usato (7,62x25 Tokarev), che è lo stesso usato dal mitra sovietico PPSH41. Tali armi, grazie alle alte velocità sviluppate dal calibro possono perforare corazzature solidissime.

Queste caratteristiche fanno della Tokarev un'arma valida ancora oggi, per quanto il progetto risenta della visione armiera dell'epoca e degli inizi del Novecento.

Come molte armi sovietiche è affidabile, molto robusta, tollerante alla sporcizia e a condizioni climatiche avverse.

Conquistò una solida fama nell'Armata Rossa, e già durante la Guerra di Spagna venne apprezzata fra le file degli ufficiali dell'esercito repubblicano e delle Brigate Internazionali.

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Tipo Pistola semiautomatica
Nazione URSS
Impiego
Epoca Moderna
Conflitti Seconda guerra mondiale
Guerra di Corea
Guerra del Vietnam
Produzione
Numero prodotto 1935-1951
Descrizione
Peso 0,830 kg
Lunghezza 196 mm
Lunghezza canna 116 mm
Calibro 7,62 mm
Tipo di munizioni 7,62 × 25 mm Tokarev
Azionamento a singola azione
Velocità alla volata 420 m/s
Alimentazione caricatore da 8 colpi



SIG Sauer P226



La SIG Sauer P226 è una pistola semiautomatica ideata e prodotta dall'azienda svizzera Schweizerische Industrie Gesellschaft (attualmente dalla Swiss Arms) in collaborazione con la tedesca Sauer a partire dal 1984.

La pistola SIG Sauer P226 è stata progettata dalla SIG per partecipare ai test "XM9 Pistol Trials" indetti dall'esercito degli Stati Uniti per sostituire l'arma in dotazione fino ad allora, la Colt M1911.

La scelta si ridusse a due candidati, la SIG Sauer P226 e la Beretta 92; pur essendo risultate entrambe idonee, la Beretta fu preferita per il minor costo dei ricambi, diventando così la pistola M9.

I Navy SEAL però, in seguito alla rottura su alcuni esemplari del carrello della M9, decisero di adottare la P226. Occorre precisare che i carrelli della M9 si ruppero in seguito a test a fuoco con munizioni a pressioni più elevate dello standard ed in seguito a ciò fu introdotto da Beretta il modello 92FS che incorpora tutt'ora un blocco che impedisce al carrello di venire "lanciato" indietro sul volto del tiratore in caso di rottura. Le P226 adottate dai Navy Seals vennero in seguito dotate di un trattamento più resistente alla corrosione visto l'utilizzo in ambiente salmastro.

In Svizzera la SIG 226, così come la sorella minore 228, ha avuto ampia diffusione tra i corpi di polizia. In generale le sue prestazioni sono state molto soddisfacenti anche se sono stati segnalati diversi casi di rottura delle guide del fusto in lega. Casi simili sono descritti anche negli Stati Uniti ma la disponibilità della casa produttrice ad intervenire in garanzia su quello che appare chiaramente un problema di progettazione del fusto è alquanto incostante. Il fatto che Sig-Sauer si sia poi sentita nel bisogno di produrre una versione "heavy frame" ne è la conferma.

La P226, derivata dalla precedente P220, mantiene in gran parte le stesse caratteristiche ed il medesimo design.

La SIG P226 aggiunge però alcuni miglioramenti estetici e funzionali; tra i più evidenti vi sono la presenza di un caricatore bifilare, con capacità aumentata fino a 15 colpi, oltre ad un più efficiente sistema di scorrimento del carrello.

Sono state poi concepite diverse versioni dell'arma, ognuna con caratteristiche proprie e materiali di produzione differenti.

P226R (R = rail) caratterizzata da una particolare scina posta al di sotto della canna per l'utilizzo di accessori quali un mirino laser o una torcia tattica. Attualmente ha sostituito la P226 standard
P226 Blackwater progettata per la compagnia Blackwater Worldwide, è dotata di carrello in acciaio inox e mirino visibile al buio.
P226 Equinox rifinita in Nichel, e sistema di mira ad alta visibilità
P226 Navy progettata per i Navy SEAL e resa disponibile al pubblico a partire dal 2004. Possiede organi di mira ad elevato contrasto per una maggiore visibilità e parti interne trattate per essere resistenti alla corrosione. È identificata da un'ancora impressa sul lato sinistro del carrello, che è monoblocco.anziché avere l'otturatore inserito all'interno.
P226 SL tutta in acciaio inox (fusto incluso), e scatti alleggeriti, disponibile sia colore inox che nera, carrello monoblocco.
P226 Tactical dotata di canna più lunga con filettatura finale per l'utilizzo di un silenziatore

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Tipo Pistola semiautomatica
Nazione Svizzera
Germania
Impiego
Epoca Moderna
Utilizzatori Vedi "utilizzatori"
Produzione
Progettista SIG (Swiss Arms) Sauer
Varianti Vedi "varianti"
Descrizione
Peso 964 g
Lunghezza 196 mm
Lunghezza canna 112 mm
Altezza 140 mm
Altezza 140 mm
Tipo di munizioni 9 mm Parabellum
.40 S&W
.357 SIG

Azionamento SA/DA, a corto rinculo[1]
Velocità alla volata 360 m/s(9mm Para-9mmx21), 295 m/s(.40S&W), 395 m/s(.357 SIG)
Tiro utile utile 40-80m
Alimentazione Caricatore da
10/15 colpi (9 mm)
10/12 colpi (.40 S&W e .357 SIG)

Organi di mira Mirino metallico fisso regolabile



Radom Pistolet wz.35 Vis



La pistola Vis (designazione polacca Pistolet Wz. 35 Vis, designazione tedesca 9 mm Pistole 35(p), chiamata solitamente ed erroneamente Radom in lingua inglese) è una pistola semi-automatica calibro 9 mm, a singola azione. Originariamente ideata da Piotr Wilniewczyc e Jan Skrzypiński nel 1930 alla Fabryka Broni in Radom sotto il direttore Kazimierz Rawicz-Oldakowski, e venne adottata nel 1935 come pistola standard per l'esercito polacco. Considerata da molti come una delle migliori pistole mai prodotte, è un oggetto ricercato da molti collezionisti di armi da fuoco.

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Tipo pistola semi-automatica
Nazione Polonia
Impiego
Epoca moderna
Utilizzatori Polonia Germania nazista
Conflitti - campagna di Polonia - seconda guerra mondiale
Produzione
Progettista Aimo Lahti
Date di produzione 1900-1999
Numero prodotto più di 360.000
Descrizione
Peso 0.095 scarica, 1.123 kg carica
Lunghezza 76 mm
Lunghezza canna 120 mm
Calibro 9 mm Parabellum
Tipo di munizioni 9 mm x 19 mm (9 mm Parabellum)
Velocità alla volata 345 m/s
Alimentazione caricatore da 8 colpi




Pistola Nambu Type 94



La pistola Type 94 da 8 mm (pistola Type 94, dal giapponese 九四式拳銃 Kyuuyon-Shiki Kenjuu) era una pistola semi-automatica piccola e leggera (1 libbra e 11 once), prodotta in gran numero in Giappone prima e durante la seconda guerra mondiale.

Progettata da Kijiro Nambu, la pistola entrò in produzione nel 1934 alla Nambu Rifle Manufacturing Company. Originariamente assegnata al libero commercio, si dice che fu sviluppata per i piloti, gli equipaggi dei bombardieri e carri armati perché la pistola Nambu Type 14 era troppo grande. Infatti, la Type 14 era più lunga della Colt 1911 .45 ACP. La pistola, aveva il griletto in plastica invece del grilletto in corno o legno del Type 14, fu progettata per la produzione in massa, ma le modifiche ne incrementarono i costi.

Il Type 94 usava le stesse munizioni 8x22mm Nambu (.315 pollici) del Type 14 ed era facile da caricare, avendo un più potente meccanismo di fuoco per ridurre le accensioni irregolari. L'arma divenne famosa per un errore di progettazione che permetteva di alimentare premendo un tasto sul lato sinisro della camera. Alcuni ufficiali hanno raccontato che a volte mentre scivolavano e cadevano nel fango azionavano per sbaglio il grilleto e ferivano loro stessi. Quanto spesso la scarica accidentale sia successa è una questione di dibattito, ma l'arma fu un fallimento commerciale ed è frequentemente descritta come la "peggiore pistola di servizio mai rilasciata" da autori di conoscenza come Ian V. Hogg.

Grandi numeri della Type 94 vennero prodotti per uso militare. I rapporti vennero persi durante la seconda guerra mondiale, ma si crede che siano state fabbricate più di 72.000 esemplari. Le qualità diminuirono grandemente durante la guerra.

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Tipo pistola
Nazione Impero giapponese
Impiego
Epoca moderna
Utilizzatori Impero Giapponese
Conflitti Seconda guerra sino-giapponese, Seconda guerra mondiale
Produzione
Numero prodotto 72.000
Descrizione
Peso 720 g
Lunghezza 180 mm
Lunghezza canna 95 mm
Calibro 8mm
Velocità alla volata 290 m/s



Norinco 1911 A1



L'arma ricalca fedelmente le linee del modello al quale si ispira e come nell' originale il calibro è il .45 ACP

La pistola viene venduta attualmente in Italia ad un prezzo che va dai 350,00 euro per la versione comune sino ai 450,00 per la versione sportiva. Entrambe si dimostrano armi affidabili, costruite con buoni materiali, anche se i metodi di costruzione, di finitura delle parti e di assemblaggio appaiono un po' grossolani rispetto al modello della Colt. Tuttavia le caratteristiche e la precisione dell'arma nel tiro rappresentano un ottimo rapporto fra il prezzo di acquisto e la funzionalità offerta da questa pistola.

I limiti dell'arma sono rappresentati dalla capacità del serbatoio (7 colpi nella versione comune e 8 in quella sportiva) e nel peso che supera il chilogrammo. Esiste tuttavia il modello "P-15" nel quale la capienza del caricatore è stata aumentata a 15 colpi anche se ciò ha comportato la riduzione del calibro al 9 mm Parabellum (calibro peraltro vietato ai civili in Italia).

Il calibro .45 ACP, che assicura un notevole potere d'arresto, può fare di questa pistola una valida alternativa per le esigenze di difesa personale.
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Tipo Pistola semiautomatica
Nazione Cina
Produzione
Date di produzione Attuale
Varianti modello base, modello sportivo e modello p-15
Descrizione
Peso 1,1 kg
Calibro .45 ACP, 9 mm Parabellum.
Tipo di munizioni cartucce .45 ACP e 9 mm Parabellum.
Azionamento Azione singola
Alimentazione caricatore da 7 o 8 colpi e 15 colpi nella versione cal. 9 mm.
Organi di mira fisse nel modello base e regolabili in quello sportivo



MR-444



La MR-444 Baghira è una pistola semiautomatica a doppia azione realizzata in calibro .380 ACP, 9 x 18 mm Makarov e 9 mm Parabellum[1], dall'azienda russa Izhevsk Mechanical plant. È stata costruita per rimpiazzare le pistole Makarov. Utilizza l’azione a massa battente ed ha un caricatore bifilare da 10/15 colpi.

La struttura della pistola è fatta da robusti polimeri termoindurenti, con solo le parti operative costruite in acciaio, il che la rende leggera. La corsa del carrello è data dalla interazione di due parti oblique; una prima posizionata nella parte inferiore della canna e la seconda posta sulla base del meccanismo di ritorno/paracolpi. Il meccanismo di paracolpi è stato fatto per assorbire e ridurre il carico d’urto di sia la canna che il carrello nella loro posizione posteriore estrema. il percussore ha una caratteristica che sembra il cane di una pistola ad azione singola. Questo permette al portatore di caricare manualmente il percussore, permettendo una azione doppia o singola. L’estrattore svolge una doppia funzione, sia di estrarre il bossolo sparato, sia di indicare se il caricatore è pieno o vuoto. Se la punta frontale dell’estrattore è lievemente alzato, vuol dire che il caricatore ha ancora colpi, se no è vuoto
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Tipo pistola semiautomatica ad azione doppia
Nazione Russia
Impiego
Epoca moderna
Descrizione
Peso 760 g (vuoto)
Lunghezza 186 mm
Lunghezza canna 101 mm
Calibro 9 mm
Tipo di munizioni .380 ACP, 9 x 18 mm Makarov, 9 mm Parabellum
Azionamento massa battente
Tiro utile 25 m (.380 ACP)
Alimentazione caricatori bifilari da 10/15 colpi



Caracal



La Caracal (denominazione mutuata dal nome scientifico di un tipo di lince africana) è la prima pistola semiautomatica interamente concepita e costruita negli Emirati Arabi Uniti. L'arma è costruita dalla Caracal International LLC di Abu Dhabi, ed è stata progettata da Wilhelm Bubits, già ideatore assieme all'ingegnere Gaston Glock, delle pistole austriache Glock.

Le pistole Caracal impiegano molte delle soluzioni tecniche già riscontrate nelle Glock: scatto in "azione sicura" (una azione doppia con percussore parzialmente prearmato), percussore interno, fusto in plastica polimerica. Altre soluzioni includono una slitta per il montaggio d'accessori integrata sotto il Dust Cover e un indicatore di colpo in canna presente sulla culatta, ad alta visibilità e rilevabile al tatto, simile all'analogo dispositivo presente sulla pistola tedesca Walther P99 o sull'austriaca Steyr Serie M-A1, pistola questa a sua volta progettata da Wilhelm Bubits e che riprende varie soluzioni tecniche Glock.

Le pistole Caracal presentano uno sgancio del caricatore ambidestro (pulsante per il rilascio del caricatore sistemato su ambedue i lati) e dispositivo di Hold-Open (sgancio del carrello in apertura) sul lato sinistro. Le Caracal non impiegano sicure manuali, optando per un sistema di sicure interne similmente alle pistole Glock e Steyr M-A1. Il peso dello scatto delle Caracal si attesta sui 2,2 chili, con una corsa di 8 millimetri.

Esistono due varianti della pistola Caracal:

Caracal F - La versione Full-Size impiega una canna da 104 mm per una lunghezza totale di 178 mm, un'altezza di 135 mm, uno spessore di 28 mm e un peso a vuoto di 750 grammi. I caricatori impiegati hanno una capacità variabile dai 16 ai 18 colpi a seconda del calibro.
Caracal C - Versione compatta, impiega una canna da 90 mm per una lunghezza totale di 167 mm, un'altezza di 122 mm e un peso a vuoto di 700 grammi, mentre lo spessore resta invariato rispetto al modello Full-Size; la Caracal C si configura dunque come un'arma per il porto occulto rispetto alla maggiore inclinazione al porto manifesto del modello Caracal F. I caricatori impiegati hanno una capacità variabile dai 13 ai 15 colpi a seconda del calibro.
Le pistole Caracal sono disponibili nei calibri 9 mm Parabellum, .40-Smith & Wesson, .357-SiG e 9 × 21 mm IMI, essendo il mercato italiano il primo sul quale la Caracal International LLC ha voluto puntare per la distribuzione commerciale.
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Tipo Pistola semiautomatica
Nazione Emirati Arabi Uniti
Impiego
Epoca Moderna
Utilizzatori Emirati Arabi Uniti, Giordania, Bahrain
Produzione
Progettista Wilhelm Bubits
Date di produzione 2006-presente
Numero prodotto 35000 pezzi ordinati da enti istituzionali
Varianti Caracal F (versione Standard); Caracal C (versione compatta)
Descrizione
Lunghezza 167 mm (Caracal C); 178 mm (Caracal F)
Lunghezza canna 90 mm (Caracal C); 104 mm (Caracal F)
Calibro Vari
Tipo di munizioni 9 mm Parabellum, 9 × 21 mm IMI, .40 S&W, .357-SiG
Azionamento Semi-automatica a corto rinculo
Alimentazione 13, 15, 16 o 18 colpi a seconda del calibro
Organi di mira Anteriore e posteriore fisse con riferimenti bianchi, sostituibili con mire fluorescenti con riferimenti al trizio



CZ-99



La CZ-99 è una pistola prodotta dalla divisione armi della Zastava di Kragujevac in Serbia.

Calibri - 9mm parabellum e .40 S&W
Varianti Zastava - CZ 999
Varianti estere - Israele: CZ 99 Compact G model prodotta dalla "KSN Industries" chiamata "Golan"; Sud Africa: CZ 99 chiamata TZ-99 prodotta dalla "Tressitu"
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Tipo pistola
Nazione Serbia
Impiego
Utilizzatori Serbia, Sud Africa, Macedonia, Repubblica Srpska, Israele, Iraq, Montenegro
Produzione
Progettista Bozidar Blagojevic
Date di produzione 1990-presente
Varianti .40 S&W
Descrizione
Peso 960 g - 970 g
Lunghezza 190 mm
Lunghezza canna 108 mm
Calibro 9 Parabellum, .40 S&W
Tipo di munizioni 15 (9mm), 10-12 (.40)



Astra A-80



L'Astra A-80 è una pistola semi-automatica a doppia azione, realizzata in diversi calibri dalla spagnola Astra-Unceta y Cia SA. È simile alla Sig-Sauer P220 e dispone di una leva abbatticane per la messa in sicura.
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Tipo pistola semiautomatica
Nazione Spagna
Impiego
Epoca moderna
Produzione
Date di produzione 1981-oggi
Numero prodotto 1981-oggi
Descrizione
Lunghezza 180 mm
Altezza 142 mm
Altezza 142 mm
Calibro 7,65 mm parabellum, 9 mm Para, 9 mm Steyr, .38 Sa, .45 ACP, .45 HP
Tipo di munizioni 7,65 mm parabellum, 9 mm para, 9 mm steyr, .38 Sa, .45 ACP, .45 HP
Alimentazione 15 colpi (9 mm para, 9 mm Steyr, 7,65 mm Para, .38 Sa), 9 colpi (.45 ACP, .45 HP)
Organi di mira fisso

 
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view post Posted on 20/4/2011, 09:34     +1   -1




BERETTA 90 TWO



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La nuova pistola semiautomatica Beretta 90two possiede nuove ed uniche particolarità, pur conservando tutte le elevate caratteristiche prestazionali, di sicurezza e di affidabilità che hanno fatto delle pistole 92 una leggenda internazionale.

Il look completamente nuovo è assicurato da linee innovative e spigoli arrotondati che consentono un porto comodo ed un’estrazione rapida ed agevole della pistola dalla fondina.

Progettata con estrema cura nei minimi particolari, la pistola Beretta 90two è dotata di una lunga lista di dispositivi di sicurezza, ognuno specificatamente studiato per quanto concerne l’ergonomia, il design e per ottenerne la migliore accessibilità della mano che impugna l’arma.
L’intercambiabilità e modularità delle parti, così come la guida integrale con il fusto e l’impugnatura amovibile, rendono quest’arma indicata per soddisfare qualsiasi esigenza operativa.
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La pistola Beretta 90two sarà disponibile nella classica versione a singola/doppia azione e vanta caricatori di elevata capacità nei calibri 9mm x 21 IMI e .40 S&W.

Configurazione F, G

Calibro 9x21 IMI .40 S&W
Capacità caricatore
(colpi) * 15 12
Passo rigatura 250 mm 400 mm
Rigatura Destrorsa, 6 righe
Funzionamento Semiautomatico a corto rinculo di canna
Sistema di chiusura Geometrica, a blocco oscillante
Organi di mira Mirino e mira posteriore sul carrello-otturatore. Amovibili.
Fusto Lega leggera
Carrello-otturatore In acciaio fosfatato e rivestito Bruniton
Canna In acciaio, sabbiata e brunita. Cromata internamente.
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Il fusto di nuovo disegno della pistola 90two agevola l’inserimento e l’estrazione della pistola dalla fondina grazie alle superfici arrotondate e prive di sporgenze.
All’interno del fusto, accanto al chiavistello di smontaggio, è stato inserito un ammortizzatore in metallo che attutisce l’impatto del carrello-otturatore contro il fusto nella fase di rinculo, distribuendo su più parti le sollecitazioni subite, a vantaggio di una maggiore durata dell’arma.
Anche il ponticello del grilletto è arrotondato per assicurare, nel tiro a due mani, il corretto posizionamento della mano che non impugna l’arma.
Slitta integrale per accessori. Anteriormente, sotto la canna, è presente una slitta integrale con il fusto che consente il montaggio di accessori di puntamento o illuminatori. Un pratico cappuccio di protezione (applicabile quando non è montato un accessorio) preserva la slitta da urti accidentali e ne copre gli spigoli vivi per agevolare l’inserimento e l’estrazione della pistola dalla fondina.
Carrello-otturatore e leva arresto otturatore di nuovo disegno ed ergonomici. Il carrello-otturatore presenta i fianchi smussati rendendo più facile l’inserimento e l’estrazione della pistola dalla fondina. Le scanalature trasversali posteriori del carrello-otturatore ne consentono una presa salda anche in condizioni di umidità, facilitandone l’arretramento e i controlli di sicurezza.
La leva arresto otturatore (slide-stop) è stata ridisegnata riprendendo l’estetica e le linee che caratterizzano il carrello-otturatore e il fusto. Il carrello-otturatore, la leva arresto otturatore ed altri parti metalliche quali il chiavistello di smontaggio, la leva sicura (ove presente) e gli organi di mira sono protetti da Bruniton, un materiale che permette una resistenza alla corrosione superiore e un minore attrito tra il fusto e l’otturatore.
Impugnatura modulare e anatomica. Il nuovo sistema di fissaggio dell’impugnatura integrale consente una facile e rapida sostituzione della stessa con un'altra impugnatura di spessore ridotto (slim), disponibile a richiesta, che consente di adattare l’arma anche alle mani più piccole. L’impugnatura è arrotondata e leggermente incavata nella parte posteriore alta favorendo una salda presa e un corretto posizionamento della mano. Sia la parte anteriore che quella posteriore della impugnatura integrale presentano una superficie squamata, di notevole impatto estetico, che assicura la presa anche in condizione di mani umide pur senza risultare eccessivamente grippante.
Cane alleggerito. Il cane vanta un significativo alleggerimento che gli conferisce un aspetto distintivo ed una elevata velocità di percussione (modelli F e G).
Il disegno degli organi di mira consente di incrementare la lunghezza della linea di mira di 5 preziosi mm rispetto ai modelli classici della serie 92, rendendo più preciso l’allineamento della canna con il bersaglio durante il tiro.

Caricatore di grande capacità. Le pistole Beretta 90two dispongono di caricatore bifilare di grande capacità, a sostituzione rapida, che consente un uso prolungato dell’arma anche in situazioni operative particolari.


cal. 9mmx21 - caricatore bifilare da 15 colpi *
cal. .40 S&W - caricatore bifilare da 12 colpi *


* La capacità massima del caricatore indicata può non corrispondere a quella consentita dalle leggi locali. Per alcuni mercati e in conformità alle disposizioni legislative locali, possono essere applicati fondelli per aumentare la capacità del caricatore.

Semplicità di smontaggio, pulizia e rimontaggio. La pistola è progettata in modo da consentirne lo smontaggio con la massima rapidità e facilità ed evitare contemporaneamente la possibilità di smontaggio casuale o involontario. Ancor più facile è il rimontaggio e grazie al particolare design delle parti è eliminato il rischio di un assemblaggio non corretto delle stesse. Il ritorno del chiavistello di smontaggio in posizione di bloccaggio avviene automaticamente quando il carrello-otturatore oltrepassa la parte posteriore del fusto.
90two Type F. Doppia/singola azione. Sicura manuale ambidestra sul carrello-otturatore con funzione di abbattimento cane, sicura automatica sul percussore.

90two Type G. Doppia/singola azione. Leva manuale ambidestra sul carrello-otturatore con sola funzione di abbattimento cane e ritorno della leva in posizione di arma pronta al fuoco, sicura automatica sul percussore.
Indicatore di cartuccia in canna. L’indicatore di cartuccia in canna è un’aletta verniciata di rosso (estrattore) che sporge rispetto al carrello-otturatore in misura maggiore quando è presente un colpo in canna. L’aletta è posizionata sul lato destro della pistola, accanto alla camera di cartuccia e può essere percepita sia visivamente che al tatto quando un colpo è in canna.
In caso di cartuccia in canna, nell’oscurità si può verificare, al tatto, se l’aletta sporge, mentre in condizioni di luce si può controllare visivamente la parte laccata di rosso.

Sicura automatica sul percussore. Le pistole Beretta 90two vantano un dispositivo di bloccaggio che impedisce al percussore qualsiasi movimento se il grilletto non è tirato a fondo.


 
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view post Posted on 21/4/2011, 14:08     +1   -1




Smith & Wesson Bodyguard


Ecco allora che la prima prerogativa viene soddisfatta riducendo le dimensioni e il peso grazie alla rivalutazione di calibri “leggeri” quali il .380 ACP (9 Corto) o il .38 Special, mentre in aiuto alla precisione nel tiro viene la tecnologia, che oggi consente la produzione di puntatori Laser sufficientemente compatti da integrarsi comodamente in armi di piccole dimensioni, aiutando il tiro istintivo o sulle distanze brevissime, quando è impossibile per motivi di tempo, spazio o Stress impiegare le mire metalliche normali, oltre a conferire a questi compattissimi strumenti di difesa un sicuro effetto deterrente e facilitando un buon piazzamento dei colpi anche nelle armi da pugno così piccole, normalmente difficili da controllare.
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La nuova gamma Bodyguard della Smith & Wesson, presentata lo scorso gennaio in occasione dell'edizione 2010 dello SHOT Show a Las Vegas, è stata ideata per rispondere appieno a queste caratteristiche. La gamma comprende due modelli: una pistola semi-automatica ed un Revolver.
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La semi-automatica, denominata Bodyguard-380, è una tascabile calibro 9 Corto, lunga appena 13 centimetri, con caricatore da sette colpi, tacche di mira ad alta visibilità, scatto in doppia azione e percussore interno, con fusto polimerico integrante un puntatore laser della Insight Technologies inserito sotto il Dust Cover, attivato tramite un pulsante ambidestro posizionato poco avanti alla guardia del grilletto; la rivoltella Bodyguard-38, in calibro .38 Special con tamburo da cinque colpi, lungo 16 centimetri, impiega un telaio in lega leggera d'alluminio e un fusto polimerico con puntatore laser posizionato sopra la guancetta destra del calcio. Per ambedue i modelli, la progettazione è stata effettuata in modo da ridurre al minimo non solo il peso e le dimensioni, ma anche ammorbidendo le linee, per scongiurare impigliamenti in fase d'estrazione.
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Attualmente la gamma Bodyguard non è importata in Italia; tutto fa comunque pensare che lo sarà molto presto. Bignami, importatore ufficiale Smith & Wesson per l’Italia, si distingue infatti per un'attenzione sempre maggiore alle tendenze del mercato, ed ultimamente è riuscita ad ottenere catalogazioni piuttosto rapidamente rispetto ai tempi normalmente biblici a cui siamo abituati.

 
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view post Posted on 1/7/2011, 20:07     +1   -1




Px4 Storm Inox



La Beretta Px4 SD Storm Type F
Questo prodotto della Casa di Gardone Val Trompia nasce come progetto dell'esigenza di presentare un'arma corta con il progetto USSOCOM (United States Special Operations Command), che ha il quartier generale nella base dell'Air Force "Mac Dill", a Tampa in Florida, alla ricerca di un'arma corta di cui dotare tutto le Forze speciali dell'Esercito, della Marina e dell'Aviazione.
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Beretta ha pensato di realizzare una versione speciale della Px4 Storm, nata nella prima metà del terzo millennio come sintesi tecnologica e pratica di oltre 500 anni di esperienza nel mondo della armi da fuoco.
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L'arma è stata completamente rivisitata e modificata per concorrere alle severissime prove previste per la valutazione delle armi presentate. Le modifiche apportate al modello Px4 SD Storm Type F hanno mantenuto le forme e il ciclo di funzionamento delle sue sorelle in calibro 9 e .40 S&W, ma di fatto è un'arma completamente divisa per i materiali e le caratteristiche costruttive.

Il carrello è in acciaio, fosfatato e in seguito rivestito di Bruniton, al cui interno è alloggiata la canna della lunghezza di 115 mm (misura prevista dal capitolato di gara del SOCOM), che sporge di 125 mm dalla parte anteriore del carrello, che ha intagli di presa anteriori e posteriori che consentono sempre un'ottima capacità di armamento.

Cougar 8000



Le pistole della serie 8000 Cougar sono pistole semiautomatiche dotate di otturatore e a recupero di rinculo. Queste pistole utilizzano un raro sistema di bloccaggio della canna mentre ruota, nel quale la canna gira durante il rinculo per sbloccarsi dal carrello.
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Il movimento rotatorio della canna è controllato dal perno posto nella parte inferiore, che segue la traccia della camma nell'inserto del telaio d'acciaio. Il telaio è costituito da una lega di alluminio. La versione base della pistola Cougar è il modello F, ad azione doppia e con leve ambidestre per la sicura e per il decocker, situate sul carrello.

Un'alternativa è la versione D, che è solamente ad azione doppia e conseguentemente non ha il cane a punta e le leve per la sicura e il decocker. Le pistole Cougar utilizzano un caricatore bifilare per i modelli con i calibri 9mm, .357 SIG e .40, mentre usano un caricatore monofilare per i modelli calibro .45.
 
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view post Posted on 11/2/2012, 14:48     +1   -1




Browning Buck Mark Bulls'Eye



Tutta in acciaio. Molto precisa, Bello scatto. il migliore in questa fascia di prezzo.Quando si pensa al marchio Browning, la memoria corre immediatamente ai fucili semiautomatici da caccia, a partire dal celebre modello 1903 che il geniale John Moses, a inizio Novecento, progettò per la belga Fn, prima azienda al mondo a produrre in serie un tipo di fucile che avrebbe trasformato il modo di andare a caccia. Ma il marchio Browning merita attenzione anche per quel che riguarda le pistole, a partire da quella straordinaria creatura, ancora oggi così attuale, che è stata la Hp 35, o Gp 35 che dir si voglia, fino ad arivare alla più recente produzione di semiauto destinate al Tiro a segno.
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La Buck Mark è una linea di pistole in calibro .22 Lr pensata per coloro che vogliono avvicinarsi alle linee di tiro di un poligono, affidandosi a un’arma estremamente affidabile dal punto di vista meccanico, nonostante il prezzo contenuto. Della Buck Mark esistono varie versioni: la Field & Buck Mark, la Micro, la Silhouette, la Varmint e la Unlimited, meccanicamente identiche, ma differenti per lunghezza di canna, e quindi lunghezza totale, a seconda delle discipline alle quali sono destinate. Negli Stati Uniti, in particolare, le pistole calibro .22 Lr sono utilizzate non soltanto per il tiro accademico, ma anche per il plinking e per alcune varianti del Tiro dinamico con il piccolo e divertente calibro. La Buck Mark che abbiamo voluto mettere alla prova è la Target 5.5, la versione caratterizzata da una base in grado di ospitare congegni ottici elettronici di puntamento. Di serie, però, la Target monta soltanto organi di mira meccanici: la tacca è regolabile in altezza e derivazione, come altre versioni della Buck Mark, mentre il mirino a palo è regolabile in altezza, agendo sulla piccola vite tipo Allen, posta sulla faccia anteriore del carrello, qualche millimetro sopra la volata della canna. Nei congegni di mira, dunque, stanno le principali differenze di una versione che, per esempio, con il montaggio di un puntatore a punto rosso diventa assai divertente per il Tiro dinamico con piccolo calibro (in Italia, alcune sezioni del Tsn movimentano le domeniche dei soci con il divertente tiro alla lattina). Un’altra caratteristica degli organi di mira sta nel fatto che sia la tacca sia il mirino sono protetti da un tunnel: entrambi possono scorrere sulla base, bloccata sulla pistola mediante tre viti tipo Allen. Il tunnel del mirino è classico a forma cilindrica, mentre quello sulla tacca di mira è squadrato, dalla forma piuttosto inconsueta. Non dà particolare fastidio, ma non ci pare neppure che questo accorgimento sia del tutto indispensabile.
083-051-403490
Il tunnel consente di regolare la tacca di mira in altezza, facendo passare la punta di un piccolo cacciavite attraverso il foro del quale è dotato il piano superiore. Per la regolazione della derivazione, invece, è praticamente necessario, anche per non correre il rischio di graffiare le superfici brunite opache, far scorrere in avanti di un paio di tacche, sulla base, il tunnel, per poi agire sulle vite posta sul lato destro della tacca. In entrambe le direzioni, le regolazioni risultano precise (per l’altezza sono disponibili 16 click) così come costanti si sono rivelati i conseguenti spostamenti del punto d’impatto del proiettile sul bersaglio. Non è un aspetto da sottovalutare, perché, spesso, nelle armi di fascia economica l’efficacia e la precisione della tacca risentono del contenimento i costi. Per quel che riguarda la meccanica, la Browning non poteva che scegliere il sistema che proprio il grande progettista mormone aveva proposto per primo nel 1895. Le Buck Mark, infatti, sono pistole semiautomatiche a canna fissa, con chiusura labile, o blow-back, un sistema semplicissimo, ma che sul piccolo .22 Long rifle garantisce un funzionamento regolare del ciclo di riarmo. Inoltre, le ridotte dimensioni e il peso limitato delle masse in movimento nella fase di sparo esaltano le doti di precisione della Buck Mark, così come delle semiautomatiche che adottano il blow-back. Soltanto il piccolo carrello si muove: quando arretra, il bossolo viene estratto dalla camera di scoppio ed espulso, mentre quando avanza viene camerata una nuova cartuccia, prelevata dal caricatore monofilare, che ne può contenere fino a un massimo di dieci.


Beretta 90 TWO



Si chiama Beretta 90Two l'ultimo aggiornamento della serie 92 della Casa di Gardone Val Trompia. La nuova bifilare dispone di tutte le più moderne soluzioni tecniche e operative richieste ad un'arma destinata alle forze dell'ordine e militari. Dispone di slitta integrata nel fusto per il montagggio di torcia tattica, impugnature intercambiabili di diverse dimensioni, nuovo set di mire Superluminova. E' stata presentata nei calibri 9x19 e .40 Smith & Wesson.



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view post Posted on 10/6/2013, 21:00     +1   -1




Brugger & Thomet TP9




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Descrizione


Pistola semiautomatica Brugger & Thomet modello TP9, calibro 9x21, classificata uso sportivo.

Caratteristiche Tecniche:
•Marca: Brugger & Thomet
•Modello: TP9
•Calibro: 9x21
•Funzionamento: chiusura geometrica a canna rototraslante
•Numero colpi: 15 - caricatore bifilare
•Lunghezza canna: 130 mm
•Dimensioni: 303x166x45 mm
•Scatto: Singola azione
•Percussione: cane interno
•Estrattore: a unghia posto sul lato esterno dell'otturatore
•Sicure: manuale a traversino, automatica al grilletto
•Mire: diottra regolabile in derivazione, mirino a piolo regolabile in altezza
•Materiali: Polimeri e acciai al carbonio
•Peso: 1250 grammi
•Numero Catalogo: 18.562
•Dotazione: Red Dot Aimpoint Micro T-1, slitta aggiuntiva Picatinny, calciolo, sacca raccoglibossoli, caricatore di scorta


Ruger Super Redhawk calibro .454 Casull



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Il Ruger Super redhawk è uno dei più robusti revolver in .44 magnum, una cartuccia considerata per molti anni la più potente, tra le commerciali, per le armi corte. Ma lo sviluppo di nuove munizioni è stato inarrestabile e alcuni calibri wildcat, la cui diffusione era limitata agli Stati Uniti, sono stati acquisiti per la produzione su vasta scala. Così si è affermata anche la .454 Casull, formidabile cartuccia destinata alla caccia con la pistola. La Ruger, contando sulla struttura del Super redhawk, lo ha immediatamente camerato per questo calibro, prima di sviluppare, in collaborazione con la Hornady, la .480 Ruger, cartuccia più potente della .44 magnum, ma meno punitiva della .454. Il Super redhawk è un revolver a telaio chiuso e scatto in Singola e Doppia azione. Il tamburo a 6 colpi bascula sul lato sinistro, con senso di rotazione antiorario. Il percussore flottante è ubicato nel castello, il telaio monopezzo si distingue per l’assenza della cartella laterale: il grilletto, la transfer bar, il dente di rotazione del tamburo e il tassello inferiore di blocco dello tamburo, infatti, sono montati sul sottoguardia, fissato anteriormente a incastro e posteriormente da un pistoncino che impegna la sede presente nel telaio. Altra caratteristica distintiva è il prolungamento anteriore del telaio che incrementa la superficie di contatto con la canna. L’estensione del castello e lo spessore generoso del top strap hanno permesso la realizzazione delle sedi per l’aggancio degli anelli originali per l’ottica. Sul Redhawk in .44 magnum, le sedi sono ricavate dalla bindella piena così come per il single action Super blackhawk. Il Super redhawk è privo di viti, eccettuate quella delle guancette e quella, minuscola, del pulsante d’apertura del tamburo. Lo smontaggio è effettuabile senza attrezzi: per asportare la vite delle guancette, si può utilizzare il fondello di una cartuccia, per sbloccare il pistoncino che tiene il sottoguardia, l’azienda consiglia di utilizzare il tirante del cane. Tolte le guancette, armando il cane, si scopre il foro inferiore del tirante, nel quale va inserita la spinetta normalmente contenuta nell’impugnatura di gomma. Premendo il grilletto, la main spring a spirale del cane si distende in parte e si può allora sfilare il gruppo tirante-molla-traversino d’appoggio al fusto. Si può anche asportare il cane dopo aver sfilato il relativo perno. Tolto il sottoguardia, si liberano il giogo e il tamburo che, privo delle scanalature d’alleggerimento, riporta le scritte dei due calibri utilizzabili: .454 Casull e .45 long Colt. Le sedi per il tassello di blocco non coincidono con il punto di minore spessore delle camere. La chiusura posteriore è attuata dal pistoncino che protrude dal centro della dentiera di rotazione del tamburo e impegna l’apposito recesso ricavato dallo scudo di rinculo: quella anteriore è costituita da una leva ubicata nel giogo, che rende il medesimo solidale al fusto. Il rientro della leva è provocato dalla stessa pressione esercitata sul pistoncino posteriore di chiusura quando si apre il tamburo. L’asta che aziona l’estrattore non ruota né funge da asse di rotazione del tamburo. La transfer bar trasmette al percussore flottante l’impulso necessario allo sparo soltanto a grilletto premuto. Il cane presenta uno svaso in corrispondenza del percussore a maggiore tutela dagli spari accidentali: a cane armato, è impossibile aprire il tamburo, viceversa, quando il tamburo è basculato in apertura, è bloccato il sistema di scatto. La Doppia azione, di lunghezza e peso medi, è fluida, il peso di scatto è ripartito in modo omogeneo sull’intera corsa del grilletto e non si avvertono impuntamenti del grilletto nemmeno negli attimi immediatamente precedenti allo sparo, al momento del blocco del tamburo massiccio. La Singola azione è pulita anche se abbastanza pastosa, la corsa del grilletto ha lunghezza media, il peso di sgancio si attesta su valori non troppo contenuti, in linea col rispetto delle norme di sicurezza. Il collasso di retroscatto è ininfluente. Per le prove pratiche, abbiamo impiegato ricariche assemblate con bossoli Starline calibro .454, inneschi Cci 400 small rifle, polveri Vihtavuori N110 e Winchester 296 nonché palle Sierra semiblindate a punta cava di 240 grani e semiblindate a naso piatto di 300. Dietro alle 240 grani, siamo arrivati a caricare una dose massima di 31,0 grani di N110, mentre le pesanti 300 grani sono state spinte da una dose massima di 32,0 grani di 296. Alle dosi citate si deve arrivare per gradi verificando l’assenza di segni di pressioni eccessive per ciascun incremento. La dose di partenza è 28,5 grani per l’abbinamento N110/ 240 grani. Per la 296, la dose di partenza con la pesante 300 grani è 30,0 grani (manuale Speer, 13a edizione). In .454 abbiamo anche avuto modo di provare commerciali Magtech con palla semiblindata a naso piatto di 260 grani. Con ricariche .45 long Colt analoghe a quelle impiegate nel cowboy action shooting, abbiamo saggiato la latitudine di utilizzo del Super redhawk: tali ricariche sono state assemblate con bossoli Magtech, inneschi Cci large pistol e palle in lega ogivali a testa piatta Action bullets di 225 grani spinte da una dose di 7,1 grani di Winchester 231. Col Super redhawk, è possibile utilizzare anche i caricamenti spinti .45 long Colt previsti esclusivamente per armi di moderna e robusta costruzione quali la monocolpo Thompson Contender e, appunto, i revolver Ruger. Nell’assemblare i caricamenti magnum è fondamentale crimpare con decisione, in caso contrario, a causa del rinculo e del peso elevato dei proiettili, questi ultimi allo sparo tendono a fuoriuscire dal bossolo per inerzia. Se si impiegano palle lunghe e pesanti con due solchi di crimpatura, come per esempio le Hornady 300 grani Hp/Xtp o le Speer Ucsp di eguale peso, si deve tenere conto delle modalità di caricamento eventualmente previste dalla Casa e citate nei manuali. Data l’esasperazione del .454, raccomandiamo di accingersi alla ricarica nel modo più attento e scrupoloso possibile. Tirando sia in Singola sia in Doppia azione, la percussione è stata centrata e decisa nonostante la diversa compressione della main spring. Dai bossoli di risulta, non abbiamo rilevato segni di pressioni eccessive all’innesco, anche se sono risultate elevate. I bossoli .454 impiegati per le ricariche massime con palla di 300 grani presentavano rigonfiamenti che ne hanno impedito il rientro in camera. L’ affumicatura è stata contenuta per le ricariche .454 e normale per le .45 Colt con palla in piombo. Le prestazioni balistiche evidenziano una notevole omogeneità di rendimento energetico tra le ricariche massime e le munizioni commerciali, che hanno erogato 198 chilogrammetri (480 m/ sec), praticamente lo stesso valore di 197 riscontrato con le più leggere e veloci Sierra di 240 grani, che sono state spinte a 498 m/sec. Notevoli le prestazioni delle Sierra di 300 grani (208 kgm e 458 m/sec). Di livello diametralmente opposto le prestazioni delle ricariche .45 long Colt, le cui palle in lega di 225 grani hanno viaggiato a una velocità media di 228 m/sec (38 kgm di energia). Prove di precisione sono state effettuate a 25 metri in tiro lento mirato, con impugnatura a due mani, scatto in Singola azione e senza appoggio: i risultati sono stati più che accettabili. La violenza delle reazioni allo sparo mette in tensione il tiratore privo di allenamento e l’effettuazione solo di poche serie con cartucce a piena carica si ripercuote in modo ancora più doloroso quando le mani sono fredde. Il rinculo è rabbioso, violento e si scarica in gran parte tra pollice e indice. Il rilevamento è potente e repentino, al contrario, le cartucce .45 long Colt sono divertenti. Il rinculo è morbido e il rilevamento lieve, la precisione rimarchevole. Sparando velocemente in Doppia con munizioni in .454, la cadenza non è certo da Tiro dinamico. Al brandeggio giovano il bilanciamento non troppo appruato e la notevole grippabilità dell’impugnatura monopezzo in morbida gomma. I pannelli di legno laminato, belli, ma scivolosi, fortunatamente hanno superficie trascurabile. Le dimensioni contenute dell’ impugnatura sono utili ai tiratori con mani piccole. Il trigger reach si attesta su valori modesti sia in Singola sia in Doppia azione. Da rilevare la sensibile variazione del punto d’impatto in elevazione a seconda della cartuccia impiegata e la conseguente necessità di tarare le mire per lo specifico caricamento sulle distanze di tiro elevate. Nel maneggio, si apprezza l’accessibilità del pulsante di apertura del tamburo. La cresta del cane ha dimensioni contenute, ma l’angolazione favorevole e la zigrinatura a cuspidi grippanti ne agevolano l’armamento. Anche se liscio, il grilletto sottile e curvo fornisce un ottimo appoggio per il tiro in Singola azione. Il Super redhawk vanta un’organizzazione meccanica sicura ed efficiente: sovradimensionato per la .44 magnum, eroga prestazioni di livello superiore in .454 Casull. Le finiture, la colorazione grigia, il tamburo pieno e i pannelli dell’impugnatura in legno scuro laminato rendono l’estetica curata e, a nostro giudizio, gradevole. Nel maneggio, il revolver sembra più leggero del peso effettivo di circa 1.500 grammi. Il brandeggio è buono, ma proprio il bilanciamento non molto appruato contribuisce a rendere le reazioni allo sparo estremamente punitive con i caricamenti pieni. È lecito chiedersi perché la casa di Southport non abbia dotato il Super Redhawk più potente di un efficace sistema di compensazione né abbia apportato modifiche all’impugnatura volte a migliorare la controllabilità.



Kimber TLE/RL II




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In questa recensione tratteremo di un prodotto a dir poco sensazionale, il quale apporta notevoli migliorie tattico-operative alla vetusta 1911A1. In due parole possiamo riassumere la Kimber come un grande marchio che sta letteralmente soppiantando i concorrenti, specialmente negli USA, fornendo prodotti di qualità entusiasmante a prezzi abbastanza ragionevoli. Nella fattispecie ci troviamo al cospetto della versione TLE/RL II la quale vanta diverse caratteristiche d'interesse. Prima fra tutte l'illustre adozione da parte dello SWAT team di Los Angeles come arma da fianco, in secondo luogo i rail ricavati sul fusto, atti all'aggancio di dispositivi d'illuminazione o laser, in terza battuta le mire al trizio per il tiro in condizioni di oscurità. Front strap iper zigrinato a favore di una presa salda in ogni condizione aiuta il tiratore nel controllo del contraccolpo. La pistola è fornita di guancette in gomma antiscivolo. Il calibro è il 45ACP, detto anche 45auto, di notevole versatilità. Sicura maggiorata, caricatore monofilare, cane e grilletto alleggeriti completano la panoramica. Vivamente consigliata per chi ha esigenze di difesa abitativa in villa.
Testi di LG, foto a cura di Paolone.





Springfield Full Size Match




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Negli ultimi anni la Springfield, dinamica azienda americana, ha invaso il mercato con una vastissima serie di novità, tutte improntate sul vecchio archetipo 1911A1. In questo caso abbiamo un modello dedicato al tiro sportivo, quindi con tacca regolabile, cane delta scheletrato, sicura maggiorata ambidestra e grilletto alleggerito. Questi pezzi Custom rendono il tutto ancora più imponente, se pensiamo anche al fatto che il sistema di recupero è sostituito da una massiccia astina in metallo. La canna ovviamente è di 5" e le guancette originali in legno esotico sono state rimpiazzate, dal proprietario, con delle Hogue avvolgenti, semianatomiche, sempre di pregiata essenza. Il carrello vanta pratici intagli di presa anche sulla porzione anteriore, particolare molto utile. La sicura dorsale, infine, è sagomata in modo da prevenire ferite alla mano prodotte durante il ciclo di sparo e, anch'essa, è di dimensioni maggiori rispetto al normale. La denominazione commerciale della pistola è Full Size Match.
 
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view post Posted on 14/4/2017, 16:50     +1   -1




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