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FLOTTA MARINA MILITARE ITALIANA

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›ßo$$‹_ßl4k_ÊýêÐ
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Giuseppe Garibaldi



La portaerei leggera STOVL Giuseppe Garibaldi, matricola CVS[1]-551, è un'unità della Marina Militare Italiana e prende il nome dal generale ed eroe del Risorgimento Giuseppe Garibaldi. L'unità è stata la prima portaerei nella storia della Marina Militare ad entrare in servizio attivo dato che due unità portaerei, l'Aquila e lo Sparviero, furono approntate nel corso della seconda guerra mondiale ma non entrarono mai in servizio. La nave ha ricoperto il ruolo prestigioso di nave ammiraglia della Marina Militare, fino al varo della nuova portaerei Cavour. Il ruolo di portabandiera della flotta era stato ricoperto dal 1961 al 1971 con lo stesso nome e la stessa matricola, dall'incrociatore Giuseppe Garibaldi.

La sua costruzione programmata in base alla Legge Navale del 1975, venne ordinata all'Italcantieri il 21 novembre 1977 ed è avvenuta negli stabilimenti di Monfalcone dove lo scafo della nave venne impostato il 20 febbraio 1978. La nave venne varata il 4 giugno 1983 e dopo le prove in mare iniziate il 3 dicembre 1984 è stata consegnata alla Marina Militare il 30 settembre 1985 ed al momento del varo era la portaerei in servizio più piccola al mondo.

L'unità, progettata per operazioni antinave, antiaeree e antisommergibile e per assolvere funzioni di comando e di controllo di operazioni da parte di forze complesse, dispone di una componente aerea che può, alternativamente, essere composta fino ad un massimo di 12 aerei STOVL AV-8B Harrier II o 18 elicotteri Agusta SH-3D. Lo scafo è suddiviso in 13 compartimenti stagni da paratie verticali, mentre è suddiviso in sei ponti in senso longitudinale.[2]

Il ponte di volo, dalla caratteristica struttura disassata rispetto all'asse longitudinale della nave è dotato di un trampolino di lancio (sky-jump) inclinato di 6° 5' ed è lungo 174 e largo 30 metri ed è provvisto di una passerella laterale per il movimento del personale e per la sistemazione di attrezzature accessorie quali punti rifornimento carburanti, prese di energia e servizi antincendi. Tale passerella è posizionata a circa un metro al di sotto del ponte di volo.[2]

All'equipaggio che con il personale del comando complesso sfiora i 600 componenti, vanno aggiunti 230 del personale del gruppo aereo. L'hangar per ospitare la componente imbarcata è situato al di sotto del ponte di volo; esso misura 108×15×6 metri, è diviso in 3 sezioni da 2 pareti tagliafiamma ed è dotato di 2 elevatori da 18×10 m della portata di 18 tonnellate posti rispettivamente a prua ed a poppa della sovrastruttura (detta isola) e praticamente in asse con essa
A causa della legislazione vigente all'epoca dell'entrata in servizio, che permetteva esclusivamente all'Aeronautica il possesso di mezzi aerei militari ad ala fissa il Giuseppe Garibaldi non ebbe, fino al cambio delle legge nel 1989, alcuna dotazione di aerei. In seguito all'approvazione della legge 36 del 1 febbraio 1989 la Marina fu autorizzata a dotarsi di velivoli ad ala fissa.[4] Dopo una valutazione tra il Sea Harrier britannico e l'Harrier II americano, la scelta italiana ricadde su quest'ultimo[5], dotato di un radar multimodale più sofisticato uguale a quello montato sullo F/A 18 Hornet, e che contrariamente al Sea Harrier[6] è tuttora in produzione; nel 1990 venne fatto l'ordine per l'acquisto degli AV-8B+ con la consegna ai piloti e tecnici della Marina Militare dei primi due velivoli che avvenne il 7 giugno 1991, presso la base dei Marines di Cherry Point nella Carolina del Nord, con la cerimonia ufficiale di consegna che avvenne il successivo 23 agosto a bordo del Garibaldi, ormeggiato nella base americana di Norfolk in Virginia.[2]

Nonostante il Garibaldi avesse imbarcato i primi aerei a bordo solamente a partire dal 1991, già in precedenza durante le esercitazioni internazionali degli Harrier alleati avevano operato sul ponte di volo del Garibaldi come in occasione dell'esercitazione NATO Dragon Hammer 90
L'apparato di propulsione è del tipo COGAG dotato di centrale di telecomando, con 4 turbine a gas costruite dalla Avio su licenza della General Electric, che forniscono una potenza, a regime, di 82.000HP (60MW) ai due alberi motore dotate di eliche a cinque pale fisse e consentono una velocità massima di 30nodi[3]. La nave ha un'autonomia di circa 7.000 miglia (13.000 km) ad una velocità media di 20 nodi.
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Per la difesa aerea a medio raggio la nave è dotata di due lanciamissili brandeggiabili a 8 celle Selenia "Albatros", posti davanti e dietro l'isola, ciascuno dei quali dispone di 8 armi pronte al lancio e 16 di riserva per un totale di 48 missili Aspide. Per la difesa ravvicinata sono presenti tre torrette binate dotate di cannoni leggeri Breda da 40mm/70 integrate nel CIWS Dardo con una cadenza di fuoco di 300 colpi/minuto ed una portata di 4km contro missili e bersagli aerei e di 12km contro bersagli di superficie.

Per la difesa antisom la nave dispone di due lanciasiluri tripli del tipo ILAS-3 da 324mm, simili al tipo MK 32 americano, armati con siluri leggeri Mk 46 e A-244[7]. Gli stessi siluri leggeri equipaggiano anche gli elicotteri ASW di bordo.

In origine era installato anche un sistema missilistico teleguidato antinave basato su quattro lanciamissili OTOMAT sbarcati nel 2003.

La nave è dotata di vari radar di scoperta, di navigazione e di tiro, di sonar a scafo e sistemi di contromisure elettroniche.

Alla ricerca aerea a lungo raggio provvede il radar 3D Hughes AN/SPS-52C in banda E che ha ben 400km di portata. Alla ricerca aerea a medio raggio provvede il radar della Selenia MM/SPS-768 (RAN-3L) che opera in banda D con una portata di 200km, mentre il radar Selenia SPS-774 (RAN-10S) che ha una portata di 150km provvede alla ricerca aerea e di superficie ed il radar SPS-702 CORA si occupa della ricerca di superficie. Il radar di navigazione è il modello SPN-749, mentre il radar SPN-728 è per funzioni di approccio. Il radar di tiro e controllo del fuoco RTN-30X è asservito al sistema Albatross/Aspide, mentre tre radar di controllo del fuoco Selex NA-21, integrati da un radar direzione del tiro SPG-70 (RTN-10X) sono asserviti ai tre CIWS Dardo.
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La dotazioni dei sensori è completata dal sonar a bassa frequenza Raytheon DE 1160LF [8] montato a scafo.

Per le contromisure elettroniche sono presenti due lanciarazzi SCLAR per chaff e flares ed il sistema per il Nettuno SLQ-732 per il jamming.

La protezione elettronica antisiluro è affidata al sistema SLAT e al sistema AN/SLQ-25 Nixie, usato da molte marine NATO. Il sistema AN/SLQ-25 è dotato di una fonte di decoy antisiluro mediante un apparato filabile in mare, che emette segnali di disturbo, come il rumore di un'elica o del motore per ingannare e deviare i siluri in arrivo. Una versione più moderna del sistema AN/SLQ-25, denominata AN/SLQ-25B, è dotata di sensori in grado anche di individuare e localizzare sommergibili e siluri in arrivo[9]

L'unità è dotata di sistema di comando e controllo IPN 20 (SADOC 2) della Selex Sistemi Integrati che si occupa di raccogliere i dati dai vari sensori e dai sistemi di comunicazione. Il sistema di comunicazione comprende comunicazioni Wide Area Network (WAN) e satellitare SATCOM Link 11, Link 14 e Link 16, alcuni implementati dopo gli ammodernamenti del 2003


Tipo incrociatore portaelicotteri
portaerei leggera (STOVL) - CVS[1]
Classe {{{classe}}}
Numero unità {{{numero_unità}}}
Costruttori Italcantieri
Cantiere Monfalcone (Go), Italia
Matricola {{{matricola}}}
Ordine 21 novembre 1977
Impostazione 20 febbraio 1978
Varo 4 giugno 1983
Completamento 30 settembre 1985
Entrata in servizio
Proprietario {{{proprietario}}}
Radiazione {{{radiata}}}
Destino finale {{{destino_finale}}}
Caratteristiche generali
Dislocamento 10.100 (13.850 a pieno carico) t
Stazza lorda t
Lunghezza 180,2 m
Larghezza 33,4 m
Altezza m
Pescaggio 6,7 m
Profondità operativa {{{profondità_operativa}}} m
Ponte di volo 173,8 × 30,4 m
Propulsione COGAG:
4 turbine Fiat-GE LM-2500
2 eliche
Potenza: 82.000 CV su due assi
(60.400 kW complessivi)

Velocità 30 nodi (56 km/h)
Autonomia 7.000 miglia (13.000 km) alla velocità di 20 nodi
Capacità di carico
Numero di cabine {{{numero_di_cabine}}}
Equipaggio 550 uomini + fino a 230 addetti componente aerea
Passeggeri {{{passeggeri}}}
Equipaggiamento
Sensori di bordo radar:
Hughes AN/SPS-52C in banda E
(ricerca aerea a lungo raggio 3D)
Selenia MM/SPS-768 (RAN-3L)
(ricerca aerea medio raggio in banda D)
Selenia SPS/RAN-10
(ricerca aerea e di superficie)
SPS-702 CORA (superficie)
SPN-749 (navigazione)
SPN-728 (approcio)
RTN-30X
(tiro per Albatros/Aspide)
RTN-10X
(controllo fuoco per Dardo

Sistemi difensivi ECM/ESM:
2 lanciarazzi SCLAR
(chaff/flares
Nettuno SLQ-732 jammers

Armamento missili:
2 lanciamissili binati LM Teseo Mk 2
(rimossi nel 2003)
2 lanciatori ottupli per missili terra-aria Albatros/Aspide
3 CIWS Breda Dardo da 40mm
siluri:

2 lanciasiluri tripli da 324mm
(siluri Mk 46 o A-244)

Corazzatura
Mezzi aerei 12 AV-8B o 18 SH-3D




Andrea Doria



L'Andrea Doria è una fregata della Marina militare italiana della Classe Orizzonte.

L'Andrea Doria è contraddistinto dalla sigla (D 553) in quanto cacciatorpediniere lanciamissili secondo la classificazione NATO.
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La costruzione della nave è iniziata il 19 luglio 2002 presso il cantiere di Riva Trigoso con la cerimonia del taglio della prima lamiera.

Dopo il varo, primo nel mondo effettuato su carrelli per una nave di queste dimensioni, avvenuto il 15 ottobre 2005, la nave nel gennaio 2006 è stata trasferita negli stabilimenti Fincantieri di Muggiano per l'allestimento finale. Ad ottobre 2006 sono iniziate le prove in mare e la consegna alla Marina Militare Italiana è avvenuta a Genova il 22 dicembre 2007[1] col l’alzata sul pennone dell'unità della Bandiera della Marina.

A novembre 2008 il Doria si è recato a Tolone per condurre un'esercitazione con il gemello francese Forbin e un'altra nave antiaerea francese.
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A gennaio 2009 la nave ha presenziato a Messina alla commemorazione del centenario del terremoto che nel 1908 distrusse la città. Alla cerimonia hanno partecipato anche gli incrociatori Moskva dalle marina russa, una delle prime a soccorrere la città, il Leyte Gulf della US Navy e il pattugliatore Spica della Marina Militare.

Dopo aver proseguito i collaudi riguardanti i sistemi di comando, controllo e comunicazione, ha conseguito la piena operatività nel giugno 2009,[2] dopo che il 5 maggio nelle acque di La Spezia aveva preso parte insieme alla gemella Caio Duilio e le sorelle francesi Forbin e Chevalier Paul ad un'esercitazione congiunta tra le Orizzonte italiane e francesi.

La nave ha ricevuto la bandiera di combattimento nel porto di Genova il 13 ottobre 2010[3] nel corso di una cerimonia alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Vincenzo Camporini, del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Bruno Branciforte, e del sindaco di Genova, Marta Vincenzi che ha consegnato il vessillo al Capitano di Vascello Fabrizio Cerrai Comandante dell'unità.

Il 19 marzo 2011 la nave è stata schierata nel Canale di Sicilia per proteggere il territorio italiano e le altre unità presenti in zona da eventuali attacchi aerei o missilistici da parte della Libia.

La nave porta il nome dell'ammiraglio e uomo di stato genovese Andrea Doria.

Il motto della nave è Altius Tendam (miro sempre più in alto).[4]

In precedenza altre tre navi della marina italiana avevano portato il nome Andrea Doria. La prima era una corazzata che aveva prestato servizio nella Regia Marina dal 1891 al 1911. La nave, costruita all'Arsenale di La Spezia, varata nel 1885 ed entrata in servizio nel 1891, nel 1895 fece parte della formazione navale che partecipò all'inaugurazione del Canale di Kiel. Posta in disarmo il 1º maggio 1911 venne utilizzata a Taranto come nave caserma fino al 1915 quando, scoppiata la prima guerra mondiale venne trasferita a Brindisi e adibita a difesa costiera venne denominata pontone GR 104 all'entrata in servizio di una nuova corazzata battezzata con lo stesso nome.[5] Al termine della guerra nel 1919 venne radiata definitivamente.

La seconda era una nave da battaglia costruita anche questa all'Arsenale di La Spezia che entrata in servizio nel 1916, venne radiata nel 1956 dopo essere stata ricostruita tra il 1937 e il 1940 negli stabilimenti dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Trieste.

Successivamente il nome Andrea Doria verrà dato ad un incrociatore lanciamissili entrato in servizio negli anni sessanta ed andato in disarmo nel 1992, costruito come l'attuale cacciatorpediniere nel cantiere di Riva Trigoso. A questa unità, in un ideale passaggio di consegne e di testimone morale e storico, il 3 agosto 1964, venne consegnata la bandiera di combattimento a nome dell'equipaggio dell'Andrea Doria andato in disarmo nel 1956


Tipo Cacciatorpediniere
Classe Andrea Doria
Numero unità {{{numero_unità}}}
Costruttori Fincantieri - Horizon Sas
Cantiere Riva Trigoso (Ge), Italia
Matricola D 553
Ordine
Impostazione 2002
Varo 15 ottobre 2005
Completamento {{{completata}}}
Entrata in servizio 22 dicembre 2007
Proprietario {{{proprietario}}}
Radiazione {{{radiata}}}
Destino finale {{{destino_finale}}}
Caratteristiche generali
Dislocamento 5700/6600 t
Stazza lorda {{{stazza_lorda}}} t
Lunghezza 152,9 m
Larghezza 20,3 m
Altezza {{{altezza}}} m
Pescaggio 5,4 m
Profondità operativa {{{profondità_operativa}}} m
Ponte di volo {{{ponte_di_volo}}}
Propulsione Due turbine a gas GE/Avio LM2500+ da 42 Mw
Due Motori Diesel SEMT Pielstick da 8 Mw
Velocità 29 (18 diesel) nodi
Autonomia 7000 n.mi. a 18 nodi, 3500 a 25
Capacità di carico
Numero di cabine {{{numero_di_cabine}}}
Equipaggio 174 + 32 opzionali
Passeggeri {{{passeggeri}}}
Equipaggiamento
Sensori di bordo Radar di ricerca di superficie in banda E/F RASS di Selex, radar multifunzionale 3D tipo phased array in banda G EMPAR (sensore principale del sistema PAAMS), radar di ricerca di superficie e aerea 2D in banda D Thales/Selex S1850M, radar di navigazione Selex SPN 753(V)4 in banda I, SIR-R/S IFF, Sonar TMS 4110CL, Sistema antisiluro SLAT
Sistemi difensivi PAAMS
(Principal Anti-Air Missile System)

3 lanciatori verticali (VLS) in moduli da 16 celle ciascuno del tipo Sylver A-50 per missili superficie/aria a corto raggio Aster 15 e a medio raggio Aster 30 MBDA + 16 celle opzionali (48+16 missili)

Armamento Cannoni:

Tre pezzi Oto Melara 76/62 mm del tipo Super Rapido
Due pezzi Oto Melara Oerlikon KBA/KBB da 25/80 mm
Siluri:

Due sistemi lanciasiluri da 324 mm binati antisommergibile
Missili:

8 lanciatori per missili antinave superficie/superficie del tipo Teseo/Otomat Mk2 Block IV

Corazzatura {{{corazzatura}}}
Mezzi aerei Elicottero NH90 dotato di due siluri leggeri MU 90 o due missili antinave Marte Mk 2/S




Caio Duilio (D 554)



Il Caio Duilio è un cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare. Esso fa parte, con la gemella Andrea Doria, della Classe Andrea Doria; queste due unità navali, a loro volta, costituiscono la Classe Orizzonte, assieme alle navi francesi Forbin e Chevalier Paul.
Nave Caio Duilio è contraddistinta dal distintivo ottico D 554 secondo la classificazione NATO.

La nave prende il nome dal condottiero romano Caio Duilio che nel 260 a.C. fece costruire una flotta di 120 navi dotate di un ponte mobile con uncini, detto corvo, per riuscire a contrastare la potente flotta nemica cartaginese. Questa invenzione consentì ai Romani di trasformare lo scontro navale in un combattimento corpo a corpo dove era rinomata la loro superiorità.
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In quello stesso anno la flotta romana e cartaginese si scontrarono nella battaglia di Milazzo dove i Cartaginesi furono pesantemente sconfitti. Con questa vittoria, i Romani divennero i nuovi padroni del Mediterraneo occidentale. Primo romano a vincere in mare, Duilio fu onorato con un trionfo e con l'erezione nel Foro di una colonna costruita con i rostri delle navi nemiche; colonna rostrata che ancora oggi appare nel Crest della Nave.



Il cacciatorpediniere Caio Duilio è la quarta Unità della Marina Italiana che adotta questo storico nome. La prima Unità fu la corazzata che prestò servizio dal 1880 al 1909. Quando fu costruita, con i suoi cannoni da 450 mm, era una delle più potenti navi da guerra dell’epoca. La seconda Unità fu una Nave da Battaglia varata nel 1913 ed ammodernata nel 1937, mentre la terza fu l'incrociatore lanciamissili varato nel 1960 ed in servizio fino al 1990.

[modifica] Motto “Nomen Numen”Il motto di Nave Caio Duilio fa riferimento all’antica tradizione romana, in cui il nome acquista una connotazione religiosa. Alcuni frammenti ritrovati sottolineano questo profondo significato. “Nomen Numen” si può tradurre con “il nome significa potenza”. Probabilmente il motto fu creato per rievocare la potenza associata al nome Caio Duilio. Tuttavia non tutte le Unità che hanno avuto l'onore di essere chiamate in questo modo hanno condiviso il motto visto che alla prima, in servizio dal 1880 al 1909, non ne fu assegnato alcuno.

L’attuale Caio Duilio è stato varato il 23 ottobre 2007 e trasportato presso i cantieri navali del Muggiano (Sp) il 29 ottobre successivo per l'allestimento del sistema di combattimento.

Il 12 febbraio 2008 ha effettuato la prima prova in mare in moto autonomo e, dopo la sua entrata in servizio nel naviglio militare avvenuta il 3 aprile 2009 con la consegna alla Marina Militare, il 5 maggio 2009 nelle acque di La Spezia ha preso parte insieme all'Andrea Doria ed alle francesi Forbin e Chevalier Paul ad un'esercitazione congiunta che ha visto riunirsi l'intera classe Orizzonte.
È stato, insieme alla portaerei Cavour ed alla nave scuola Amerigo Vespucci,una delle unità della Marina Militari visitabili presso il porto di Civitavecchia in occasione della Festa dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate il 4 novembre 2009[1].
Ha partecipato alla parata navale per le celebrazioni della Festa della Marina Militare a Napoli il 10 giugno 2010, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano[2].
Dopo il periodo di messa a punto dei molti e complessi sistemi imbarcati, con prove che lo hanno portato numerose volte nella Stazione Navale di Taranto, ha avuto il suo esordio in ambito internazionale durante l'esercitazione NATO Proud Manta 2011[3] dal 4 al 17 febbraio 2011, nelle acque del Mar Ionio, ancora prima della consegna della Bandiera di Combattimento (che avverrà a Gaeta (Lt) il 22 settembre 2011[4]), operando insieme a navi, sommergibili ed aeromobili di nove Nazioni alleate.
Attualmente è di sede a La Spezia, alle dirette dipendenze del Comando in Capo della Squadra Navale ed al comando del Capitano di Vascello Paolo Pezzutti.

Il cacciatorpediniere Caio Duilio è un’unità multiruolo, dalle spiccate caratteristiche antiaeree (l’Unità possiede in tal senso capacità di gran lunga maggiori rispetto alle navi precedentemente in servizio) e con capacità di difesa a corto e medio raggio ma può anche operare efficacemente in altre forme di lotta (antisuperficie e antisommergibile).

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L’unità è progettata per imbarcare ed integrarsi con elicotteri (EH-101 ed NH-90), di prestazioni ed autonomia molto superiori rispetto ai mezzi della precedente generazione, allungando considerevolmente il braccio operativo nello svolgimento delle proprie missioni.
Per tipologia di nave e per tecnologia imbarcata il Caio Duilio è in grado di coprire un ampio spettro di attività marittime, che spaziano dagli interventi militari ad alta intensità alle operazioni di Maritime Security. In particolare, le missioni che l’Unità può assolvere consistono in:

ruolo scorta in un gruppo da battaglia di una portaerei o a favore di convogli;
comando e controllo di operazioni marittime e di tutte le forme di lotta aeronavali in ambito joint e combined (sede di comando complesso);
comando navale in supporto o integrato nell’organizzazione della difesa aerea nazionale;
operazioni di pubblica utilità in caso di calamità naturali e situazioni di crisi.
Una caratteristica di rilievo nella progettazione dell’Unità è la cura posta nel rendere la nave quanto meno rilevabile dai radar (stealthness), prevedendo per lo scafo e le sovrastrutture forme e soluzioni tecnologiche appositamente studiate. Allo stesso tempo è stata ottimizzata la capacità di tenuta al mare, per garantire il massimo grado di operatività e di comfort in condizioni meteo-marine poco favorevoli anche grazie a due coppie di pinne stabilizzatrici.
Oltre alla segnatura radar, è stata ridotta anche la segnatura acustica, operando un'appropriata scelta di macchinari e di soluzioni ingegneristiche, controllando fin dalla fase di progetto l'intensità del rumore irradiato. Pari attenzioni sono state rivolte all'emissione nel campo dell'infrarosso (IR), con l’abbassamento della temperatura degli scarichi dell’apparato motore.


La nave rappresenta la nuova generazione di unità che serviranno nella Marina Militare. Abbandonato il vecchio sistema di Comando e Controllo SADOC, che rimane nella sua ultima versione ammodernata sulla classe Ammiragli e sulle Maestrale, è stato installato da parte di EuroSysNav un CMS (Command Management System)[5] di tipo federato, basato sul sistema operativo Linux, che si avvale di 10 server e 24 console dette MFC (Multi Function console), delle quali 19 sono ubicate nella COC (Centrale Operativa di Combattimento) primaria, 3 nella COC secondaria posizionata in una zona opposta alla COC primaria, 1 in COC Ammiraglio (per staff a livello di CTF/CTG, dotata di appositi sistemi di supporto al comando) ed 1 in plancia.

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La Centrale Operativa di CombattimentoDalle MFC ogni operatore può avere accesso a tutti i dati tattici di interesse per il proprio ruolo ed inoltre ha la possibilità di usufruire di alcune funzionalità comuni come ad esempio visualizzare il video delle telecamere delle ADT o quello del sistema IR, il piano di ingaggio dei sistemi d’arma, la situazione hardware e software dei vari sottosistemi, gli ordini di volo o la situazione meteo. Grazie a funzionalità di web-browsing , si puo avere accesso ad una serie di informazioni che possono andare dalla messaggistica in arrivo/partenza, allo scambio di tracce con le reti di supporto al Comando (Command Support System), alla cartella meteo ed a pagine informative programmabili di varia natura.


Inserite nel CMS le Unità da scortare con la relativa priorità, il sistema automaticamente effettua il controllo ed i relativi calcoli di pericolosità di ogni bersaglio aereo tracciato e ne suggerisce l’eventuale ingaggio missilistico, con le artiglierie od i jammers. Il sistema può controllare ed avere in volo contemporaneamente fino a 24 missili Aster, con capacità di fornire all’operatore il kill assesment.
Per la prima volta nella storia un'Unità navale della Marina Militare dispone di un sistema meteorologico ed oceanografico (METOC) autonomo, capace anche di lanciare palloni sonda atmosferici, per effettuare le previsioni di portata dei sensori acustici, ottici e radar.
Tutti i sottosistemi di bordo, quando in modalità integrata, lavorano gestiti direttamente dalle funzioni dedicate del CMS, ma in caso di assetto degradato possono essere condotti in modalità locale ed assicurare così una sopravvivenza al combattimento dell’Unità.
Ampio risalto è dato dalle capacità di comunicazione per la quale assume un particolare pregio il M-DLP (Multi Data Link Processor)[6] di Elsag Datamat che permette la gestione in contemporanea di 2 reti link, con funzioni di gateway e forwarding, del tipo Link11 e Link16, sia su vettori radio tradizionali che satellitari.

Tipo Cacciatorpediniere
Classe Andrea Doria
Numero unità {{{numero_unità}}}
Costruttori Fincantieri - Horizon Sas
Cantiere Riva Trigoso, (Ge) Italia
Matricola D 554
Ordine {{{ordinata}}}
Impostazione 19 settembre 2003
Varo 23 ottobre 2007
Completamento {{{completata}}}
Entrata in servizio 3 aprile 2009
Proprietario {{{proprietario}}}
Radiazione {{{radiata}}}
Destino finale {{{destino_finale}}}
Caratteristiche generali
Dislocamento standard 6700 t
a pieno carico 7300 t
Stazza lorda {{{stazza_lorda}}} t
Lunghezza 152,9 m
Larghezza 20,3 m
Altezza {{{altezza}}} m
Pescaggio 7,6 m
Profondità operativa {{{profondità_operativa}}} m
Ponte di volo 26,5 × 20 m
Propulsione CODOG:
2 turbine a gas GE/Avio LM2500+ da 20,5 Mw ciascuna

2 Motori Diesel SEMT Pielstick da 4,32 Mw ciascuno

2 eliche a passo variabile

1 elica di manovra prodiera (Bow Thruster)
Energia elettrica:


4 Diesel Alternatori Isotta Fraschini VL 1716 T2 ME da 1600 Kw


Velocità su TAG 29 nodi
su Diesel 18 nodi
Autonomia 7000 NM a 18 nodi
3500 NM a 25 nodi
oltre 1000 m3 di F76
oltre 90 m3 di F44
Capacità di carico {{{capacità_di_carico}}}
Numero di cabine {{{numero_di_cabine}}}
Equipaggio 230 militari (193 equipaggio nave + 37 Staff di Comando, Boarding Team e Personale di Volo)
Passeggeri {{{passeggeri}}}
Equipaggiamento
Sensori di bordo

Radar di ricerca di superficie in banda E/F Selex RAN 30X/I (RASS)

Radar multifunzionale 3D tipo phased array in banda G SPY-790 (EMPAR) (sensore principale del sistema PAAMS)

Radar di ricerca di superficie e aerea 3D in banda D Thales/Selex S1850M (LRR)

Radar di navigazione e appontaggio elicotteri in banda I Selex SPN 753(V)4 (NAVR)

IFF Selex SIR-R/S

2 Sistemi di puntamento Selex MSTIS NA 25X (multisensore radar ed elettro-ottico RTN-30X)
Sistema di scoperta e tracciamento bispettrale IR Sagem Vampir MB (IRAS)

Sonar a scafo a media frequenza Thales UMS 4110CL

Sistemi difensivi
ECM/ESM:
2 disturbatori/ingannatori
2 lanciarazzi Oto Melara SCLAR H per chaff/flare

Sistema antisiluro SLAT con 2 lanciatori per 12 decoy acustici ciascuno

Armamento Artiglierie:

3 cannoni Oto Melara 76/62 mm del tipo Super Rapido (ILDS)
2 mitragliere Oto Melara Oerlikon KBA/KBB da 25/80 mm
Siluri:

2 sistemi lanciasiluri EuroTorp B515/1 per siluri leggeri MU 90 con sistema semiautomatico di movimentazione armi
Missili:


PAAMS
(Principal Anti-Air Missile System) 6 lanciatori verticali (VLS) in moduli da 8 celle ciascuno del tipo MBDA Sylver A50 per missili superficie/aria a corto raggio Aster 15 e a medio raggio Aster 30 MBDA per un totale di 48 celle + predisposizione per 2 ulteriori moduli da 8 celle

Predisposizione per 8 rampe per missili antinave Teseo nella nuova versione Mk2/A con capacità di attacco a bersagli terrestri

Corazzatura {{{corazzatura}}}
Mezzi aerei 1 elicottero del tipo NHIndustries NH90 od AgustaWestland EH101 armati con siluri MU 90 o missili antinave Marte Mk2/S



Cavour



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Nave Cavour (CVH-550) è una portaerei STOVL italiana entrata in servizio per la Marina Militare Italiana nel 2009, costruita da Fincantieri cui era stata commissionata il 22 novembre 2000. Lo scafo è stato impostato il 17 luglio 2001 nel cantiere navale di Riva Trigoso presso Genova dove un primo troncone è stato varato il 20 luglio 2004 e trasferito al Cantiere navale del Muggiano della Spezia per l'aggiunta del secondo troncone e per i lavori di completamento della strumentazione. Il 22 dicembre 2006 ha effettuato la prima prova di navigazione ed il 27 marzo 2008 è stata consegnata alla Marina Militare per i collaudi finali, al termine dei quali il 10 giugno 2009 è entrata in servizio dopo aver ricevuto la bandiera di combattimento alla presenza del Capo dello Stato. La nave è stata costruita per combinare varie funzionalità fra cui, oltre alla predominante azione aerea tramite modelli V/STOL ed elicotteri, anche scenari di operazioni anfibie, comando complesso e di trasporto di personale civile e militare e di veicoli pesanti. La portaerei Cavour sarà assegnata a COMFORAL, il Comando Forze d'Altura di base a Taranto.

COSTI



La costruzione della sola piattaforma è costata circa 900 milioni di euro , cui vanno aggiunti circa 23 milioni di euro per la fornitura di apparati minimi per la navigazione, 35 milioni relativi al supporto integrato ed ulteriori 150 milioni di euro in forniture dei sistemi di comando e controllo, le comunicazioni, i sistemi d'arma a corto/medio raggio. A queste spese poi vanno ad aggiungersi tutti i sistemi d'arma non compresi in quelli precedentemente menzionati. Tali costi sono stati coperti con fondi del Ministero della Difesa e dello sviluppo economico con stanziamenti pari a 50 milioni di euro all'anno fino al 2001, 35 milioni di euro nel 2001, 78 milioni di euro nel 2002, 92 milioni di euro nel 2003, 185 milioni di euro nel 2004, 177 milioni di euro nel 2005, 25 milioni di euro nel 2006, 211 milioni di euro nel 2007, 150 milioni di euro nel 2008[3]. Il costo totale della nave ha raggiunto pertanto 2,111 miliardi di euro.
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Gruppo imbarcato



Il ponte di volo visto da poppa.
Il ponte di volo visto dallo skyjump.La portaerei, al centro di un gruppo da battaglia, è il simbolo per eccellenza della proiezione di potenza. Questa viene esercitata attraverso i suoi velivoli imbarcati, capaci di condurre operazioni offensive nel raggio di diverse centinaia di miglia dal gruppo navale. Il Cavour imbarcherà un totale di 20-24 aeromobili [4]. Il gruppo di volo sarà composto da velivoli V/STOL AV8B Harrier Plus e, quando disponibili, i nuovi F-35 Lightning II (sviluppati da Lockheed Martin per il programma Joint Strike Fighter commissionato dagli Stati Uniti in collaborazione con Regno Unito, Italia, Paesi Bassi e altre nazioni). Inoltre verranno imbarcati elicotteri di vario tipo, dagli SH3-D agli NH90 ai pesanti EH-101, sia come piattaforme radar (versione AEW su elicotteri) che come compiti di ricerca e soccorso (SAR) ma anche di attacco antisommergibile (ASW) o antisuperficie (ASuW).



I dati ufficiali per l'hangar indicano che è dimensionato per ricoverare fino a 12 F-35B (Joint Strike Fighter) e 8 elicotteri pesanti per un massimo di 20 velivoli. Tali dati differiscono dall'incrociatore/portaeromobili Giuseppe Garibaldi che è dotato di un hangar ampio poco più della metà. L'hangar ha una superficie di circa 2800 metri quadri.

Il ponte di volo ha una dimensione tale che si ipotizza vi si possano parcheggiare fino a un massimo di 20 velivoli in diverse configurazioni tra aerei ed elicotteri

Luigi Durand de la Penne



Il cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare Luigi Durand de la Penne è un'unità multiruolo per la caccia aerea, subacquea e di superficie. Conta un equipaggio di circa 400 persone (di cui il 10% femminile). Lo scafo è a ponte continuo con due blocchi di sovrastrutture che inglobano i due fumaioli, con la zona poppiera occupata per una lunghezza di circa 25 metri dal ponte di volo e per una lunghezza di 18m dall'hangar che può accogliere due elicotteri. La forma dello scafo e una coppia di stabilizzatori assicurano una notevole riduzione del rollio. La nave porta il nome del tenente di vascello Luigi Durand De La Penne, Medaglia d'Oro al Valor Militare. La costruzione dell'unità, iniziata nel 1988 è avvenuta nel Cantiere navale di Riva Trigoso e la nave è stata varata il 20 ottobre 1989 con il nome Animoso richiamando il nome di una torpediniera della Regia Marina della seconda guerra mondiale della Classe Ciclone, ma con la morte di Durand de la Penne, avvenuta durante l'allestimento, venne deciso di cambiare il nome dell'unità, che così venne consegnata il 18 marzo 1993 alla Marina Militare con il nuovo nome.
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La vita operativa della nave è stata intensa.

Tra le attività a cui ha preso parte è da segnalare la circumnavigazione del globo, effettuata assieme al Bersagliere. Le due unità, salpate il 12 luglio 1996, rientrarono a Taranto il 4 aprile 1997 dopo aver percorso oltre 46 000 miglia e toccato 35 porti di 23 nazioni.

Dal 11 febbraio 2002 al 17 giugno 2002 ha partecipato nel mar Arabico all'operazione Enduring Freedom.
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Nell'estate 2006 ha preso parte con due interventi all'operazione di evacuazione di civili di varie nazionalità in fuga dai combattimenti da Beirut nel Libano a Larnaca nell'isola di Cipro, in un'operazione denominata Mimosa 06, in cui hanno preso parte anche altre navi della MMI, come il San Giorgio, il San Marco e l'Aliseo.

Il Durand de la Penne è stato assegnato dalla Marina Militare allo Standing Nato Maritime Group 2 (SNMG2) il gruppo navale che dipende dal Comando della Componente Marittima Alleata del Sud Europa e che fa parte della N.R.F. (NATO Reaction Forces), la Forza di Reazione Rapida della NATO. Il Durand de la Penne ne fa parte insieme alla fregata turca Gokova, la fregata greca Kondouriothis, la fregata inglese Somerset e il cacciatorpediniere statunitense Gonzalez.
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Tipo cacciatorpediniere lanciamissili
Classe Durand de la Penne
Numero unità {{{numero_unità}}}
Costruttori {{{costruttori}}}
Cantiere cantiere navale di Riva Trigoso
Matricola D 560
Ordine
Impostazione 1988
Varo 20 ottobre 1989
Completamento
Entrata in servizio 18 marzo 1993
Proprietario
Radiazione
Destino finale
Caratteristiche generali
Dislocamento 5.400 t
Stazza lorda t
Lunghezza 147,7 m
Larghezza 16 m
Altezza m
Pescaggio m
Profondità operativa m
Ponte di volo
Propulsione CODOG:
2 turbine Fiat/GE LM-2500
Potenza: 55000 HP (40.441 kW)
2 Diesel GMT BL-230.20-DVM
Potenza: 12.600 HP (9.264 kW)

Velocità turbogas 32 nodi
diesel 21 nodi
Autonomia 7000 miglia a 18 nodi (con motori diesel)
Capacità di carico
Numero di cabine {{{numero_di_cabine}}}
Equipaggio 32 ufficiali e 345 sottufficiali e comuni (il 10% è donna).
Passeggeri
Equipaggiamento
Sensori di bordo radar:
1 radar 3D a lungo raggio Raytheon SPS-52C
1 radar di ricerca aerea Selex MM/SPS-702
1 radar Selenia SPS 768 (RAN 3L) D-Band
1 radar di navigazione SMA SPN 703 (3 RM 20), SMA SPN-748
1 radar di navigazione IPN-20 (SADOC-2) SYS-1(V)2 per sistema satellitare SATCOM
1 radar di ricerca di superficie e aerea Selex RAN 10S asservito al sistema Albatros
2 illuminatori per i missili SM-1MR
Raytheon AN/SPG-51D
4 radar SPG 775 (RTN-30X) asservito ai cannoni

Sistemi difensivi sonar: DE 1167
decoy antisiluro: SLQ-25

Armamento artiglieria:
1 cannone 127/54 mm Compatto
3 cannoni 76/62 mm Super Rapido
missili:
4 Lanciamissili binati Teseo Mk2
1 Lanciamissili ottuplo
Albatros/ Aspide
1 Lanciamissili singolo SM-1MR
1 Sistema missilistico ASW Otobreda/Matra Milas
siluri:
6 tubi lanciasiluri in due complessi trinati da 324mm per siluri MU 90



Francesco Mimbelli



Il cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare Francesco Mimbelli è un'unità multiruolo per la caccia aerea, subacquea e di superficie. Conta un equipaggio di circa 400 persone (di cui il 10% femminile). Lo scafo è a ponte continuo con due blocchi di sovrastrutture che inglobano i due fumaiuoli, con la zona poppiera occupata per una lunghezza di circa 25 metri dal ponte di volo e per una lunghezza di 18m dall'hangar che può accogliere due elicotteri. La forma dello scafo e una coppia di stabilizzatori assicurano una notevole riduzione del rollio.
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La nave porta il nome di Francesco Mimbelli, Medaglia d'Oro al Valor Militare della seconda guerra mondiale. La costruzione dell'unità, iniziata nel 1989, è avvenuta nel Cantiere navale di Riva Trigoso; la nave è stata varata il 13 aprile 1991 ed è stata consegnata alla Marina Militare il 18 ottobre 1993.

L'unità ha come gemella la nave Durand de la Penne. Le due unità erano state varate con i nomi Animoso e Ardimentoso, riprendendo i nomi di due torpediniere della Classe Ciclone della Regia Marina, usate nella seconda guerra mondiale. Con la morte di Durand de la Penne, avvenuta durante la fase dell'allestimento, venne invece deciso di intitolare le unità a questi due eroi di guerra.
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Tipo cacciatorpediniere lanciamissili
Classe Durand De La Penne
Numero unità {{{numero_unità}}}
Costruttori Fincantieri
Cantiere Riva Trigoso, (GE) Italia
Matricola D 561
Ordine
Impostazione 1989
Varo 13 aprile 1991
Completamento
Entrata in servizio 18 ottobre 1993
Proprietario
Radiazione
Destino finale
Caratteristiche generali
Dislocamento 5.400 t
Stazza lorda t
Lunghezza 147,7 m
Larghezza 16 m
Altezza m
Pescaggio m
Profondità operativa m
Ponte di volo
Propulsione CODOG:
2 turbine Fiat/GE LM-2500
Potenza: 55000 HP (40.441 kW)
2 Diesel GMT BL-230.20-DVM
Potenza: 12.600 HP (9.264 kW)

Velocità turbogas 32 nodi
diesel 21 nodi
Autonomia 7000 miglia a 18 nodi (con motori diesel)
Capacità di carico
Numero di cabine {{{numero_di_cabine}}}
Equipaggio 32 ufficiali e 345 sottufficiali e comuni (il 10% è donna).
Passeggeri
Equipaggiamento
Sensori di bordo radar:
1 radar 3D a lungo raggio Raytheon SPS-52C
1 radar di ricerca aerea Selex MM/SPS-702
1 radar Selenia SPS 768 (RAN 3L) D-Band
1 radar di navigazione SMA SPN 703 (3 RM 20), SMA SPN-748
1 radar di navigazione IPN-20 (SADOC-2) SYS-1(V)2 per sistema satellitare SATCOM
1 radar di ricerca di superficie e aerea Selex RAN 10S asservito al sistema Albatros
2 illuminatori per i missili SM-1MR
Raytheon AN/SPG-51D
4 radar SPG 775 (RTN-30X) asservito ai cannoni

Sistemi difensivi sonar: DE 1167

decoy antisiluro: SLQ-25

Armamento artiglieria:
1 cannone 127/54 mm Compatto
3 cannoni 76/62 mm Super Rapido
missili:
4 Lanciamissili binati Teseo Mk2
1 Lanciamissili ottuplo
Albatros/ Aspide
1 Lanciamissili singolo SM-1MR
1 Sistema missilistico ASW Otobreda/Matra Milas
siluri:
6 tubi lanciasiluri in due complessi trinati da 324mm per siluri MU 90

Corazzatura
Mezzi aerei 2 elicotteri AB-212 ASW



Maestrale (F 570)



La fregata Maestrale è un'unità missilistica, della Marina Militare Italiana che appartiene alla Classe Maestrale
Costruita a Riva Trigoso la nave è dotata di scafo costituito da quindici compartimenti stagni e propulsione tipo CODOG (Combined Diesel Or Gas) su due 2 eliche a passo variabile che con una potenza di 50.000 HP consente una velocità di 33 nodi con le turbine a gas e di 21 nodi con i soli motori diesel.

L'armamento prevede un cannone da 127mm e 2 mitragliere binate antiaeree/antimissile Breda Dardo da 40mm e 2 lanciasiluri trinati da 324 mm MK 32 per siluri ASW tipo A244 e Mu90.

La componente missilistica consiste in 4 lanciatori per missili Teseo e un lanciatore a 8 celle per missili Albatros/Aspide.

La componente elicotteristica è composta da 2 elicotteri AB-212
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La fregata ha partecipato a molte operazioni effettuate dalla nostra marina militare, a partire dalla campagna navale nell' Europa del nord nel 1997; altra attività è stata l'addestramento congiunto NATO “BOST” compiuto in Inghilterra sempre nel 1997. Ha fatto parte dei gruppi navali impegnati nelle operazioni Golfo Persico 2 (1991), Sharp Vigilance (1992), Sharp Fence (1993), "Sharp Guard" (1994), queste ultime tre compiute nelle acque dell'Adriatico durante la campagna NATO contro la Jugoslavia; ancora presente all'operazione Enduring Freedom (2002) e all'operazione "Active Endeavour Strong Patrol" (2003)[1].

Il 5 maggio 2009, durante la sua attività di pattugliamento antipirateria al largo delle coste somale nell'ambito della Task Force 150 della NATO, ha inseguito e dissuaso tramite il suo elicottero di bordo un barchino veloce che tentava l'abbordaggio della nave gasiera italiana Neverland [2]; varie altre analoghe operazioni erano state effettuate nei giorni immediatamente precedenti a protezione di altre unità mercantili di vari paesi che navigavano nell'area.

Precedentemente il nome Maestrale era stato dato ad un cacciatorpediniere della Regia Marina costruito nei Cantieri Navali dell'Adriatico di Ancona, impostato nel 1931 e varato il 15 aprile 1934, terminò il suo allestimento il 2 settembre dello stesso anno e faceva parte della classe Venti. Nel corso del secondo conflitto mondiale il 9 gennaio 1943 la nave venne danneggiata da una mina e si trovava ancora in bacino a Genova all'armistizio dell'8 settembre. Non essendo in grado di prendere il mare e seguire il resto della squadra navale che andava a consegnarsi agli alleati a Malta, il 9 settembre, per non cadere in mano ai tedeschi la nave venne autoaffondata in bacino.

Grecale



La fregata Grecale è un'unità missilistica della Marina Militare, che appartiene alla Classe Maestrale. Questa è stata l'unica unità della classe a non essere costruita a Riva Trigoso.

La nave, costruita presso il cantiere navale di Muggiano, è entrata in servizio nella Marina Militare il 5 febbraio 1983. L'attività dell'unità è stata intensa. In questi ultimi anni la nave ha partecipato come altre unità della classe all'operazione Enduring Freedom ed Active Endeavour. Nel corso del 2007 dopo avere operato nel mese di maggio nelle acque dell’Egeo nell’ambito dell’operazione Active Endeavour, dai primi di giugno, insieme alla fregata turca Gokceada, è stata inviata in Mar Nero per partecipare ad alcune esercitazioni con la marina rumena e la marina bulgara, finalizzata a consolidare il livello addestrativo degli equipaggi coinvolti e a verificare i progressi compiuti dalle due Marine del Mar Nero nell’operare secondo gli standard della NATO. Tra le navi che hanno partecipato alle esercitazioni di giugno 2007 nel Mar Nero ci sono le fregate romene ex-britanniche Type 22
In precedenza il nome Grecale era stato dato ad un rimorchiatore che aveva fatto parte della flotta mercantile norvegese con il nome Ellida. Consegnato alla Regia Marina il 10 maggio 1916 e ribattezzato Grecale venne radiato il 7 maggio 1920.
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Successivamente il nome Grecale venne dato ad un cacciatorpediniere del 1934 appartenente alla Classe Venti che varato dai Cantieri Navali Riuniti di Ancona il 17 giugno 1934 venne consegnato alla Regia Marina il 15 novembre dello stesso anno.

La nave ebbe una vita operativa molto intensa sia prima che durante la seconda guerra mondiale. Entrato a far parte della marina italiana venne rimodernato tra il 1947 e il 1949 e fu nel dopoguerra la prima unità ad essere ammodernata presso l'Arsenale della Spezia. Nel corso dei lavori vennero imbarcati impianti da 120/50 mm di nuovo tipo, sei cannoni antiaerei singoli da 37/54 mm e un radar installato su un albero a traliccio di nuova realizzazione. Dopo avere avuto successivi ammodernamenti nel 1953 ed essere stata classificata fregata antisommergibile nel 1958, l'unità venne radiata nel 1964.

Libeccio



La fregata Libeccio è un'unità missilistica, della Marina Militare Italiana che appartiene alla Classe Maestrale.
La nave costruita nel Cantiere navale di Riva Trigoso è stata impostata sugli scali il 1º agosto 1979, varata il 7 settembre 1981 e consegnata alla Marina Militare Italiana il 5 febbraio 1983, ricevendo la bandiera di combattimento a Napoli il 19 marzo 1983, donata dal gruppo A.N.M.I di Matera.

L'attività dell'unità è stata intensa ed ha visto la partecipazione a numerose esercitazioni nazionali, multinazionali e della NATO.

Nel settembre 1984 ha preso parte alle operazione di recupero del sommergibile Scirè.


Nave Libeccio a fianco della portaerei americana NimitzNel 1986 in seguito Attacco missilistico libico contro Lampedusa, che segnò una grave crisi diplomatica tra Italia e Libia prese parte all'Operazione Girasole orientata al pattugliamento delle acque territoriali italiane e del Canale di Sicilia da parte di una squadra navale che comprendeva anche l'incrociatore lanciamissili "Andrea Doria", la fregata "Lupo" e i cacciatorpediniere lanciamissili "Audace" Intrepido.

La nave ha poi avevo trovato impiego nel golfo Persico, prima nella parte finale della guerra Iran-Iraq (1987-88) come scorta alle petroliere e successivamente (1990-1991) facendo parte della coalizione internazionale durante la prima Guerra del Golfo.

La nave effettuato campagne navali nel 1990 in Malesia, nel 1991 in Unione Sovietica (1991) e nel 1993-1994 nel Golfo Persico.

Nel 1994 ha preso parte all'Operazione Sharp Guard in Adriatico in seguito agli sviluppi della situazione nella ex Jugoslavia e all'inizio del 1995 Operazione Somalia III

In questi ultimi anni la nave ha partecipato come altre unità della classe all'operazione Enduring Freedom e attualmente è impiegata nelle acque del Golfo di Aden e del Corno d'Africa alla Missione EUNAVFOR Atalanta e nella notte tra il 28 e il 29 settembre ha liberato un'imbarcazione con sette persone di equipaggio sequestrata da una decina di individui sospettati di essere pirati somali. L’imbarcazione battente bandiera iraniana era stata avvistata e avvicinata al largo della costa del Kenya e dopo lungo inseguimento, condotto in condizioni di mare proibitive, i pirati sono stati costretti a desistere e a liberare l’equipaggio composto da sei pachistani e dal comandante iraniano.
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Questa è la terza unità a portare questo nome. La prima unità era stata un rimorchiatore norvegese del 1883 registrato allora nell'albo della Marina Mercantile di quella nazione con il nome Ingolfr che dopo essere stato incorporato nella Regia Marina il 13 giugno 1916, venne radiato nel 1921. Nel corso della sua attività nella Regia Marina venne assegnato alla base di Taranto per la difesa del traffico costiero fino al settembre 1919 e dall'ottobre 1919 fino alla radiazione venne assegnato alle dipendenze del Comando Marina di Venezia.

La seconda unità ad aver portato questo nome era un cacciatorpediniere costruito, come l'attuale Libeccio, a Riva Trigoso. Varato nel 1934, apparteneva alla Classe Venti e nel corso del secondo conflitto mondiale venne affondato il 19 novembre 1941 dal sommergibile della Royal Navy Upholder


Scirocco



La fregata Scirocco è un'unità lanciamissili, della Marina Militare Italiana che appartiene alla Classe Maestrale. Costruita a Riva Trigoso la nave è stata varata il 17 aprile 1982 entratando in servizio il 20 settembre 1983.
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L'unità che ha come base operativa La Spezia ed è inquadrata nel COMSQUAFR2 il 2° Comando Squadriglia Fregate, ha avuto un'attività operativa molto intensa come tutte le navi della classe ed ha partecipato nella prima parte di questo decennio all'operazione Enduring Freedom.

Tra le unità della classe è stata la prima ad essere stata sottoposta tra il 2005 e il 2007 a sostanziali lavori di ammodernamento che hanno riguardato il Sistema di Combattimento e la revisione dell'apparato propulsore, allo scopo di estenderne significativamente la vita operativa visto il ritardo del Programma FREMM.
In precedenza questo nome era stato dato ad un cacciatorpediniere della Regia Marina appartenente alla Classe Venti e costruito come l'attuale Scirocco nel Cantiere navale di Riva Trigoso, che varato il 22 aprile 1934 è entrato in servizio il 31 ottobre dello stesso anno. Durante la Seconda guerra mondiale affondò il 23 marzo 1942 dopo aver preso parte alla seconda battaglia della Sirte, a causa di una violenta del tempesta nella quale tra i componenti dell'equipaggio vi furono soltanto due sopravvissuti. Nella stessa tempesta naufragò anche il cacciatorpediniere Lanciere.



Aliseo



La fregata Aliseo è un'unità missilistica, della Marina Militare Italiana che appartiene alla Classe Maestrale.
Costruita a Riva Trigoso la nave è entrata in servizio il 20 settembre 1983. Al suo varo, avvenuto il 29 ottobre 1982 ebbe come madrina la signora Elena Mazzoni Fecia di Cossato, nipote di Carlo Fecia di Cossato, che era stato comandante della precedente Aliseo.

La nave che ha come base operativa Taranto ed inquadrata nel COMSQUAFR 1, il 1° Comando Squadriglia Fregate, del COMFORAL, il Comando Forze d'altura ha avuto un'attività operativa molto intensa come tutte le navi della classe partecipamdo all'operazione Enduring Freedom ed Active Endeavour.
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Durante la partecipazione ad Active Endeavour il 1º dicembre 2001 l'Aliseo fu protagonista del salvataggio di alcuni addetti ad una piattaforma petrolifera con gli elicotteri dell'unità che trasportarono 84 addetti alla piattaforma. In occasione della partecipazione ad Enduring Freedom l'unità partita dalla base di Taranto il 9 settembre 2002 fece rientro alla propria base l'8 febbraio 2003, dopo che il precedente 31 gennaio era avvenuto il passaggio di consegne con il Mimbelli.

Nel corso del 2006 insieme alle unità della Classe San Giorgio al cacciatorpediniere Durand De La Penne e alla Garibaldi è stata in Libano a garantire l'arrivo di aiuti umanitari e facilitare l'evacuazione di popolazioni civili inermi

Armamento artiglieria:
1 cannone Otobreda 127/54 Compatto
2 CIWS Breda Dardo
Missili:

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4 lanciamissili Otomat
1 lanciamissili Albatros/Aspide con 16 missili Aspide in deposito (ed eventuali altri 8 pronti al fuoco)
siluri:


2 tubi lanciasiluri per siluri filoguidati ASW/ASuW Whitehead A-184 da 533mm
2 lanciasiluri tripli da 324mm MK 32 per siluri ASW tipo A244

Corazzatura
Mezzi aerei 2 elicotteri AB-212ASW


Euro



La fregata Euro è un'unità missilistica, della Marina Militare Italiana che appartiene alla Classe Maestrale. Costruita a Riva Trigoso la nave è stata varata il 25 marzo 1983 entrando in servizio il 7 aprile 1984.

La nave ha avuto un'attività molto intensa come tutte le navi della classe, prendendo parte tra luglio e dicembre 1988 all’Operazione “Golfo Persico” per la protezione del naviglio mercantile nazionale, nell’ambito del conflitto Iran-Iraq ed ha partecipato, nella prima parte di questo decennio, all'operazione Enduring Freedom.
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Questa è la terza unità italiana a portare il nome Euro. La prima unità è stata un cacciatorpediniere di progettazione e costruzione tedesca, impostato e varato nel 1900 nel Cantiere Schichau di Elbing, allora in Germania, prestò servizio nella Regia Marina dal 1901 al 1924, prendendo parte alla prima guerra mondiale nel corso del quale vennero imbarcate anche sistemazioni per posa di mine, per il lancio di bombe di profondità e per il rimorchio di torpedini antisommergibili. La seconda unità era un cacciatorpediniere Classe Turbine che, costruito nel Cantiere navale di Riva Trigoso, varato il 7 luglio 1927, ed entrato in servizio nella Regia Marina il 22 dicembre dello stesso anno, venne affondato da aerei tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, quando dall'Egeo tentava di raggiungere l'Italia meridionale

Armamento artiglieria:
1 cannone Otobreda 127/54 Compatto
2 CIWS Breda Dardo
Missili:


4 lanciamissili Otomat
1 lanciamissili Albatros/Aspide con 16 missili Aspide in deposito (ed eventuali altri 8 pronti al fuoco)

siluri:


2 Di recente sono stati sbarcati i tubi lanciasiluri per siluri filoguidati ASW/ASuW Whitehead A-184 da 533mm che quindi ora non sono più presenti.
2 lanciasiluri tripli da 324mm MK 32 per siluri ASW tipo A244

Corazzatura
Mezzi aerei 2 elicotteri AB-212ASW





Edited by ›ßo$$‹_ßl4k_ÊýêÐ - 19/3/2011, 19:34
 
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