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ARMI CONTRAEREI

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view post Posted on 18/2/2011, 21:43     +1   -1




Le armi contraerei sono quelle armi che dirigono la loro offesa specificamente contro bersagli aerei. In questa voce sono presentate solo le armi realizzate specificamente per questo scopo, mentre le armi che hanno per compito principale l'impegno di bersagli terrestri (o navali), ma possono essere usate anche contro bersagli aerei (per esempio, la maggior parte delle mitragliatrici pesanti), non vengono trattate specificatamente. Alcune armi progettate per l'uso contraerei sono state impegnate come armi controcarro, specialmente nel corso della seconda guerra mondiale (caso tipico l'88 tedesco), queste armi saranno considerate, in base al loro impiego originario, fra le armi contraerei.

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Nel corso della guerra Italo-Turca, il giorno 23 ottobre 1911, alle ore 6.15, il capitano Carlo Maria Piazza decollava con il suo Blèriot XI per effettuare una ricognizione in direzione delle linee turche. Il giorno 1º novembre dello stesso anno il tenente Giulio Gavotti lanciava quattro bombe a mano su un concentramento di truppe turche dal suo aeroplano Etrich Taube. Per la prima volta truppe su un aereo attaccavano la fanteria. Era entrata in gioco una nuova arma, mai vista fino allora: l'aviazione.

I primi tentativi di contrastare questa nuova minaccia si basarono sull'uso delle armi in dotazione ai soldati; in pratica gli aerei venivano presi a fucilate. Anche se il 31 gennaio 1912 la contraerea ebbe il suo primo successo, ferendo il capitano Montù con una fucilata mentre questi sorvolava le linee nemiche, ci si accorse ben presto che, per un contrasto (guerra) efficace degli aerei, erano necessarie armi dedicate a questo uso. Nascevano così le armi contraerei.

Una cosa che fu chiara immediatamente era che le armi contraerei dovevano essere necessariamente a tiro teso, data l'elevata velocità del bersaglio, che rendeva impossibile anche immaginare di colpirlo con armi che richiedevano calcoli complicati e tiri di aggiustamento quali obici o mortai. Per questo motivo, fino all'avvento dei razzi e dei missili, tutte le armi contraerei sono state cannoni o mitragliatrici (ed alcuni di tali cannoni sono sulla linea di confine fra questi e le mitragliatrici).

La prima guerra mondiale


Nel corso della prima guerra mondiale l'aviazione ebbe uno sviluppo estremamente veloce. Agli inizi della guerra l'aviazione era essenzialmente poco più di un'attività sportiva, finalizzata più alla ricognizione che ad attività realmente offensive. Alla fine, invece, si erano sviluppate tutte le specialità principali della forza aerea, che ancor oggi restano tatticamente ben definite

caccia - destinata a contrastare le forze aeree nemiche
ricognizione - destinata ad informare i propri comandi sulle attività del nemico
attacco al suolo - destinata a contrastare dall'aria le truppe nemiche e ad appoggiare le truppe amiche
bombardamento - destinata a portare la minaccia in profondità nello schieramento nemico, ed, al limite, attaccare la popolazione civile
Naturalmente, in parallelo allo sviluppo dell'offesa, si erano sviluppate anche adeguate misure difensive, sia alleggerendo le mitraglitrici per uso terrestre, in modo da poterle usare con un alzo di quasi 90°, sia studiando cannoni di calibro relativamente elevato (comunque sempre attorno ai 75 mm) con una cadenza di tiro sufficiente ad avere buone probabilità di colpire un aereo in volo. Considerando lo stato della tecnologia aeronautica dell'epoca, non dimentichiamo che il materiale strutturale più usato per gli aerei era il legno e che la struttura delle ali biplane non permetteva velocità superiori a 200 km/h; praticamente un solo colpo di cannone, anche di piccolo calibro, era sufficiente a mettere fuori combattimento anche gli aerei più robusti dell'epoca e la bassa velocità permetteva comunque di prendere la mira usando mirini ottici.

La seconda guerra mondiale


Nel periodo fra le due guerre mondiali la tecnologia aeronautica ebbe uno sviluppo estremamente notevole; infatti fin dall'inizio della seconda guerra mondiale il bersaglio per le armi contraerei non erano più i biplani di legno, ma aerei monoplani con struttura metallica. Gli aerei da bombardamento plurimotori a struttura metallica erano abbastanza robusti perché un singolo colpo di un cannone di calibro 50 mm fosse insufficiente a provocare danni tali da costringerli a rinunziare alla missione; quindi il calibro dei cannoni antiaerei fu aumentato (tipicamente attorno ai 90 mm) per incrementare sia il danno dovuto al singolo colpo che la gittata del pezzo (la gittata di un pezzo è la massima distanza a cui può giungere il proiettile. Nell'artiglieria contraerei è più rilevante la massima quota o altezza a cui può essere sparato il proiettile: infatti gitatta e quota massima, che dipendendo entrambe dalla velocità iniziale del proietto e dall'angolo con cui viene lanciato, sono strettamente collegate). Tuttavia questo aumento di calibro comportò anche un aumento di peso sia del cannone sia del proietto. L'aumento di peso della bocca da fuoco comportò una maggiore difficoltà a farla ruotare nel caso che avesse dovuto seguire un bersaglio che si muovesse velocemente a bassa quota (tipicamente, un aereo che effettuasse una missione di attacco al suolo); mentre l'aumento del peso del proietto comportò una inferiore cadenza di tiro del pezzo (cioè, nel tempo in cui il cannone teneva inquadrato il bersaglio, poteva sparare un numero minore di colpi). Queste limitazioni portarono alla nascita di due diversi tipi di cannoni contarerei, con due diverse modalità di impiego: pezzi di piccolo calibro (tipicamente 40 mm) con alta cadenza di tiro, elevata mobilità tattica e possibilità di rotazioni veloci, destinati a contrastare aerei che effettuassero missioni a bassa quota, e pezzi di grosso calibro (tipicamente 90 mm) con maggiore gittata ma minore mobilità tattica e minore velocità di rotazione, destinati a contrastare aerei che viaggiassero ad alta quota.

Fu chiaro abbastanza presto che le prestazioni di questi ultimi cannoni sarebbero migliorate notevolmente se, invece di effettuare la mira con congegni ottici, questi venissero asserviti a centrali di tiro, che, data la tecnologia dell'epoca, potevano essere solo elettromeccaniche. Lo studio di queste centrali diede origine ad una nuova scienza: la cibernetica.

12,8 cm FlaK 40



Il 12,8 cm FlaK 40 fu un cannone contraerei usato in Germania nel corso della seconda guerra mondiale. Rappresentò il pezzo più potente a disposizione della difesa contraerei, praticamente sempre da postazioni fisse. Da questo pezzo fu ottenuto anche il prototipo di un cannone controcarro ed un cannone montato sul cacciacarri Jagdtiger.

Il progetto originale del pezzo venne richiesto alla Rheinmetall nel 1936, sotto la denominazione Gerät 40 (materiale 40), considerando la bassa priorità assegnata al progetto (era disponibile l'ottimo 8,8 cm FlaK e la struttura degli aerei era ancora prevalentemente di legno e tela) il prototipo fu disponibile solo nel 1940. Dopo la costruzione di 6 esemplari mobili (su due carrelli a quattro ruote ciascuno ed affusto a crociera) si constatò che non era possibile il movimento tattico del pezzo, quindi si passò alla scomposizione in due carichi, sistema che comunque si rivelò eccessivamente ingombrante. A questo punto fu deciso di utilizzarlo solo da postazioni fisse o da affusti ferroviari.
Il cannone nacque subito per essere asservito alle centrali di tiro, quindi l'accensione della cariche del bossolo-proietto (che pesava 60 kg) avveniva elettricamente, con settaggio della spoletta controllato dalla centrale di tiro, quindi per lo sparo era richiesto il consenso sia del capopezzo (Fuervorsteher) sia del servente addetto al settaggio della spoletta (Zünderoperator), entrambi collegati in cuffia con la centrale di tiro.

Il movimento in brandeggio era ottenuto con due motori oleodinamici, mentre un terzo motore controllava il movimento in elevazione.

Il pezzo fu costruito in 570 esemplari, di cui circa 200 su affusto ferroviario.

Quasi immediatamente dopo l'inizio della produzione in serie fu iniziata la produzione dei Flakzwilling 40 12,8 cm, cioè un affusto binato con due bocche da fuoco da 12,8 cm, di cui una aveva l'apparto di caricamento speculare rispetto all'altra. I Flakzwilling furono impiegati unicamente sulle torri contraerei poste a difesa delle principali città tedesche, ne furono costruiti solo 33 esemplari.

Sulla meccanica del 12,8 cm furono prodotti anche un 12,8 cm FlaK 45 ed un 12,8 cm PaK 44 (controcarri), che alla fine della guerra non avevano superato lo stato di prototipo.

L'altro cannone di questo calibro fu il 12,8 cm KwK 44[1] montato sul cacciacarri Jagdiger, costruito in soli 50 esemplari, ma in grado di penetrare 200 mm di corazza a 1000 m di distanza

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Tipo Cannone contraerei
Impiego
Utilizzatori Luftwaffe
Produzione
Costruttore Rheinmetall
Entrata in servizio 1941
Ritiro dal servizio 1945
Descrizione
Peso assetto di marcia: 27000 kg
in batteria 17000 kg
in postazione fissa 13000 kg
Lunghezza 15 m
Lunghezza canna 7,835 m
Calibro 128 mm
Tipo di munizioni Granata esplosiva
Peso proiettile 26 kg
Velocità alla volata 880 m/s
Gittata massima 20900 m
quota massima 10650 m
Elevazione -3/87°
Angolo di tiro 360°





AK-630



L'AK-630 è un cannone automatico sovietico/russo da 30mm a 6 canne rotanti tipo Gatling. Il cannone ha una cadenza di tiro di 3000-5000 begin_of_the_skype_highlighting 3000-5000 end_of_the_skype_highlighting colpi al minuto, con di controllo radar 'Bass Tilt' che disgiunto dall'affusto può controllare il fuoco di una o due torri ed è raffreddato ad acqua. Il sistema è chiuso in torrette minuscole, difficili da vedere, con 2000 colpi disponibili sottocoperta, e rappresentano il primo CIWS entrato in servizio. Lo sviluppo è inizato nel 1963 e la fase di test è durata fino al 1966, ma i primi esemplari trovarono impiego solo a partire dal 1976 e la produzione di serie iniziata due anni dopo per sostituire il sistema AK-230 ormai obsoleto.

Peso 1900 kg
Calibro 30 mm
Cadenza di tiro 1500-5000 rds/min
Velocità alla volata 880 m/s
Gittata massima d'ingaggio: 5000 m
Elevazione -12/+88°


Il sistema equipaggia imbarcazioni come corvette, le motocannoniere e fregate e anche unità navali maggiori. La loro compattezza del sistema ne rende semplice l'installazione.

AK-630M

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Durante l'installazione del sistema sono emersi numerosi problemi che non si erano manifestati durante i test per cui è stato necessario apportare alcune modifiche al modello originario e nel 1979 il sistema dopo le modifiche è stato denominato AK-630M.

AK-630M1-2

http://en.valka.cz/attachments/3583/tmz05.JPG
Nel 1983 era stato deciso di modificare il sistema con l'aggiunta di una seconda mitragliera; il sistema venne denominato AK-630M1-2, ma la sua produzione in serie non venne avviata e l'unica unità navale ad essere equipaggiata con tale sistema fu una motocannoniera missilistica della Classe Matka.

AK-306

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Venne anche introdotta una versione ridotta del sistema AK-630M, denominata AK-306, raffreddato ad aria che si distingueva dal sistema AK-630 otre che per l'assenza del sistema di raffreddamento ad acqua, per l'utilizzo dell'energia elettrica per alimentare automaticamente il sistema, invece di utilizzare gas di scarico e per la mancanza di radar controllo del tiro. Il sistema AK-306 più che un sistema anti-missile è un'arma per il combattimento di superficie per piccole imbarcazioni. Altra differenza rispetto al sistema AK-630 è un sistema di guida esclusivamente ottica e la mancanza di radar di guida. La progettazione è iniziata nel 1974 e il sistema è entrato in servizio nel 1980 e la sua produzione terminata nel 1986.





Bofors 40 mm



Il cannone Bofors da 40 mm è stata una delle armi antiaeree più diffuse durante il XX secolo e cannoni Bofors di questo tipo sono ancora oggi in servizio. La sua progettazione iniziò nel 1928 su richiesta specifica della Marina Svedese che intendeva avere un sostituto al cannone Vickers da 40/39mm anche in relazione agli sviluppi dell'arma aerea.
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La prima versione aveva canna lunga 60 calibri ed era designata 40L/60.
La cadenza di tiro leggermente inferiore alle armi da 37 mm era compensata da una maggior massa del proiettile (900g rispetto ai 650g dei calibri da 37 mm); la gittata si aggirava sui 3000m.
Tra le nazioni che adottarono quest'arma, prima e durante, la seconda guerra mondiale vi furono la Polonia, la Gran Bretagna e gli Usa, che li utilizzarono come dotazione antiaerea delle portaerei (mediamente 44 armi in postazioni binate) ed i tedeschi che hanno realizzato una versione 40 mmm/56 Flak 28, mentre il Giappone ha utilizzato per produrre il cannone da 40 mm/60 un cannone Bofors dell'esercito britannico raffreddato ad aria, catturato a Singapore.

Il primo prototipo del cannone venne terminato nella tarda estate del 1930 e le prime prove colpi sono stati effettuate il 17 ottobre 1930. Le prove ufficiali per la Marina svedese ha avuto luogo il 21 marzo 1932 e dopo ulteriori perfezionamenti nel 1936 è stata avviata la produzione.
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Nel dopoguerra ci si rese conto che il cannone da 40mm/L60 era un’arma che avrebbe avuto un’obsolescenza progressiva ed inevitabile; così venne progettato il 40L70, con canna da 70 calibri, maggiore velocità del proiettile, dovuta all’estrazione anticipata del bossolo dalla canna, gittata utile aumentata ad almeno 4000m e cadenza di tiro intorno ai 300 colpi al minuto, contro i 120 colpi della versione iniziale.

Il cannone Bofors da 40mm ha comunque continuato anche dopo la seconda guerra mondiale ad essere una delle armi antiaeree maggiormente diffusa sia in versione terrestre, anche semovente (M247 DIVAD), sia in versione marittima.
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In Italia la Breda ha prodotto questa arma su licenza dal 1969, utilizzandola questi anche con funzioni antimissile, come nel CIWS Dardo prodotto dall'azienda e basato su due cannoni Bofors con munizionamento di prossimità ad elevata precisione.

Ultime evoluzioni dell'arma sono state il Bofors Trinity e l'italiano Fast Forty con una cadenza di 450 colpi al minuto.

Tra la ultime vicende belliche che hanno visto quest'arma in azione va ricordata la guerra delle Isole Falkland tra Gran Bretagna ed Argentina

Attualmente il cannone Bofors è via di progressiva radiazione, come gli oltre 250 in dotazione all'Esercito Italiano presenti fino alla fine degli anni '80 nelle unità antiaeree.




Progettista Bofors
Data progettazione 1930
Costruttore Bofors (1932–2006)
BAE Systems AB (2006 onwards)
Date di produzione 1932-oggi
Entrata in servizio 1934
Ritiro dal servizio ancora in uso
Varianti 40 mm L/70
Descrizione
Peso L/60 1981 kg, L/70 5150 kg, base 522 kg
Calibro 40 mm L/60-70 (Calibro reale varia da 56-70, dipendendo sul modello)
Munizioni L/60 40x311mmR
L/70 40x364mmR
Cadenza di tiro L/60: 120 colpi/min
L/70: 330 colpi/min
Velocità alla volata L/60: 881 m/s
L/70: 1021 m/s
Gittata massima L/60: 7160 m
L/70: convert 12500 m
Elevazione L/60: -5°/+90°(55°/s)
L/70: -20°/+80°(57°/s)
Angolo di tiro 360°
Velocità di rotazione L/60: 50°/s
L/70: 92°/s


 
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_BL4K_acquarius
view post Posted on 18/2/2011, 21:45     +1   -1




mado che armi
 
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›ßo$$‹_ßl4k_ÊýêÐ
view post Posted on 18/2/2011, 22:36     +1   -1




90/53 Mod. 1939



Il cannone 90/53 fu il miglior pezzo contraerei pesante italiano della seconda guerra mondiale, affidabile e potente (con velocità iniziale del proietto di 840 m/s). Nonostante fosse stato progettato per il tiro contraerei, fu utilizzato anche come pezzo controcarri (analogamente all'88 tedesco); pertanto sul fronte africano alcune bocche da fuoco furono montate su autocarri (particolarmente Lancia 3RO) per tale uso. Fu il cannone contraerei italiano costruito nel maggior numero di esemplari nel corso della seconda guerra mondiale, come materiale di artiglieria fu superato nella produzione solo dal 47/32.

Successivamente, nato da un progetto del dicembre 1941 e prodotto velocemente dall'Ansaldo in 30 esemplari, nell'aprile del 1942 fu destinato anche ad essere impiegato come semovente, dotato di scudo di protezione per i serventi, su scafo cingolato M.14/41.

Il cannone 90/53, con funzione contraerei, continuò il suo servizio nell'Esercito Italiano, sparando gli ultimi colpi nel febbraio 1970 nel poligono di Foce Verde.

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Impiego
Utilizzatori Italia
Produzione
Costruttore Ansaldo
Entrata in servizio 1939
Ritiro dal servizio 1970
Costo unitario 513400 Lire (1939)[1]
Descrizione
Peso in ordine di marcia 8.950 kg
in batteria 6.240 kg
Lunghezza canna 5,039 m
Calibro 90 mm
Tipo di munizioni Granata esplosiva
Peso proiettile 10,1 kg (granata contraerei)
Velocità alla volata 850 m/s
Gittata massima 17.400 m
quota massima utile nel tiro controaerei= 11.300 m[2]
Elevazione -2°/85°
Angolo di tiro 360°
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Fin dalla fase di progettazione l'impiego del pezzo era previsto con asservimento ad una centrale di tiro, inizialmente vennero prese in considerazione le centrali di tiro "Gamma" (di progettazione ungherese) e la Borletti-Galilei-San Giorgio, indicata anche come BGS, di produzione nazionale.

La centrale BGS utilizzava come sistema di puntamento un telemetro stereoscopico con base di 4 m, ed utilizzava un equipaggio di soli 6 uomini, che operavano direttamente sul pianale del rimorchio autotrainabile su cui era fissata la centrale. I dati (distanza, direzione e sito), misurati attraverso il telemetro, erano inseriti manualmente nel calcolatore elettromeccanico, che poteva essere gestito (estrapolazione lineare o meno del punto futuro) dal personale addetto (2 specializzati). I dati si alzo, brandeggio e graduazione della spoletta erano trasmessi elettricamente al pezzo. I pezzi potevano essere totalmente asserviti alla centrale o potevano essere utilizzati manualmente tramite indici di coincidenza che comparivano sui congegni di mira[13]. Nel 1942 le centrali BGS furono asservite al radiorilevatore (radar) Wūrzburg Ausf D (tedesco), indicato nel Regio Esercito come "Volpe", con questo metodo la centrale poteva gestire il tiro di una batteria su bersagli ad una distanza non superiore a 12 km ed una velocità non superiore a 720 km/h

I proiettili del 90/53 erano più potenti di quelli del FlaK 88: proiettili da 90 mm pesanti 10,33 kg contro gli 88 mm da 9,2 kg dei tedeschi. Questo vantaggio era nettamente ridotto per le spolette italiane (piriche), meno precise di quelle tedesche (ad orologeria).
La velocità di uscita dei proiettili del 90/53 era di 840 m/s contro gli 820 m/s del FlaK 18[21].
Il cannone da 90/53 aveva una gittata contraerei massima di 12.000 m contro i 9900 m[21] dei flak tedeschi.
I sistemi di mira del 90/53 erano tecnicamente meno avanzati di quelli dei FlaK 88 ma più facili da usare e più affidabili.[senza fonte]
Le caratteristiche balistiche erano superiori a quelle del Flak 18

Cannone KS-100/130



Il KS-100 è un cannone antiaereo pesante sovietico del dopoguerra, ideato per affiancare e poi sostituire le armi da 85mm del periodo bellico.

Esso è un’arma potente, con una cadenza di fuoco di 15 colpi al minuto, 15 km di gittata AA e addirittura 21 km contro bersagli di superficie. I suo proiettili sono capaci di perforare, nei modelli AP, 185mm di acciaio balistico a 1000 metri.
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Ha avuto un ampio impiego, assieme alle armi da 85mm e 57mm, nel Vietnam; in seguito è stato via via sostituito dai missili come gli SA-2, con maggiori probabilità di colpire il bersaglio, nonostante l’utilità del tiro dei cannoni come armi di sbarramento. Nel 1972 almeno 13 B-52 vennero abbattuti da SA-2 contro nessun abbattimento da parte dai KS-100; questo restava un cannone AA molto temuto dai piloti USA, anche se spesso più come arma capace di danneggiare che di distruggere.

Assieme al KS-100, alcuni Paesi socialisti schieravano anche il KS-130, da 130mm, sviluppato in contrapposizione al cannone USA da 120mm. Esso era un’arma potente, ma più grossa e meno diffusa del precedente KS-100. Le sue prestazioni devono essere state spettacolari, ma i veloci aviogetti attuali sono troppo difficili da abbattere per tali armi a bassa cadenza di tiro.



57 mm S-60



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L'S-60 è un diffuso cannone antiaereo sovietico, con calibro 57 mm e canna da 60 calibri, praticamente funzionante come un Bofors ingrandito, ma ancora senza spolette di prossimità.

Derivato dall'esperienza dell'ultima guerra mondiale con la mitragliera M1939 da 37mm, quest'arma era nella sua progettazione verosimilmente combinata anche con l'innovativa mitragliera tedesca, rimasta prototipo, da 55mm. Quest'ultima rappresentava a sua volta una linea evolutiva similare, perché anche i tedeschi avevano schierato un'arma antiaerea da 37mm per la difesa aerea alle medie distanze. Ma la sua potenza venne ritenuta migliorabile, e così se da un lato vennero installate delle armi su affusti binati, dall'altro venne progettata un'arma di potenza doppia. Ma il Flak 41 da 50mm si dimostrò di modestissimo successo, e la mitragliera binata da 37mm si dimostrò la scelta migliore per potenziare la difesa tattica contro gli attacchi aerei. Alla fine del conflitto venne approntato nondimeno un nuovo progetto di mitragliera automatica pesante, che elevava il calibro a 55mm, aveva un sistema di alimentazione migliore ed una munizione molto più efficace e di lunga gittata. Ma era troppo tardi per le sorti della Germania, come accadde anche in Italia per il cannone da 65/64mm navale.
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I sovietici nel dopoguerra decisero di sostituire la mitragliera da 37mm, e in base al principio bigger is better realizzarono un cannone molto più potente e grande. Se questo fosse più il derivato delle armi sovietiche da 37mm, o tedesche da 55mm, o infine di quelle svedesi da 40mm, è argomento di discussione (dimensionalmente, invece, non vi sono dubbi). Ma il risultato è stata la mitragliera antiaerea di maggiore potenza mai schierata da eserciti di terra.

L'S-60 è un'arma trainata normalmente da un autocarro come l'Ural 375D, o anche semicingolati AT-L. Esso ha una struttura a piattaforma, con una scudatura bassa e irregolare, e si muove su 4 ruote, che devono essere sollevate da terra per l'azionamento in funzione antiaerea (forse non necessariamente nel caso dell'ingaggio di obiettivi terrestri). Sistemata l'arma sui martinetti, viene azionata tramite volantini, mentre i sistemi ottici di tiro presenti sull'affusto sono utilizzati dal cannoniere.
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I livelli di funzionamento, in verità sono 4: primo metodo, funzionamento manuale con volantini; secondo, sistema assistito con motore elettrico; terzo, con comando a distanza e centralina di tiro PUAZO. Infine il quarto, con comando a distanza e mira radar con sistema come il SON/SON-9A Fire Can.

L'S-60 ha una gittata massima in quota di 8800 metri, una gittata pratica di 4000 metri, e una sull'orizzonte di 12.000 metri. La cadenza di tiro, condizionata dal mai banale problema dell'alimentazione, è teoricamente di 120 colpi/min., quella pratica è di circa 60-70; le munizioni sono in clips da 4 colpi, e ciascun proiettile pesa 2,4 kg (più il bossolo).

I tipi di proiettile sono almeno 3: APC-T (Armour-Piercing-Capped-Tracer), capace di perforare 96mm a 1000 metri, e 2 tipi HE-FRAG. I proiettili sono sparati dalla lunga bocca da fuoco, munita di freno di bocca a fori multipli, a circa 1000ms. La loro efficacia, nonostante la potenza balistica, è ridotta dalla mancanza di una munizione perforante decalibrata e, soprattutto (per quanto possa sembrare difficile da comprendere) dalla mancanza di proiettili con spoletta di prossimità, che i sovietici non hanno mai sviluppato per alcun 57mm, nemmeno navale (o almeno, non le hanno immesse in servizio).

Questo cannone ha un'elevata efficacia ed è molto temuto, o almeno lo era ai tempi del Vietnam (dove venne impiegato in migliaia di pezzi) e di altri conflitti locali, soprattutto quando abbinato al controllo radar, che poteva dirigere in varie modalità i cannoni (incluso quello totalmente automatico) con i serventi che dovevano solo rifornire di munizioni il cannone. Questo nonostante la mancanza di spolette di prossimità.

La sua specialità era soprattutto l'intervento alle medie quote, dove le artiglierie di piccolo calibro non arrivavano. Da tenere presente che con l'evoluzione delle tecnologie, le mitragliere svizzere da 35 e svedesi da 40mm, divengono in grado di competere in letalità, gittata e capacità perforante con l'S-60, pur essendo più piccole e di maggiore cadenza di tiro. Questo non va considerato a detrimento dell'efficienza dell'S-60, che semplicemente è un'arma assai invecchiata, dopo circa 50 anni di servizio, i cui sviluppi sono stati trascurati in funzione della preferenza ai missili. A parte questo, una versione recentemente apparsa si presuppone possa essere usata per aggiornare i carri PT-76, che hanno un 76mm ma di minore potenza. Anche il munizionamento è stato aggiornato.

Prodotto in quantità enormi anche in Cina, solo la Romania nel 1996 ne dichiarava 370 nella sola Aeronautica. I reparti delle tipiche divisioni sovietiche, prima della sostituzione con i missili SAM, disponevano di un Reggimento contraerei, con 24 esemplari ripartiti in 4 batterie, a loro volta ripartite in 2 sezioni. Ciascuna batteria aveva un Fire Can mentre a livello di reggimento erano presenti 2 Flat Face per l'acquisizione obiettivi. La dotazione elettronica, per quanto possa sembrare strano, l'ha reso generalmente più efficiente della versione semovente, che invece non ha altro se non apparati ottici.

Esso è infatti anche la base dello ZSU-57-2, che ovviamente presenta almeno i vantaggi di essere semovente, oltre che binata e corazzata. I cecoslovacchi, invece, hanno prodotto un loro modello di cannone da 57mm trainato, con clips di 3 colpi che pare incrementi la cadenza pratica. Lo ZSU-57-2 invece non è stato mai adottato dalle FF.AA. cecoslovacche, che hanno immesso in linea un molto inferiore sistema locale da 30mm,l'M59.

In seguito i missili SA-8 Gecko hanno sostituito le armi a livello divisionale, come anche gli ZSU-23-4 Shilka hanno fatto lo stesso con i semoventi. Ma migliaia di armi sono ancora in circolazione, in paesi relativamente arretrati.



L'EMERLEC-30


L'EMERLEC-30 è un sistema di artiglieria contraerei navale di piccolo calibro, costruito dalla Emerson Electric (Stati Uniti) utilizzando due bocche da fuoco Oerlikon KCB (Svizzera) su un affusto singolo ruotante.

L'impianto è stato progettato per l'utilizzo su Nave|mezzi navali leggeri, tipo unità di pattugliamento costiero o di interdizione di acque chiuse. Il sistema comprende, entro l'affusto, una cabina chiusa (vetrata) per l'opertatore, che, in questo modo è protetto dalle intemperie. L'affusto si estende sotto il Coperta (nave)|piano di coperta della nave, contenendo nella parte inferiore il munizionamento di riserva, comprendente 1970 colpi. Il complesso può essere comandato, oltre che localmente dal servente, direttamente dalla centrale di tiro della nave. La velocità angolare sia in brandeggio sia in elevazione è di 80 gradi/s, la celerità di tiro è di 600 colpi/min/canna.
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Il sistema è stato progettato per coprire lo spazio tra le mitragliere azionate a mano e i complessi CIWS, che sono utili ma solo se sono collegati con apparati di tiro adatti all'ingaggio di bersagli navali.

Questo sistema d'arma si basa su 2 cannoni Oerlikon KCB, dotati di cadenza di tiro di 600 colpi al minuto l'uno, con granate dal peso compreso fra 350 e 420 grammi l'una. La portata utile con munizionamento tipico, è di circa 3 km.
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Il servente, entro la sua cabina fornita di tergicristallo, ha un sistema di controllo del tiro basato su di un congegno a puntamento ottico con girostabilizzatore e funzionamento a riflessione. Le armi sono appena dietro la cabina su bracci di supporto, e sono collegate con un deposito sotto coperta che porta 1970 proiettili, ovvero circa 2 tonnellate di peso. Essenzialmente utilizzato da navi di dimensioni relativamente piccole, è stato esportato in una decina di Nazioni e usato anche come artiglieria per alcune classi di pattugliatori della Guardia costiera Stati Uniti, con entrata in servizio nel 1975, dopo circa 7 anni dalla progettazione della mitragliera. La designazione americana dell'artiglieria è Mk 74. LE altre nazioni che lo hanno immesso in servizio sono, tra l'altro, Etiopia, Corea del Sud, Taiwan, Filippine.

EMERLEC-30

Tipo Cannone su affusto binato
Impiego
Utilizzatori US Navy e successivamente altre maine NATO
Produzione
Costruttore Emerson Electric (affusto)
Oerlikon (artiglierie)
Entrata in servizio 1975
Descrizione
Peso 1905 kg
Lunghezza m
Lunghezza canna m
Calibro 30 mm
Tipo di munizioni Alto esplosivo (HE), incendiario, tracciante, APICT (perforante incendiario)
Peso proiettile 0,35 kg
Velocità alla volata 1080 m/s
Gittata massima efficace: 3000 m
massima: 6000 m
Elevazione -15/+80°
Angolo di tiro 360°





M163 VADS



L'M163 Vulcan della metà anni sessanta, era un M113 dotato di cannone M61 Vulcan in una piccola torretta. Praticamente l'antesignano del SIDAM 25. Esso aveva un telemetro radar (in quanto non erano disponibili ancora telemetri laser), computer balistico e rapidità di azione.

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I difetti e limiti erano i seguenti:

Il cannone era la versione terrestre del Vulcan, con una cadenza di tiro di 1000 o 3000 colpi, invece di 4000 o 6000, cosa necessaria per non consumare troppo in fretta la canna e le munizioni disponibili.
La limitazione a circa 1600 metri di massima gittata causa eccessiva dispersione, e il peso delle munizioni di 100g che non hanno una buona validità contro bersagli aerei, danno una ridotta gittata e letalità.
L'equipaggio del M163 Vulcan era totalmente protetto, ma la corazza era molto sottile e vulnerabile.
Contro bersagli di terra i Vulcan sono invece micidiali e in Vietnam alcuni di essi vennero usati con effetti devastanti contro i Vietcong.
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Un altro vantaggio era che l'M113 M161 aveva le componenti meccaniche analoghe a quelle dei normali M113 e così la logistica non era un problema.

Fino agli anni ottanta la dotazione normale era di 24 M163 per divisione, assieme a 24 MIM-72 Chaparral. Alcuni sono stati esportati. La loro mancanza più grave era comunque il fatto che non avevano radar di acquisizione ogni tempo e nell'insieme, pur non essendo meno protetti e anzi assai più veloci dello Shilka, come semoventi AA erano giudicati molto inferiori. Da notare che per migliorare la protezione e per mantenere la galleggiabilità del mezzo in acqua, molti di essi sono stati dotati corazze spaziate a cassone, che vengono fornite come kit per l'attraversamento di corsi d'acqua.
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Una versione speciale, pensata per contrastare gli elicotteri d'assalto sovietici, era allo studio negli anni ottanta, addirittura equipaggiata con il cannone GAU-8 dell'A-10, ma non ha avuto seguito.

L'M247 DIVAD avrebbe dovuto rimpiazzarlo, combattendo sul campo insieme al carro pesante da combattimento M1 Abrams e al corazzato M2 Bradley.

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Il progetto fallì per una serie di problemi tecnici e di eccessi di costi.

Descrizione
Equipaggio 4
Dimensioni e pesi
Lunghezza 4,86m m
Larghezza 2,85m m
Altezza 1,83(scafo) ,2,736(totale) m
Peso 12,31kg t
Propulsione e tecnica
Motore diesel Detroit 6V-53 a 6 cilindri
Potenza 215 hp
Trazione cingoli
Prestazioni
Velocità 67
Autonomia 480
Pendenza max 1,61m %
Armamento e corazzatura
Apparati di tiro radr EMTECH telemetrico, mirino ottico computerizzato
Armamento primario 1 cannone M61 Vulcan a 6 canne da 20mm
Armamento secondario mitragliatrice da
Corazzatura alluminio saldato, max 38mm.


20 mm Oerlikon



La mitragliera da 20mm Oerlikon è un'arma antiaerea automatica nata in Germania durante la prima guerra mondiale nel 1917, conosciuta come cannone Becker, progettata nel 1914 da Reinhold Becker. Dopo la guerra i brevetti furono acquistati dalla ditta svizzera SEMAG. Negli anni anni venti la SEMAG fallì e la compagnia Oerlikon acquistò tutto quello che era rimasto,compresi i progetti dell'arma. L'Oerlikon la migliorò e cominciò a venderla in tutto il mondo, Durante la seconda guerra mondiale fu usata da tutti i combattenti, eccetto l'Unione Sovietica. La prima versione era denominata FF e di questa versione in Germania durante gli anni trenta è stata sviluppata una variante denominata MG FF.
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Nel corso della seconda guerra mondiale nella US Navy ha rimpiazzato le mitragliatrici da 12,7mm, rispetto alle quali si dimostrò più utile contro gli attacchi kamikaze.

L'arma è stata largamente usata anche dopo il conflitto. Le versioni attuali hanno una cadenza di tiro e una velocità iniziale di circa 1000 colpi e 1000 ms, e sono simili alle Rheinmetall MK 20 Rh202. Nelle versione terrestre sono presenti in genere in affusti binati o anche singoli, come nel caso di un’arma norvegese, generalmente trainati, mentre la versioni navale, meno aggiornata e con un affusto unico equipaggia alcune unità minori per missioni anti-barchini e contraerei ravvicinate, sono in genere presenti in affusto singolo, tipiche delle navi inglesi e francesi, ma anche italiane, come nella Marina Militare Italiana i cacciamine Lerici.
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La mitragliera da 20mm/85 KAA costituisce una versione migliorata della versione da 20mm/70 ed è stata utilizzata dalla Royal Navy su varie unità navali, fra cui le fregate lanciamissili Type 22 e Type 23.



20 mm MK20 Rh202



Il Rheinmetall Rh–202 è una mitragliera automatica da 20mm di fabbricazione tedesca, realizzata dalla Rheinmetall.

È impiegata in genere in affusti binati con motore per la movimentazione, congegno P56 ottico con calcolatore per il tiro incorporato, 2 cannoni Rh-202 e due serbatoi munizioni ed ha una cadenza di tiro di 2.000 colpi al minuto, 1000 ms di velocità iniziale, e proiettili da 120 grammi.
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È un’arma che fa parte dell'equipaggiamento di veicoli blindati come il Marder dove ha anche ruoli antiblindati (quindi contro veicoli ruotati o cingolati con corazzatura leggera), con proiettili perforanti decalibrati.[1]

Il cannone Rh-202 è stato usato nella guerra delle Falkland dagli argentini, in dotazione ai reparti di artiglieria antiaerea, ed è uno dei più importanti tipi di arma antiaerea o mitragliera pesante dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi; peraltro ormai vengono manifestate esigenze maggiori per armi da 25, 27 o 30mm soprattutto in funzione anti-blindati; un esempio è il cannone Bushmaster da 25mm utilizzato dal blindato statunitense M2/M3 Bradley, o il cannone Avenger da 30mm usato dal caccia A-10 Thunderbolt-II.

Alcune unità della Deutsche Marine sono equipagiate da mitragliere MK 20 Rh202 generalmente in installazioni binate su fregate e cacciatorpediniere, e in nunero di quattro su navi da rifornimento, ma sono in via di sostituzione con le mitragliere MLG 27.

Produzione
Costruttore Rheinmetall
Descrizione
Peso 75 kg
Calibro 20 mm x 139 (0.79")
Cadenza di tiro 1.000 c/min
Velocità alla volata 1.050 - 1.150 m/s


Type 63 (semovente)



Il semovente antiaereo Tipo 63 è una derivazione cinese del carro armato sovietico T-34, con la torretta col cannone da 85 sostituita da una nuova, con 2 armi da 37 mm, che hanno ruolo contraereo.

Questo progetto sarebbe stato molto utile (e realizzabile) contro gli aerei ad elica della seconda guerra mondiale, come gli Ju-87 G, anch'essi armati di 2 cannoni da 37mm anticarro. Tuttavia all'epoca i T-34 vennero reputati utili soltanto come carri armati o semoventi d'assalto.
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Così questa soluzione del T-34 versione antiaerea, facilmente praticabile almeno dal 1941-43 grazie alla disponibilità del capace scafo del carro e dei cannoni automatici M1939, non venne realizzata se non 20 anni dopo.

Il Tipo 63 ha armi ad utilizzazione diretta del rinculo, con cadenza di tiro di 160-180c.min., pratica 80, e con proiettili sia HE che AP, capaci di perforare 46mm a 500 metri. La torretta è aperta sull'alto, con pareti molto alte e praticamente verticali. Pare che essa abbia solo azionamento manuale, cosa che rende difficile seguire i veloci jet moderni, mortificando la potenziale efficacia del cannone antiaereo in parola. Le munizioni sono sistemate sia in torretta che soprattutto nei contenitori ai lati dello scafo.
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Esso è stato usato in Vietnam e uno di essi è finito catturato dagli statunitensi.

 
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